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lunedì 20 dicembre 2010

“Coroneiki”: dall’olivo del passato all’olio del futuro. Un eccezionale prodotto di nicchia che ha origini magnogreche.

Laureana di B. (RC). L’olio di qualità sta gradualmente assumendo un ruolo crescente ed importante nell’economia agricola ed agroalimentare. La percezione da parte del consumatore dell’olio extravergine di oliva quale prodotto da apprezzare nelle sue infinite varietà e caratteristiche, fa si da rendere sempre più accentuata la voglia di conoscere l’olio non solo dal punto di vista nutrizionale e gastronomico ma anche sotto il profilo del suo legame col territorio e la tradizione che gli conferisce un valore culturale, parimenti a come accade già da anni con il vino E gli oli nicchia in particolare posseggono un valore aggiunto dovuto sia alla garanzia della loro origine e genuinità sia alla loro peculiarità in quanto intrinsecamente contengono frammenti di storia il cui fascino è irresistibile. E’ il caso della varietà di oliva greca Coroneiki che presenta diversi sinonimi simili in diversi paesi ed aree tra le quali la Turchia, il Peloponneso, in Spagna dove è giunta così come giunse in Calabria in epoche remote. Una pianta leggendaria, visto che si racconta essere l’albero da cui Ulisse trasse il giavellotto artigianale con il quale trafisse l’occhio di Polifemo. Una pianta che è ricomparsa in Calabria e che è stata coraggiosamente recuperata e coltivata dai fratelli Carbone, olivicoltori da generazioni in Laureana di Borrello (RC) nella Piana di Gioia Tauro. Una sfida vera e propria per provare una sorta di “ritorno al futuro”: con una varietà del passato si vuole ottiene un olio extravergine di alta gamma che porterà con se, nel futuro, quelle origini magnogreche che ci contraddistinguono ed al contempo elementi di modernità. Infatti Coroneiki è una varietà molto produttiva, con olive piccole e dalla maturazione tardiva rispetto alle varietà nostrane. E’ resistente ad alcune malattie comuni e dà il massimo in area collinare con clima temperato; la pianta di Coroneiki si presenta di medie-piccole dimensioni con portamento compatto, facilmente irrigabile e coltivabile in impianti intensivi e, soprattutto, altamente meccanizzabili sia nella fase di potatura ma soprattutto nella fase di raccolta: l’unico modo per abbattere i costi e modernizzare il comparto così come richiesto da decenni dal mondo olivicolo. L’olio di qualità che ne deriva è leggero e presenta note eleganti; il suo profilo sensoriale viene così delineato da Antonio G. Lauro, capo panel esperto, analizzando il monocultivar dell’azienda Carbone: “Il colore di quest’olio è il giusto mix tra tenue tonalità di verde e di giallo. All’olfatto si dischiudono sentori di media intensità di fruttato di olive al giusto grado di maturazione, resi maggiormente gradevoli dalle percezioni nette di frutta matura (banana), verdure (lattuga) e foglia di olivo. Armonico al gusto, l’olio rivela note “dolci”, seguite da quelle di “piccante” ed “amaro” persistenti ed in equilibrio tra loro. Evidenti, infine, le complesse sensazioni di frutta secca (pinolo e mandorla dolce)”. La coltivazione di Coroneiki apre nuove interessanti prospettive ma soprattutto è un esempio mirabile di “archeo-olivicoltura” che valorizza un'antichissima varietà di olivo rinnovando in Calabria il mito della Magna Grecia.
ROSARIO PREVITERA

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