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lunedì 7 febbraio 2011

Parte da Roseto Capo Spulico (CS) la proposta di allargare le menzioni geografiche aggiuntive della DOP BRUZIO.

La proposta, inviata al Ministero delle Risorse Agricole, Alimentari e Forestali – Direzione Generale delle politiche agricole ed agroindustriali nazionali, chiede il riconoscimento di una menzione geografica aggiuntiva della DOP BRUZIO, denominata “Rosetolio Alto Jonio Cosentino” da aggiungere alle quattro preesistenti (Colline Joniche Presilane - Fascia Prepollinica - Sibaritide - Valle Crati).
Ciò si renderebbe necessario, in quanto nell’ambito del territorio amministrativo della provincia di Cosenza manca quello olivetato del comune di Roseto Capo Spulico (CS) e di altri otto comuni del comprensorio, nonostante gli oliveti del territorio di cui sopra posseggono le caratteristiche qualitative previste nel disciplinare di produzione; infatti le condizioni ambientali e di coltura degli oliveti sono quelli tradizionali e caratteristiche della zona e, comunque, atte a conferire alle olive e all’olio derivato le specifiche caratteristiche qualitative. L’utilizzo del marchio, assicurerebbe un prodotto costante, affidabile, garantito. Naturalmente, per tutto ciò, occorrerebbe intervenire anche nel segmento della raccolta del prodotto e in special modo della trasformazione. Ecco quindi la necessità di ammodernamento dei frantoi. Per tutto ciò servono progetti di aggregazione associative, reti funzionali tra imprese, cooperative e consorzi, organizzazioni di produttori. Infatti in tempi, come quelli attuali, di scarsa redditività e di esigue risorse finanziarie pubbliche solamente aggregazioni e coordinamenti di risorse possono sortire gli attesi benefici. Un processo che non può però essere guidato in maniera tradizionale, caratterizzato dalla concentrazione delle attività più sulla gestione di risorse comunitarie per progetti poco proficui per gli olivicoltori che per azioni dirette a migliorare la reale aggregazione del prodotto. Altro fattore importante per i produttori sarebbe la commercializzazione dell’olio, rispettando quanto previsto dal disciplinare di produzione, però aggiungendo l’uso di nomi di aziende, tenute, fattorie e loro localizzazioni territoriali. Il conferimento nell’azienda olivicola o nell’associazione di aziende olivicole o nell’imprese olivicole situate nell’area di produzione dovrà essere consentito solo se il prodotto è stato ottenuto esclusivamente con olive raccolte negli oliveti facenti parte dell’azienda e se l’oleificazione e il conferimento sono avvenuti nell’azienda medesima. In sintesi occorrerebbe rivedere la vecchia normativa sull’associazionismo e rafforzare la collaborazione intorno ad un progetto di filiera dell’olio “Rosetolio Alto Jonio“, che attraverso relazioni stabili e strutturate tra gli operatori, consentirebbe di creare ordine, recuperare efficienza, riposizionare l’olio prodotto sul territorio di qualità creando valore per tutti.
Dr Antonio G. Lauro

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