Translate

lunedì 5 maggio 2014

La Cina riapre all'olio italiano.

da Il Sole 24 Ore e Qualivita.it

Dopo la chiusura del 2011, le autorità di Pechino pronte ad autorizzare le importazioni di etichette certificate. Un codice di condotta indicherà caratteristiche del prodotto e modalità di vendita. Il buon esempio per la tutela del made in Italy viene dalla Cina. Le autorità cinesi hanno raggiunto con quelle italiane un accordo perla tutela dell'olio di oliva di qualità. Un gesto significativo e utile per un settore chiave dell'economia. Si tratta di un codice di condotta che, una volta firmato e in vigore, dovrà funzionare da diga contro le frodi sull'olio di oliva importato dall'Italia. Nove articoli buoni a chiudere mesi di tensioni montate due anni fa quando alcune partite di olio provenienti dall'Italia furono bloccate in dogana, a Shanghai, perché le analisi di laboratorio avrebbero dimostrato che il prodotto non era completamente originale.
Chi segue il mercato cinese dei prodotti stranieri lo sa bene, dopo il vino, è la volta dell'olio d'oliva. I cinesi iniziano ad apprezzarne il gusto, con tutte le tappe intermedie legate all'evoluzione della cultura alimentare, non sempre lineare. Non è infrequente (ma non c'è nemmeno da scandalizzarsi) che a tavola i commensali se ne versino un po' sul palmo delle mani per renderle più morbide, facendone un uso quasi taumaturgico, mentre, al contrario, il profumo della spremitura a freddo fa ancora arricciare il naso ai più.

Nessun commento:

Posta un commento

Lascia il tuo commento: