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lunedì 26 agosto 2013

"Pianeta olio": sono sempre problemi di cultura.

Articolo tratto da Avvenire.it

L'Italia che cresce                              a cura di Michele Cènnamo
26/08/2013
Nostra intervista a Antonio Giuseppe Lauro agronomo ed analista sensoriale

"Pianeta olio": sono sempre problemi di cultura
L’olio in Italia è qualcosa di “diverso” e per le sue qualità è apprezzato in tutto il mondo. Per saperne di più abbiamo chiesto a Antonio Giuseppe Lauro, agronomo ed analista sensoriale, protagonista di concorsi internazionali sugli oli extravergine di alta qualità, che premiano e promuovono le migliori imprese olivicole internazionali. Tra le più importanti la 13^ edizione di “PrimOlio”, in Calabria, “TerraOlivo Jerusalem” in Terra Santa alla sua 4^ edizione, “OLIVEJAPAN” a Tokyo la 2^ edizione.

- Il “pianetaolio” rappresenta un mondo variegato ma i problemi sono tanti….
Dal vostro osservatorio privilegiato cosa si può fare per crescere e soprattutto quale sarà il suo ruolo futuro ?

“Ad oggi sono tanti i problemi che affliggono il settore olivicolo-oleario nel suo complesso, spesso non direttamente connessi alla grave crisi economica contro la quale ancora ci troviamo a combattere.
Sono problemi spesso strutturali. Piccole o piccolissime aziende che producono eccellenze, ma che mancano quasi completamente dei mezzi finanziari per promuovere e far conoscere le proprie produzioni.
Sono problemi di cultura. Quanti consumatori sanno riconoscere un extravergine di qualità? Quanti se ne possono approvvigionare senza il timore di incorrere in un clamoroso falso d’autore?
I segnali incoraggianti però ci sono e danno conforto e speranza per il futuro.
Aumentano i consumi nei paesi non produttori, Germania in testa, negli Stati Uniti, in Brasile ed India e nel contempo si aprono nuovi scenari commerciali “non tradizionali” ai quali occorre essere preparati.
Si accresce a gran ritmo la richiesta di olio biologico e certificato, e comincia ad essere riconosciuto il ruolo di alimento (e non mero condimento) e di prodotto “nutraceutico” dell’olio extravergine di oliva. Tra le certificazioni, o meglio, tra le attestazioni di qualità, il consumatore medio riconosce il ruolo dei concorsi internazionali e si fida dei risultati espressi dalle commissioni, come si fida delle recensioni sulle guide degli oli da olive. Speranze ben riposte e ben ripagate, in termini di qualità.”

- Quali altre iniziative avete in programma?
“Prossimo evento internazionale, come citato prima, sarà OLIVINUS Argentina, concorso sull’olio extravergine di oliva (7^ edizione). Nel cuore dell’Argentina produttiva (Area di Mendoza, famosa per i suoi pregiati vini e per gli oli di qualità), si svolgerà questo grande evento internazionale che culminerà con l’assegnazione del premio al miglior extravergine del pianeta. Dura la scelta della mia commissione di assaggio in quanto, a pochi giorni dall’evento, ho notizia che sono più di 500 i campioni di olio iscritti al concorso. Un grosso lavoro, per la nostra rodata organizzazione, che non spaventa ma stimola a “dare il meglio”. Tra l’altro, novità di questa edizione, il concorso OLIVINUS dei bambini. Assaggiatori in erba decreteranno le loro preferenze in termini di qualità degli oli da olive in concorso”.

- Cosa chiederebbe al Governo
“Il settore olio di oliva, come forse non tutti sanno, è regolamentato da leggi europee, e per tali motivi l’intervento legislativo del governo italiano è necessariamente limitato a poche tematiche del settore. Ma una cosa mi sento di chiederla a gran forza al governo Letta. Anzi due!
Che si semplifichi e si renda più chiara la leggibilità di una etichetta dell’olio (in verità in tal senso si sono mossi gli ultimi due ministri competenti) e si acceleri il percorso del “Sistema di qualità nazionale per l'olio di oliva extra-vergine” anche attraverso nuovi programmi di promozione e tutela del marchio “Made in Italy” nel suo complesso e nel settore dell’olio in particolare.”

- Un’ultima domanda: se avesse la lampada di Aladino quale desiderio esaudirebbe subito?

“Cosa vedo nel futuro dell’olio da olive di qualità? Di dire che tutto andrà “liscio” come l’olio, non me la sento proprio.
Vedo, prevedo e stravedo un consumatore sempre più attento ed orientato verso la qualità ed il biologico. Immagino che si attenui questa l’irrefrenabile mania del paragone di prezzo e del gioco (al massacro) al ribasso. Un olio extravergine di qualità (meglio ancora se vincitori in concorsi internazionali o recensiti sulle guide di settore) non può costare quanto l’acqua minerale (gassata) di gran marca! Certamente non può nemmeno costare quanto un vino pregiato, ma 7,00/10,00 euro a bottiglia sono il “minimo sindacale” per pretendere un extravergine di qualità.
Auspico un produttore più attento, più vicino al mondo del consumo, ed orientato sempre più verso l’alta (altissima) qualità perché, come recitava un vecchio detto, “la qualità, paga! Sempre”.
Tratto da L'Italia che cresce, a cura di Michele Cènnamo