Translate

Visualizzazione post con etichetta india. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta india. Mostra tutti i post

mercoledì 15 luglio 2015

Per la serie “Famolo strano” ecco dove (e come) si fa l’olio da olive oggi!

Photo businesstoday.intoday.in
Siamo a Jaipur, una “Municipal corporation” dell'India, all’interno dello Stato federato del Rajasthan e più precisamente nelle zona compresa tra le città di Nagaur e Bikaner, a circa 500 km a sud-ovest da Nuova Deli.
L’idea di piantare olivi sperimentali in questa parte dell’India, nasce una collaborazione Indo-Israeliana, avviata nel marzo 2008, che attraverso un progetto pilota, mira a far diventare Rajasthan il primo stato del paese per la produzione di olio d'oliva.
Il progetto pilota per la coltivazione dell’olivo, è stato concepito dopo la visita di gruppi di esperti israeliani -guidati da Ally Rachel Harari della Hebrew University - che hanno studiato la fattibilità tecnica e la redditività economica della coltivazione dell’olivo in Rajasthan.
Le olive, ormai prossime alla raccolta (si stima che questa possa avvenire tra agosto e ottobre) daranno il primo lotto di produzione di olio indiano “Raj Olive Oil”, che arriverà sul mercato a fine anno, a un terzo del prezzo degli oli da olive disponibili nel mercato interno.
"Con il lotto sperimentale ci aspettiamo di estrarre tra gli 8.000 e 10.000 litri di olio d'oliva", ha riferito al The Times of India il capo delle operazioni Yogesh Kumar Verma.
Al momento, come si apprende dal sito del progetto rajolive.com, sono sette le aziende olivicole coinvolte, per un totale di 182 ettari, quasi tutti di aziende agricole private; numero di ettari che raddoppierà entro il 2016. Le varietà coltivate vanno dalla israeliana Barnea, costituita dal prof Shimon Lavee, professore emerito della Hebrew University di Gerusalemme,
fino alle immancabili internazionali Arbequina e Picual (Spagna), le nostre Coratina e Frantoio, la francese Picholine e la Koroneiki (Grecia), tutte importate da Israele. Il sesto di impianto previsto nel protocollo porta al numero medio di 476 piante per ettaro, con un sesto stimato in m 7,00 x m 3,00.
Queste “prove tecniche” di olivicoltura sono dettate anche dal costante aumento dei consumi interni, visto come sempre più indiani scelgono l'olio d'oliva per i benefici per la salute. Questi consumi, attualmente di circa 14.000 tonnellate, si stima che aumentino fino a 42.000 tonnellate entro il 2025.
di Antonio G. Lauro

mercoledì 28 settembre 2011

Leonardo (indiano): imparare a investire nella programmazione di marketing.

E' notizia di questi giorni che un brand indiano di olio di oliva sta migliorando la sua immagine e, soprattutto, la sua offerta per penetrare maggiormente nel mercato indiano.
La notizia è riportata dal famoso blog "The olive oil times" - su cui un giorno sarà necessario spendere due parole per conoscere l'origine di questo ingente investimento in comunicazione. Chi vuole può leggere la notizia originale in inglese. Il brand in questione è l'olio "Leonardo" della compagnia "Dalmia Continental".



La nuova etichetta dell'olio Leonardo riporta consigli per l'uso, per ogni diversa tipologia di olio, nella cucina indiana, occidentale, e per il condimento delle insalate.
Qualcuno ha mai assaggiato l'olio Leonardo? Avete mai avuto una sua bottiglia tra le mani? A quale prezzo è venduto sugli scaffali? Siamo sicuri sia ottimo e per questo ci piacerebbe conoscerlo e approfondire le sue strategie di marketing.
Cosa ci insegna questa notizia? Investire nella programmazione strategica e operativa di marketing è fondamentale.
Fonte: Osservatorio Internazionale Olivicoltura Biologica