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martedì 22 luglio 2014

Nuove prove sui reali benefici dell'olio da olive.

Mentre i benefici per la salute di una dieta mediterranea sono ben noti, è solo di recente che uno studio su larga scala ha dimostrato che l'olio da olive (sia l'olio extravergine d'oliva, sia il comune olio di oliva) riduce effettivamente i fattori di rischio di malattie cardiovascolari e di mortalità in una popolazione mediterranea ad alto rischio cardiovascolare.
L'ampio studio europeo, condotto in Spagna su un gruppo di persone di età compresa tra i 55 e gli 80 anni, ha visto significativi miglioramenti nei fattori di rischio per i partecipanti che consumano olio di oliva (meglio se olio extravergine) su base quotidiana.
La ricerca pubblicata sulla rivista BMC Medicine ha esaminato 7.216 pazienti, tra uomini e donne,  ad alto rischio di contrarre malattie cardiovascolari.
E' stato trovato che il gruppo di controllo, con diete integrate con olio extravergine di oliva e noci, ha avuto una riduzione del 30 per cento nelle malattie cardiovascolari dopo un periodo di cinque anni.
Lo studio è stato condotto da un team diretto dalla Dottoressa Marta Guasch-Ferre, ricercatore epidemiologo nutrizionale presso l'Unità di Nutrizione Umana della Rovira i Virgili University in Spagna.
"E' la prima volta che è stato dimostrato che l'olio da olive, nelle persone ad alto rischio di malattie cardiovascolari, potrebbe prevenirne le malattie. Esistono alcuni studi che hanno dimostrato che l'olio da olive è buono per le malattie cardiovascolari, ma questo è il primo studio che dimostra che è ottimo per la prevenzione primaria delle malattie cardiovascolari".
Continua la Guasch-Ferre, affermando che "L'olio da olive contiene composti chiamati fitosteroli, che hanno mostrato di avere un effetto positivo anche in piccole porzioni. Questi composti, prima molto comuni nelle diete, sono oggi meno comuni nelle diete moderne occidentali. Abbiamo individuato che, per ogni aumento di 10 grammi al giorno nel consumo di olio extravergine di oliva, vi è stata una riduzione del 10 per cento del rischio di malattie cardiovascolari. Al contrario, il consumo di olio d'oliva "comune" non era significativamente associato alla malattia ed alla e mortalità cardiovascolare. In sintesi, abbiamo scoperto che un maggiore consumo di olio di oliva totale, soprattutto di olio extravergine di oliva, è associato ad una riduzione delle malattie cardiovascolari ed a un ridotto rischio di mortalità, in una popolazione anziana del Mediterraneo, ad alto rischio cardiovascolare. I nostri risultati sottolineano il consumo di olio d'oliva come uno dei componenti chiave della Dieta Mediterranea, per la prevenzione delle malattie cardiovascolari. Infatti, l'olio da olive, dovrebbe essere incluso in una dieta equilibrata che comprenda tutti i tipi di alimenti, tra cui frutta, verdura, vino, legumi e pesce".
Di Antonio G. Lauro

Bibliografia:
Guasch-Ferré et al.: Olive oil intake and risk of cardiovascular disease and mortality in the PREDIMED Study. BMC Medicine 2014, 12:78 doi:10.1186/1741-7015-12-78. Licensee BioMed Central Ltd.

domenica 20 marzo 2011

Dieta Mediterranea, bene prezioso.

La dieta mediterranea è un bene prezioso che va tutelato e diffuso. Non solo perché rappresenta il modello nutrizionale per eccellenza, alla base di un’alimentazione sana ed equilibrata, ma anche perché si conferma un “elisir” per combattere malattie gravi come quelle cardiovascolari.
Lo afferma la Cia - Confederazione Italiana Agricoltori - che ricorda l’indagine pubblicata dalla rivista dei cardiologi Usa, secondo cui 50 studi oggi concordano nell’affermare che la dieta mediterranea è anche la più sana per il cuore.
Basandosi sulla varietà degli ingredienti e sull’assenza di grassi saturi, con un consumo abbondante di frutta e verdura, cerali, olio d’oliva e vino - spiega la Cia - la dieta mediterranea è un “mix antinfiammatorio” imbattibile per prevenire le malattie cardiovascolari, riuscendo a mantenere più bassi i livelli di trigliceridi, colesterolo, glicemia e la pressione arteriosa. E non basta: secondo altri studi pubblicati sul “British Medical Journal”, la dieta mediterranea riduce del 9% l’incidenza di problemi e patologie cardiache, del 13% l’incidenza del Parkinson e dell’Alzheimer, del 6% quella del cancro.
Il riconoscimento dell’Unesco - osserva la Cia - non ha fatto altro che accendere ancora di più i riflettori sulle caratteristiche di qualità alimentare e culinaria e sulle proprietà terapeutiche tipiche della dieta mediterranea. Ora è importante sfruttare il raggiungimento di questo traguardo internazionale per indirizzare soprattutto i giovani verso una corretta alimentazione. Anche perché oggi i costi sociali di obesità e sedentarietà toccano, in Italia, i 65 miliardi di euro all’anno: lo 0,38 del Pil. Non solo. Ormai nel Belpaese il 12% dei bambini è obeso e ben 1 su 3 è in sovrappeso. Il che vuol dire che, tra i 6 e gli 11 anni, sono 400.000 i “malati” di chili in più.
Ma la dieta mediterranea rappresenta - conclude la Cia - anche un volano economico eccezionale per l’Italia: tra consumi interni ed export i “suoi” prodotti valgono oltre 220 miliardi di euro l’anno. Per la nostra agricoltura tipica, diversificata e di qualità si tratta di una fetta di mercato importantissima, visto che più del 50% della produzione risiede negli alimenti (cereali, vino, ortofrutta, olio d’oliva) che sono alla base della dieta mediterranea.
Dr Antonio G. Lauro