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mercoledì 17 settembre 2014

Nasce Opera Olei: sei volti, per sei extravergine.

Nasce in Italia (dove altro?) il consorzio Opera Olei, primo esempio di un Consorzio di produttori di olio extravergine di oliva italiano.
Questa iniziativa, legata all'associazionismo su base volontaria, riunisce 6 tra le più grandi realtà italiane dell'olio extravergine di oliva di eccellenza.
Sei le varietà messe a disposizione dal Consorzio, provenienti da altrettanti territori e prodotte da sei grandi interpreti:
la Casaliva dell'Agraria di Riva del Garda in Trentino;
il Frantoio di Franci in Toscana;
il Moraiolo di Viola in Umbra;
l'Itrana di Quattrociocchi in Lazio;
l'Ottobratica dell'Olearia San Giorgio in Calabria;
la Tonda Iblea dei Frantoi Cutrera in Sicila.
Che dire dell'idea.
L'Italia c'è tutta, da nord a sud, senza dimenticare il centro della penisola.
Occorre adesso, nei nostri esclusivi interessi di consumatori ed appassionati, solo augurare il meglio a questi sei ambasciatori dell'italianità più pura; gente, volti, persone, che sono espressione dell'alta qualità olearia, punti di riferimento all'interno del variegato panorama mondiale dell'olio extravergine di oliva. 
A loro, ed a Riccardo Scarpellini (non ritratto in foto), "Ab imo pectore" i migliori auspici per il successo di questa grande idea.
Dr Antonio G. Lauro

sabato 8 ottobre 2011

Olio: il Registro Sian piega le eccellenze dell'extravergine italiano.

Un grido d'allarme dai produttori di olio extravergine di qualità. Quando la burocrazia rende inapplicabile un principio giusto.
Al centro delle loro critiche il cosiddetto Registro Sian (Sistema Informativo Agricolo Nazionale), entrato in vigore con il DM 8077/2009. In pratica si tratta di un registro telematico di carico e scarico dell'olio che, nella volontà degli estensori del decreto, doveva avere lo scopo di salvaguardare il principio di italianità dell'olio.
"Obiettivo nobilissimo - sottolinea Antonella Pinna, produttrice sarda - ma che in Italia, a differenza che in altri Paesi, come ad esempio la Spagna nostro massimo competitor, ha avuto un'applicazione a dir poco eccessiva. Il Registro Sian, con la sua burocrazia cavillosa, costringe a un'attività quotidiana e a un dispendio di forze semplicemente impensabile per le piccole e medie aziende. Senza contare che va bene una trasparenza che garantisca legalità e rispetto delle regole, ma è assurdo chiederla in modo quasi feroce proprio a quelle aziende che si sono da tempo allineate al concetto di italianità dell'olio che sta alla base del decreto. Aziende che, a mio giudizio, dovrebbero decidersi a fare squadra, in modo da proporsi alle istituzioni come interlocutore credibile e indispensabile su tutte le questioni che riguardano il nostro comparto".
La richiesta di uno scarico di dati continuo, infatti, costringe a un lavoro capillare che, per aziende che spesso contano su un numero limitato di lavoratori, risulta insostenibile.
"Senza contare l'obbligo di fornire l'elenco completo di clienti e fornitori - aggiunge Marco Viola, noto produttore umbro - che, viste le falle che purtroppo caratterizzano il mondo on line, va necessariamente a determinare un mancato rispetto della privacy che aggiunge danno al danno. Va inoltre fatto notare che questo sistema rappresenta un unico abominevole, in quanto richiesto solo a noi produttori di olio. Se avessero provato a fare una cosa del genere con i produttori di vino, si sarebbe scatenata una guerra santa. E invece sono andati a colpire un comparto già sofferente, infliggendo quello che per molti potrebbe risultare il colpo di grazia".
Urge quindi trovare una soluzione che, seppure nel rispetto delle regole comunitarie, non risulti penalizzante nei confronti dei piccoli e medi olivicoltori.
"Pensiamo a un tavolo di lavoro - propongono i vari produttori riuniti per questa battaglia - intorno al quale sedere le varie parti in causa, al fine di trovare delle soluzioni condivise. Ripetiamo che noi siamo per la trasparenza, che andrebbe a premiare chi fa qualità. Ben vengano quindi degli enti di controllo, li accoglieremo a braccia aperte. Va bene anche riportare i dati richiesti ma non con la frequenza attualmente imposta. Seguiamo l'esempio di altri Paesi, onde evitare di perdere la leadership nella produzione di extravergine di qualità, settore che da sempre vede l'Italia al primo posto e che, con questa legge, rischia di veder scomparire centinaia di aziende di altissimo livello".
PROMOTORI: Giorgio Franci Frantoio Franci s.n.c. - Montenero d'Orcia (GR); Marco Viola, Azienda Agraria Viola - Foligno (PG); Antonella Pinna, Az. Agr. Fratelli Pinna - Sassari (SS); Giancarlo e Sabrina Bonamini, Frantoio Bonamini sas (VR); Nicola Fazzi, Colli Etruschi, Blera (VT);  F.lli Fazari, Olearia San Giorgio - San Giorgio Morgeto (RC); Antonella Titone, Az. Agr. biologica Titone - Locogrande - Marausa (TP); Marina Colonna, Masseria Bosco Pontoni - San Martino in Pensilis (CB); Laura De Parri, Azienda Agricola Laura De Parri - Canino (VT); Francesco Gaudenzi, Frantoio Gaudenzi - Trevi (PG); Antonella Roversi, Azienda Del Carmine - Ancona (AN);  Luigi Tega, Molino Il Fattore di Tega Luigi & C. - Foligno (PG); Gabriella Gabrielloni, frantoio Gabrielloni E. & G. snc - Recanati (MC); Americo Quattrociocchi, Frantoio Oleario Quattrociocchi amerigo - Altri (FR); Maria Provenza, Frantoio Oleario Torretta srl - Battipaglia (SA); Massimo Fia, Agraria Riva del Garda - Riva del Garda (TN); Frontoi Cutrera - Chiaramonte Gulfi (RG); Gionni Pruneti, Az. Agr. Pruneti - Greve in Chianti (FI); Marina De Carlo, Frantoio Oleario De Carlo SNC - Bitritto (BA); Az. Agr.Comincioli - Puegnago sul Garda (BS).
Si uniscono solidali, anche se non destinatari del provvedimento in quanto trasformatori: 1. Silvia Di Vincenzo, Az. Agr. mandranova (Cb); 2. Pasquale Librandi, Azienda Agricola Librandi Pasquale Vaccarizzo Albanese (CS); Az. Agr. Decimi, Bettona ( PG).
Fonte: Olearia San Giorgio