Le acque di scarico della lavorazione dell’olio costituiscono un grande problema ambientale di tutto il bacino del Mediterraneo, a causa del loro alto carico inquinante circa cento volte più alto delle acque di scarico comunali.
Ma sono anche ricche di molecole polifenoliche, sostanze cioè antiossidanti che presentano proprietà biomediche importanti con effetti preventivi e curativi per alcune gravi patologie come l’infarto, il tumore, l’ipertensione, l’obesità.
L’Enea ha messo a punto un processo di trattamento dei reflui oleari provenienti dalla lavorazione delle olive, brevettato a livello internazionale, che consente il recupero selettivo delle frazioni polifenoliche bioattive, consentendo al tempo stesso di annullare il carico inquinante delle acque stesse. Le frazioni liquide ottenute grazie al processo hanno un interesse alimentare, nutraceutico, cosmetico nonché energetico in quanto possono essere impiegate nella produzione di biogas.
L’invenzione è basata sull’impiego delle tecnologie separative mediante membrana, cioè su processi di filtrazione, che permettono di recuperare le molecole polifenoliche ad un elevato grado di purezza, senza nessuna contaminazione da parte di solventi organici o di altre sostanze chimiche.
Il brevetto Enea è stato applicato per la prima volta accanto a un frantoio di Santa Barbara, a Scandriglia in provincia di Rieti, per trattare inizialmente 10 tonnellate al giorno. In futuro, hanno spiegato i ricercatori dell’Enea, la tecnologia impiegata potrà essere applicata a impianti con volumi molto superiori di acque olearie.
L’intervento è stato condotto da due start-up costituite da giovani ricercatori del’Enea, la Genelab srl di Siracusa e la Phenofarm srl di Roma, che hanno curato gli aspetti logistici e commerciali dell’applicazione pratica del brevetto.
La redazione
Nessun commento:
Posta un commento
Lascia il tuo commento: