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martedì 20 settembre 2011

E' Stefania Bivone la Miss Italia 2011.

Sinopoli (RC). Una città in festa per la "sua" miss: Stefania Bivone.
La serata conclusiva di Montecatini Terme ha consegnato la fascia più ambita, quella della "più bella d'Italia" alla più classica delle bellezze mediterranee: Stefania Bivone. Stefania, 18 anni e 1,79 cm di altezza, occhi marroni e capelli castani, ha battuto in volata Mayra Pietrocola (seconda) e Sarah Baderna (terza, ripescata dalla giuria tecnica).
Nata a Reggio ma residente a Sinopoli, Stefania deve frequentare ancora l’ultimo anno del Liceo Scientifico di Palmi, ma sul suo futuro ha, decisamente, le idee ben chiare: vuole laurearsi in giurisprudenza, perché le leggi, si sa, è importante saperle, ma al contempo anche affermarsi nel mondo della musica. Fin dalle prime esibizioni canore (molte delle quali, per la precisione, vinte) il suo sogno nel cassetto è uno solo, diventare una cantante professionista; e per avere la giusta ribalta, un concorso di grande prestigio come quello di Miss Italia può far ben gioco, ha pensato, diventando un ottimo trampolino di lancio, da ciò la scelta di partecipare alle prime selezioni. Fra il serio e il faceto. Ma ammantatasi, con grande orgoglio, della fascia di Miss Calabria, l’ipotesi vittoria le apparve più probabile, e così il faceto divenne decisamente serio.
“Con questo titolo la mia vita si stravolge, ma continuerò a studiare e a cantare”, ha commentato a caldo da novella Miss Italia. “Il mio scopo è realizzarmi nello studio e nel canto. Bisogna che faccia tutto, che lavori duramente”.
A Stefania, cui abbiamo dedicato già un post "off-topic", gli auguri miei personali con una aggiunta: che si faccia portatrice nel mondo del "suo" olio extravergine di oliva sinopolese.
Vai Stefy
Antonio G. Lauro

venerdì 9 settembre 2011

Stefania Bivone a Miss Italia: una "Sinopolese" Doc in finale.

Sarà Stefania Bivone, 18 anni di Sinopoli (RC), a difendere i colori calabresi alla finale dell'edizione 2011 di Miss Italia.
La "Miss" Stefania Bivone, bellezza calabrese, oltre a gareggiare con i colori della Calabria, porterà in finale a Montecatini Terme anche il simbolo della sua terra: l'olivo.
Già l'olivo, perché Stefania proviene da una terra, quella di Sinopoli, fino a ieri nota "solamente" per il suo ottimo olio extravergine di oliva che se ne ricava dalla varietà autoctona, la "Sinopolese", appunto.
Quindi in gara, sul palco di Montecatini, vi sarà una ragazza cresciuta tra gli olivi calabresi; una ragazza, anzi una Miss tutta acqua e sapone, e si vede. Ma un sapone "speciale",  rigorosamente preparato con l'olio extravergine di oliva della sua Sinopolese.
Per aiutare Stefania nel suo sogno e per far conoscere all'Italia la Calabria migliore, occorre "televotarla".
I numeri? Da telefono fisso basta comporre il numero 894 424 digitando poi 18 o da cellulare con un SMS al numero 47 84 785 scrivendo il numero 18.
Ricordo che, per ogni turno di votazione, si può votare Stefania Bivone n. 18 massimo 5 volte.
In bocca al lupo a Stefania,
Antonio



sabato 11 settembre 2010

La Piana di Gioia Tauro-Palmi: il regno degli olivi più grandi del mondo.

In dettaglio i 33 comuni della Piana di Gioia - Palmi
La Piana di Gioia Tauro-Palmi (prov. di Reggio Calabria) che abbraccia sia il territorio degli omonimi comuni e sia quello di altri 31 paesi, è fortemente caratterizzata dalla presenza della coltura dell'olivo, che in questo territorio cresce con enorme vigore soprattutto con le varietà locali, "Sinopolese" ed "Ottobratica", e segna in maniera inconfondibile il paesaggio rurale. Il 70% del territorio pari a circa 30.000 ettari, con oltre 2.342.000 piante di olivo è interessato da questa attività produttiva e che incide profondamente sull'economia dell'intera zona.
Qui l'olivicoltura rappresenta una sorta di monumento ambientale che molto contribuisce alla caratterizzazione e alla valorizzazione del territorio agrario circostante.
Per la notevole importanza economica e sociale posseduta, la coltura dell'olivo è costantemente 
al centro dell'attenzione da parte degli olivicoltori, di politici, economisti e studiosi di scienze agronomiche, ambientali, sociali, antropologiche, geografiche, con la constatazione univoca che si è creato, nel corso dei secoli, in questo territorio, un sistema olivicolo che, per le caratteristiche morfologiche e ambientali non comuni, possiamo dire che è unico al mondo.
Enormi pachidermi vegetali, con imponenti strutture arboree identificano il misterioso fascino dei luoghi. La maestosità degli alberi, con il verde argentato delle foglie e i grandi tronchi intrecciati che si coniugano in maniera indissolubile alla morfologia del territorio dove, nel corso dei millenni le varietà di olivo si sono differenziate ed evolute, hanno spinto numerosi studiosi ad occuparsi di questo sorprendente areale, crogiuolo di storia, cultura, arte, tradizioni che si fondono in un tutt'uno con l'ambiente in cui l'olivo si erge a protettore, diventando, geloso custode di secolari segreti.
Non è possibile stabilire con buona precisione l'origine del "bosco degli ulivi", è fattibile invece determinarne l'evoluzione subita nel corso del tempo, a seguito della quale oggi si ha nella Piana la presenza di due areali: la bassa Piana, fino all'altezza di 320 metri s.l.m.; la parte collinare della Piana, fino ai bordi del Parco Nazionale dell'Aspromonte, a circa 600 metri di quota, dove gli olivi hanno un indubbio grande significato ambientale e storico su terreni terrazzati o in pendenza.
In queste zone il paesaggio olivicolo ha un carattere per molti versi unico, che gli è conferito dalla eccezionale età delle piante e, insieme, dalla fittezza della copertura vegetale; l'associazione di questi due fattori dà luogo a veri e propri boschi di ulivi, nei quali si riscontrano alberi con altezze imponenti (15-20 metri) e sezione al tronco di notevole superficie, estesa fino a 13 mq. Una delle massime espressioni della maestosità delle piante è possibile trovarla nell'azienda Guerrisi, nel Comune di Cittanova qui, in questo luogo meraviglioso ed incantato, esiste una pianta che ha una ragguardevole circonferenza del tronco di ben 16 metri, e un'altezza della chioma che sfiora i 30 metri. Tutto il territorio si presenta come una grande estensione monocolturale ed è il frutto di una lenta opera di bonifica da parte dell'uomo, che nel tempo ha conquistato ad un'agricoltura produttiva un territorio inospitale. Olivi secolari, più o meno antichi, sono presenti in tutti i comuni della Piana, anche in quelli non spiccatamente olivicoli. Essi hanno resistito, grazie anche alla longevità della specie a molte delle calamità naturali che nel corso della storia si sono succedute in questa zona. Per alcuni di questi oliveti la funzione dovrebbe essere complementare o alternativa alla funzione produttiva. E' necessario avviare delle iniziative necessarie per la conservazione degli "olivi ultrasecolari" e del relativo paesaggio rurale, inserendoli possibilmente in un circolo virtuoso di sviluppo, legato all'attivazione di tutte le componenti sociali, economiche e culturali che coinvolgono il sistema produttivo e culturale calabrese. Per queste piante è necessario studiare interventi tecnici tesi ad agevolare le operazioni colturali ed a incrementare la produzione, salvaguardando l'integrità delle piante. Idonei sono anche gli interventi di restauro e messa in sicurezza degli alberi monumentali.
Si dovrebbero sostenere le funzioni non produttive dell'olivicoltura da tutelare sostenendo e riconoscendo il ruolo degli agricoltori che con il loro lavoro, proteggono beni e valori che possono diventare di interesse collettivo. Per gli oliveti secolari della Piana di Gioia Tauro-Palmi, è opportuno avviare una indagine sul territorio, una valutazione della loro diversità, tipicità, integrità, rarità fino a disporre di un inventario dei paesaggi attraverso il quale sia possibile individuare quali devono essere conservati come "paesaggio museo", testimonianze viventi della civiltà olivicola calabrese, quali invece vanno guidati nella loro evoluzione tecnica mantenendo quella multifunzionalità produttiva, ambientale e culturale che è propria della loro storia e quali debbano essere riconvertiti.
Il paesaggio olivicolo della Piana, come elemento originale ed unico, può rappresentare per gli olivicoltori un valore economico, basta saperlo legare ad interessi commerciali, alle tradizioni locali e alle volontà politiche, situazioni indispensabili per costruire un futuro per questo patrimonio.
Dr Antonio Giuseppe Lauro - Capo Panel PrimOlio
Bibliografia: Antonio G. Lauro et al., Gli Extravergini Calabresi - Guida agli oli di qualità (2008).