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lunedì 11 novembre 2013

News Olio. De Girolamo: fatto un altro passo per la tutela del Made in Italy (11/11/2013).

"Le modifiche approvate dalla Commissione europea, fortemente sostenute dall'Italia, favoriranno la prevenzione ed il contrasto delle frodi in un settore strategico del Made in Italy. Siamo molto soddisfatti, perché è necessario continuare sul percorso intrapreso a difesa della trasparenza e della qualità del prodotto, tanto a livello comunitario quanto nazionale. Il settore dell'olio d'oliva rappresenta un patrimonio importante per il nostro Paese e per questo va tutelato e valorizzato".
Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo, ha commentato l'approvazione, all'unanimità, delle modifiche al regolamento (CEE) n. 2568/91, avvenuta nel corso del Comitato di gestione OCM Unica - ortofrutta e olio di oliva del 5 novembre 2013.
La Commissione ha in particolare recepito le decisioni del Consiglio Oleicolo Internazionale per quanto riguarda i metodi per la determinazione degli "etil esteri", in sostituzione del metodo di calcolo degli "alchil esteri", facilitando in tal modo le azioni volte alla prevenzione di pratiche fraudolente.
I limiti di etil esteri consentiti sono stati fissati con un decremento graduale: 40 mg/kg per la campagna 2013/2014, 35 mg/kg per il 2014/2015 e 30 mg/kg per le campagne successive; ciò comporterà quindi che la determinazione dell'olio extravergine di oliva passerà progressivamente verso parametri più restrittivi, ma maggiormente rappresentativi della qualità del prodotto.
Sono state inoltre apportate talune modifiche in materia di campionamento degli oli di oliva, nonché per la valutazione organolettica degli oli di oliva e nel metodo per il rilevamento degli oli estranei negli oli di oliva noto come "metodo globale".
Il regolamento entrerà in vigore dal 1° marzo 2014; tuttavia, i prodotti legalmente fabbricati ed etichettati, immessi in libera pratica prima di tale data, potranno essere commercializzati fino ad esaurimento delle scorte.
Fonte: Ufficio Stampa Mipaaf

venerdì 3 agosto 2012

Decreto Sviluppo – Italia prima nel mondo per norme salva qualità olio di oliva.

Roma – L’Italia indossa la “maglia rosa in Europa e nel mondo per le nuove norme salva qualità dell’olio extra vergine di oliva”. Lo dichiara Massimo Gargano presidente di Unaprol – Consorzio Olivicolo Italiano, che commenta positivamente la conversione in legge del decreto sviluppo da parte dell’Assemblea di Palazzo Madama. Il provvedimento normativo contiene norme per scongiurare il pericolo di frodi nel settore degli oli di oliva.
L’art. 43 dispone, infatti, che gli oli di oliva etichettati con la dicitura “Italia” o italiano o che comunque evochino un’origine italiana debbano contenere un contenuto massimo di metil ed alchil esteri degli acidi grassi minore o uguale 30 milligrammi per chilo. Il limite attuale è di 75 mg/kg.
I metil ed alchil esteri sono composti chimici che si sviluppano nella lavorazione di olive di scarsa qualità o andate a male. La norma approvata riduce drasticamente il pericolo che vengano spacciate per made in Italy miscele di oli che non hanno origine italiana.
L’articolato normativo approvato da Palazzo Madama prevede altresì che diventi obbligatorio, come mezzo di prova nei procedimenti giurisdizionali, la verifica – da parte di un apposito panel di assaggio – della corrispondenza delle caratteristiche organolettiche del prodotto alla categoria degli oli dichiarata. Al fine di evitare che un marchio possa trarre in inganno il consumatore, per origine si deve intendere il luogo di coltivazione e di allevamento della materia prima, nonché il luogo in cui è avvenuta la trasformazione sostanziale.
Nel 2011 le importazioni hanno raggiunto un livello di 625 mila tonnellate, di cui il 76% rappresentato da oli extravergini e vergini. Questo ha determinato un balzo in avanti con un aumento del 4% in volume e del 2% in valore. Ad aumentare, comunque, non sono solo le importazioni, ma anche le esportazioni che hanno superato, per il 2011 le 400 mila tonnellate.
“I dati più recenti relativi al comparto olivicolo-oleario italiano - ha riferito Pietro Sandali direttore generale di Unaprol - evidenziano, per il 2011 una flessione produttiva del 6% rispetto alla campagna precedente”. Il livello produttivo, secondo le ultime stime, dovrebbe attestarsi intorno alle 480 mila tonnellate. “I dati non tornano tra quanto prodotto veramente in Italia e quanto si spaccia come made in Italy. Ha aggiunto Sandali che conclude: “le norme approvate dal Parlamento rappresentano un’anticipazione dell’articolato normativo del disegno di legge 3211 Mongiello – Scarpa, attualmente in discussione al Senato, che ora va approvato dopo che la Commisione Bilancio di Palazzo Madama ha espresso il nulla osta sull'articolato normativo". Si deve consentire alle imprese, afferma Unaprol, di operare in un quadro normativo di assoluta certezza ed ai consumatori di fare acquisti consapevoli.
fonte: CS Unaprol

martedì 17 gennaio 2012

Olio: Gargano (Unaprol), “ridurre alchil esteri cresce gioco di squadra a difesa made in Italy”

Roma - “La difesa del vero olio extra vergine di oliva made in Italy passa anche dalla revisione dei parametri degli alchil esteri”. E la missione di Unaprol - Consorzio olivicolo italiano nei prossimi mesi, sarà quella di chiedere alle istituzioni comunitarie di modificare in senso restrittivo il regolamento 61/2011. Il regolamentazione comunitaria stabilisce in 75 mg/kg di alchil esteri, che può essere esteso fino a 150mg/kg il limite attuale. Una soglia “troppo elevata” secondo il presidente Massimo Gargano, che deve essere portata a 20mg perché, spiega, “questa è la soglia che è presente in un buon olio italiano prodotto da non più di 18 mesi”. E su questo fronte si registra la condivisione degli stessi obiettivi anche da parte del CNO consorzio nazionale olivicoltori emersa durante l’evento “elogio dell’olio e dell’ulivo” promosso dalla fondazione Puglia-Europa-Med che fa capo al presidente nazionale del forum politiche agricole del PD, Enzo Lavarra.
Unaprol, intanto, presenterà nelle prossime settimane una ricerca condotta da diverse università italiane, con l’Università di Perugia a fare da capofila e coordinata dal professor Maurizio Servili della facoltà di agraria dell’ateneo umbro. Lo studio fornirà le basi per un confronto con il mondo politico. “Oggi – spiega Gargano - c’è un problema di etichetta. E non solo per le bottiglie di extravergine d’oliva, ma anche per tutti gli altri prodotti che contengono olio, come ad esempio i sughi. L’etichetta oggi è obbligatoria, ma è scritta talmente piccola che spesso non è leggibile”. Tra i primi con cui i produttori d’olio hanno già avviato un confronto c’è il nuovo ministro per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Mario Catania. “È una persona sensibile, attenta e competente – spiega Gargano – Siamo convinti che con lui - persona esperta del problemi del settore - si possa fare un ottimo lavoro”.
Per i produttori d’olio italiano il momento non è dei migliori. I prezzi hanno recentemente registrato un forte calo, con dirette ripercussioni per le aziende. “Sono state fatte scelte che non pongono l’agroalimentare alla base dello sviluppo e della crescita del Paese – continua Gargano – E così l’industria agroalimentare italiana è diventata preda di altri soggetti che sono riusciti a dar valore diverso al made in Italy sugli scaffali della grande distribuzione organizzata”. Secondo Gargano c’è stato “un furto sull’identità dell’olio made in Italy, con operazioni di marketing che mettono foto di colli umbri e toscani sulle bottiglie che se va bene contengono olio tunisino o addirittura prodotti raffinati e poi ricolorati”.
Impossibile, secondo Gargano, “che i distributori non si rendano conto di non poter vendere extravergine d’oliva a prezzi inferiori a 3 o 4 euro. In Puglia – spiega Gargano – la produzione dell’olio costa mediamente 3,53 euro al chilo; 3,73 in Calabria e sopra i 4 euro nel Lazio. Oggi i consumatori ritengono di acquistare olio italiano quando invece questo non lo è”. Ma vi sono un’industria e una GDO serie in questo paese – ha poi aggiunto Gargano - che prestano attenzione non solo ai prezzi ma anche al contenuto della loro offerta ai consumatori e con loro vogliamo dialogare”.
Fonte: C.S. Unaprol

giovedì 3 febbraio 2011

Addio olio deodorato, una nuova analisi permette di rilevarne la presenza.

E’ stato recepito, con il Regolamento dell’Unione Europea (Reg. UE n. 61/2011), il sistema innovativo elaborato dal Consiglio Oleicolo Internazionale (COI/T.20/Doc. n. 28 - 2009), per combattere una delle frodi di cui più si discute nel mondo dell’olio d’oliva: la deodorazione.
Il nuovo regolamento, licenziato dalla Commissione Europea il 24 gennaio 2011, modifica il regolamento CEE n. 2568/91 relativo alle caratteristiche degli oli d’oliva e degli oli di sansa d’oliva nonché ai metodi di analisi ad essi attinenti.
Il presente metodo, recita il metodo elaborato dal COI, permette di determinare il contenuto di cere e metil ed etil esteri degli acidi grassi negli oli di oliva (EEAG e MEAG). Le singole cere e gli alchil esteri sono separati in funzione del numero di atomi di carbonio. L'impiego del metodo viene consigliato come mezzo atto a differenziare l'olio di oliva di pressione da quello ricavato dalla sansa di oliva (olio di sansa) e come parametro di qualità per gli oli extra vergini, in quanto permette di individuare false miscele di oli extra vergini di oliva e oli di bassa qualità e di capire se si tratta di oli vergini, comuni, lampanti o deodorati.
I limiti fissati dal nuovo regolamento europeo garantiranno una migliore qualità degli oli extravergini e, allo stesso tempo, consentiranno di contrastare l’impiego di oli deodorati, ottenuti con oli scadenti o con olive in cattivo stato.
I limiti più stringenti imposti dal regolamento europeo n. 61 entreranno in vigore dal 1° aprile 2011.
Dr Antonio G. Lauro