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venerdì 18 maggio 2012

Le ricette di PrimOlio: palamita con i piselli.

Ricetta: palamita con i piselli.
Alcuni ritengono erroneamente che la palamita sia un parente povero del tonno. In realtà essa ha carni rosee e compatte, dal sapore forte e generoso, con una lieve punta di acidità, che ben si prestano a svariate preparazioni. Le trance sono ottime grigliate e condite con erbe fini, oppure infarinate e fritte; diversamente possono essere messe in carpione o cotte in umido. Il modo migliore per gustarle è, però, sott’olio.
Oggi presentiamo una ricetta tutta primaverile: palamita e piselli.  

Ingredienti per 4 persone.
1 palamita di circa un chilo e mezzo
1 kg di piselli
½  kg di pomodori da salsa maturi
2 cipollotti freschi
2 spicchi d’aglio fresco
un ciuffo di prezzemolo
un peperoncino piccante
200 g di Olio Extravergine di Oliva cv Cassanese
½ bicchiere di vino bianco
sale q.b.
Tempo di preparazione e cottura: quaranta minuti, più l’ammollo della palamita
Procedimento.
Sfilettate la palamita ricavandone quattro pezzi ed immergeteli per circa 45 minuti in un contenitore con acqua e ghiaccio (finché diventeranno bianchi).
In un tegame a bordo alto con mezzo aggiungete un bicchiere di olio extravergine di oliva della varietà Cassanese, fate rosolare a fuoco moderato i cipollotti tagliati a rondelline fini, unite la palamita ben asciugata, sfumare col vino bianco e far cuocerete per circa otto minuti rigirandola una sola volta. Aggiungete i pomodori tagliati a cubetti e, poco dopo, il peperoncino a pezzetti e un trito di prezzemolo e aglio passati al coltello. Aggiustate di sale e, trascorsi circa 10 minuti, versate i piselli sgranati.
Il tutto va lasciato cuocere lentamente, unendo un pò di acqua calda se la preparazione tende ad asciugarsi troppo. Il punto ottimale di cottura sarà raggiunto non appena i piselli si presenteranno cotti ma turgidi e il sughetto avrà assunto una consistenza cremosa.

lunedì 13 settembre 2010

Le principali varietà di olivo calabresi.

In Calabria, il patrimonio olivicolo può contare su di un vasto germoplasma, frutto della differenzazione, nel tempo, di almeno 33 cultivar di olivo differenti: Borgese, Carolea, Cassanese di Lauropoli, Cerchiara, Chianota, Ciciarello, Corniola di Villapiana, Razza, Dolce di Rossano, Fecciaro, Fidusa, Grossa di Cassano, Grossa di Gerace, Mafra di Cerchiara, Melitana, Miseo, Napoletana, Nostrana di Amendolara, Ottobratica, Pargolea, Pennulara, Perciasacchi, Policastrese, Pugliasca, Rezza, Roggianella, Santomauro, Sinopolese, Squillaciota, Tombarello, Tonda di Strongoli, Tondina, Zinrifarica.
Carolea
Tra queste, descriveremo solamente le principali varietà di olivo calabresi.
Carolea
E' una delle cultivar più importanti del panorama olivicolo calabrese.
Viene coltivata in tutte e cinque le province anche se in quella di Catanzaro è la varietà predominante. La diffusione complessiva è stata valutata nell'ordine di 50.000 ettari. Cultivar di media vigoria, assurgente, con densità medio folta della chioma. I rami fruttiferi sono mediamente assurgenti, il numero di rami anticipati è medio-elevato, la lunghezza media degli internodi è di 2,4 cm. Le foglie sono di dimensioni medio grandi, ellittico-lanceolate, con lembo piano-epinastico di colore verde chiaro. Le infiorescenze sono piccole e compatte, con numero medio di fiori pari a 12, l'aborto dell'ovario oscilla tra il 10 e il 12%. Le drupe hanno un peso di 3,5 - 6 g a seconda della carica delle piante. La forma è ellissoidale, asimmetrica, con evidente umbone. A maturazione completa il colore dell'epidermide è nero lucido. Il rapporto polpa nocciolo è superiore a 5.
La Carolea come tutte le varietà antiche è costituita da una popolazione multiclonale, con differenze
anche significative. La cultivar è praticamente autosterile, le varietà impollinatici sono la Nocellara messinese e l'Ottobratica. L'invaiatura è scalare, l'inoliazione è precoce, la resa in olio varia dal 18 al 22% a seconda dell'epoca di raccolta.
Resistente al freddo e alla rogna è però molto sensibile al cicloconio, alla mosca e alla zeuzera.
Le produzioni sono abbondanti e sono destinate prevalentemente all'oleificazione nonostante le buone caratteristiche merceologiche come oliva da mensa.
Si presta molto bene alla raccolta meccanica con l'uso di scuotitori. Le rese di raccolta variano dal 70 al 95%. L'epoca ottimale di raccolta varia da metà ottobre a tutto novembre per le olive destinate alla trasformazione, mentre deve essere anticipata per le olive da tavola. 
Cassanese
Grossa di Cassano (Cassanese)
E' molto diffusa nella piana di Sibari in provincia di Cosenza e nella adiacente fascia collinare prepollinica. E' stata introdotta anche in altre province dove ha dato ottimi risultati produttivi.
L'albero si presenta vigoroso, con portamento assurgente ed espanso, la chioma è medio-folta.
I rami fruttiferi hanno un portamento variabile con gli internodi di lunghezza media. Le foglie sono grandi, molto larghe ed ellittiche, il lembo è elicoidale-iponastico, il colore è verde intenso. Le infiorescenze sono grandi, rade, formate da circa 20 fiori, l'aborto dell'ovario è elevato e varia dal 50 al 70%. Le drupe hanno un peso medio di circa 4 grammi. La cultivar è autosterile; si impollina facilmente con la Tondina, la Santomauro e la Corniola. L'invaiatura è precoce e concentrata, l'inoliazione tardiva raggiunge massimo il 18% a dicembre inoltrato. E' molto resistente alle principali fitopatie di origine fungina,mentre è sensibile alle infestazioni daciche.Le produzioni unitarie sono abbastanza elevate, anche l'alternanza è contenuta. Le rese alla raccolta meccanica sono elevate. Il 90% della produzione è destinato alla oleificazione, la restante parte viene consumata come olive da mensa. La Grossa di Cassano, per la buona produttività, l'idoneità alla raccolta meccanica e l'elevata resistenza al cicloconio si sta diffondendo in altri areali. Un aspetto negativo è legato alle rese in olio, estremamente basse con raccolte anticipate (max 10%).
Ottobratica
E' diffusa principalmente in provincia di Reggio Calabria (Piana di Gioia Tauro-Palmi) e in provincia di Vibo Valentia. Si riscontra sporadicamente nel versante ionico reggino e nella piana di Lametia. L'albero si presenta molto vigoroso, con portamento espanso assurgente e chioma fitta; le dimensioni delle piante a volte sono ragguardevoli. I rami fruttiferi hanno un portamento variabile, con internodi abbastanza lunghi. Le foglie sono di dimensioni medie, ellittiche, lembo piano o lievemente epinastico, il colore è verde intenso. Le infiorescenze sono medie, rade e con circa 15 fiori, l'aborto dell'ovario è variabile ed oscilla tra il15 e il 40 % dei fiori. Le drupe sono piccole (1,7 g), obovate ed allungate, asimmetriche e nere a piena maturazione.
Il rapporto polpa nocciolo è inferiore a 4. L'indice di autofertilità è molto basso, per cui necessità di altre cultivar con cui è più frequentemente consociata come ad esempio la Sinopolese.
L'invaiatura è precoce e concentrata, l'inoliazione è tardiva e scalare, la resa in olio è media (17%), e raggiunge il massimo a fine dicembre. La cultivar è molto resistente alle avversità vegetali ed animali dell'olivo ad eccezione della lebbra.
Le produzioni sono molto abbondanti ma comunque alternanti.
L'epoca ottimale di raccolta è a fine ottobre inizi di novembre. Le rese e la capacità di lavoro con gli scuotitori sono modeste. Ultimamente nell'areale di origine è stata molto rivalutata.
Tonda di Strongoli
Viene coltivata nella parte settentrionale della provincia di Crotone, è presente sporadicamente in altri areali. L'albero è di modesta vigoria, ha un portamento assurgente-espanso e chioma mediamente folta. I rami fruttiferi hanno un portamento variabile tendente al pendulo, internodi corti e rami anticipati scarsi. Le foglie sono di medie dimensioni, lanceolate, con il lembo piano di colore verde chiaro. Le infiorescenze sono piccole e compatte, con numero medio di fiori pari a 15; l'aborto dell'ovario varia dal 30 al 40% dei fiori. Le drupe hanno dimensione grandi o molto grandi, con peso che varia da 4 a 6 g, hanno forma tra l'ovoidale e lo sferoidale, lievemente asimmetrica, nere a maturazione; il rapporto polpa nocciolo è maggiore di 5. La cultivar è parzialmente autofertile.
Invaiatura ed inoliazione si svolgono in epoca intermedia, fine ottobre inizi novembre e sono alquanto concentrate. La resa media in olio raggiunge il 18%. Particolarmente sensibile alla rogna e alle infestazioni daciche. Le produzioni unitarie sono medie ed alternanti. Le olive vengono quasi tutte olieficate, solo il 3% viene destinato al consumo diretto. L'epoca ottimale di raccolta è novembre inizio di dicembre.
Dr Antonio Giuseppe Lauro - Panel Leader
Coautore de Gli Extravergini Calabresi - Guida agli oli di qualità (2008)