L’Università degli studi di Scienze gastronomiche di Pollenzo e Colorno, ci riferiscono gli accompagnatori, “è stata istituita nel 2004 dall’associazione Slow Food con la collaborazione delle regioni Piemonte ed Emilia-Romagna e si pone come obiettivo principale la creazione di un centro internazionale di formazione e ricerca, al servizio di chi opera per un agricoltura rinnovata, il mantenimento della biodiversità ed un rapporto organico tra gastronomia e scienze agrarie”.
La visita presso l’oleificio Torchia, così come in altre selezionate aziende agroalimentari calabresi, ha come prioritario scopo la valorizzazione delle tecniche di trasformazione delle materie prime in alimenti che rispecchino i criteri di qualità, salubrità e sostenibilità economica e sociale.
La giornata è quindi iniziata con una lezione, tenuta dai responsabili dell’oleificio Torchia, sulle diverse fasi di lavorazione che dalle olive consentono di estrarre l’olio extra vergine d’oliva.
Alla teoria ha fatto seguito la pratica ed ecco gli studenti, dai volti internazionali, aggirarsi tra le macchine così come abitualmente fanno i locali produttori.
L’incontro è poi proseguito con una coinvolgente lezione di analisi sensoriale curata dai Panel Leaders Carmelo Orlando e Antonio Lauro, conclusa con un entusiasmante viaggio tra i tanti profili sensoriali dell’olio calabrese.
A suggellare il ricordo di questa esemplare esperienza di integrazione culturale, sociale oltre che gastronomica la degustazione di prodotti locali quali caciocavallo, capocollo, formaggio pecorino e ricotta, accompagnati dalla tradizionale bruschetta con l’extravergine dell’oleificio Torchia.
Di Lucia Talotta.
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