Con i corsi per buyer, importatori e operatori del settore, che si sono svolti contemporaneamente a Mosca, San Pietroburgo, Hong Kong, Shangai e Pechino, si chiude il secondo anno di “O live health and beauty secret”, la campagna di promozione degli oli d’oliva europei in Russia e Cina.
Il grande sforzo portato avanti dal Consorzio nei due mercati ha dato i suoi frutti: in questi due anni la campagna ha generato un fortissimo interesse nei consumatori dei due paesi ed è fortemente cresciuta la conoscenza del prodotto e la consapevolezza circa l’uso dell’olio d’oliva nelle abitudini quotidiane.
In Russia fra il primo e il secondo anno sono stati coinvolti 410 studenti di scuole di cucina e ristoratori, 129 operatori tra buyer e importatori e sono stati circa 370 i contatti presi alle fiere. In Cina invece 521 studenti hanno partecipato ai corsi di cucina, sono stati più di 200 gli operatori che hanno preso parte ai corsi di formazione e oltre 300 i contatti presi alle fiere.
“Sono numeri ben superiori rispetto a quanto ci aspettavamo e di cui andiamo fieri viste le particolarità dei due mercati” – afferma Elia Fiorillo, presidente del Ceq, Consorzio extravergine di qualità – “I mercati russo e cinese pur con le loro diversità, non sono affatto semplici e le attività di promozione non sono state sempre facili perché ci siamo dovuti scontrare con la normale diffidenza che accompagna la promozione di un prodotto nuovo. Ma la leva salutistica e un’informazione seria e corretta sulle proprietà dell’olio d’oliva, e in particolare dell’extravergine, ci hanno dato ragione. E i risultati non sono mancati.”
Oltre all’interesse dei consumatori, infatti, anche il mercato ha dato le sue risposte. Soprattutto in Russia, che si conferma il paese in questo momento più recettivo alle importazioni di olio italiane. Nonostante, infatti, il consumo di olio in Cina sia pressoché raddoppiato nel periodo 2010-2012, a fare la parte del leone c’è la Spagna, mentre l’Italia ha perso terreno lasciando guadagnare agli avversari spagnoli le proprie quote di mercato.
In Russia, invece, secondo gli ultimi dati economici delle dogane aggiornati a Ottobre 2012 ed elaborati dal Ceq, l’olio italiano nel biennio 2010-2012 ha conquistato quote di mercato: tutte le importazioni di oli, ad eccezione dell’olio d’oliva che ha subito un leggero calo, sono aumentate in valore e quantità.
Per quanto riguarda gli oli vergini l’Italia ha visto crescere la propria quota di mercato di ben 4 punti percentuale, passando dal 22,34% nel 2010 al 26,37% nel 2012. Il valore delle importazioni che nel 2010 era pari ad 344.640.965 rubli russi, alla fine del 2012 ha raggiunto quota 442.490.187. Il risultato più eclatante è stato quello dell’olio di sansa che ha assistito ad una vera crescita record: il valore delle importazioni è passato da 51.431 rubli a 125.557, facendo saltare la quota di mercato dal 28 al 40% e le quantità importate sono più che raddoppiate (da 826 mila a 2170 tonnellate). Solo l’olio d’oliva ha registrato un calo delle quantità importate (da 1.535 nel 2010 a 749 tonnellate nel 2012) e della quota di mercato (dal 26 al 16% per quantità e dal 20 al 17 per valore).
Il grande sforzo portato avanti dal Consorzio nei due mercati ha dato i suoi frutti: in questi due anni la campagna ha generato un fortissimo interesse nei consumatori dei due paesi ed è fortemente cresciuta la conoscenza del prodotto e la consapevolezza circa l’uso dell’olio d’oliva nelle abitudini quotidiane.
In Russia fra il primo e il secondo anno sono stati coinvolti 410 studenti di scuole di cucina e ristoratori, 129 operatori tra buyer e importatori e sono stati circa 370 i contatti presi alle fiere. In Cina invece 521 studenti hanno partecipato ai corsi di cucina, sono stati più di 200 gli operatori che hanno preso parte ai corsi di formazione e oltre 300 i contatti presi alle fiere.
“Sono numeri ben superiori rispetto a quanto ci aspettavamo e di cui andiamo fieri viste le particolarità dei due mercati” – afferma Elia Fiorillo, presidente del Ceq, Consorzio extravergine di qualità – “I mercati russo e cinese pur con le loro diversità, non sono affatto semplici e le attività di promozione non sono state sempre facili perché ci siamo dovuti scontrare con la normale diffidenza che accompagna la promozione di un prodotto nuovo. Ma la leva salutistica e un’informazione seria e corretta sulle proprietà dell’olio d’oliva, e in particolare dell’extravergine, ci hanno dato ragione. E i risultati non sono mancati.”
Oltre all’interesse dei consumatori, infatti, anche il mercato ha dato le sue risposte. Soprattutto in Russia, che si conferma il paese in questo momento più recettivo alle importazioni di olio italiane. Nonostante, infatti, il consumo di olio in Cina sia pressoché raddoppiato nel periodo 2010-2012, a fare la parte del leone c’è la Spagna, mentre l’Italia ha perso terreno lasciando guadagnare agli avversari spagnoli le proprie quote di mercato.
In Russia, invece, secondo gli ultimi dati economici delle dogane aggiornati a Ottobre 2012 ed elaborati dal Ceq, l’olio italiano nel biennio 2010-2012 ha conquistato quote di mercato: tutte le importazioni di oli, ad eccezione dell’olio d’oliva che ha subito un leggero calo, sono aumentate in valore e quantità.
Per quanto riguarda gli oli vergini l’Italia ha visto crescere la propria quota di mercato di ben 4 punti percentuale, passando dal 22,34% nel 2010 al 26,37% nel 2012. Il valore delle importazioni che nel 2010 era pari ad 344.640.965 rubli russi, alla fine del 2012 ha raggiunto quota 442.490.187. Il risultato più eclatante è stato quello dell’olio di sansa che ha assistito ad una vera crescita record: il valore delle importazioni è passato da 51.431 rubli a 125.557, facendo saltare la quota di mercato dal 28 al 40% e le quantità importate sono più che raddoppiate (da 826 mila a 2170 tonnellate). Solo l’olio d’oliva ha registrato un calo delle quantità importate (da 1.535 nel 2010 a 749 tonnellate nel 2012) e della quota di mercato (dal 26 al 16% per quantità e dal 20 al 17 per valore).
Fonte: conipiediperterra.com
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