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domenica 11 dicembre 2011

OLIO: FEDERDOP LUNEDI' 12 CONSEGNA "PRIMACLASSE" AI MIGLIORI DOP.

Conto alla rovescia per conoscere quali saranno le tre aziende che si aggiudicheranno la prima edizione di primaclasse il premio per le migliori aziende produttrici di oli extra vergini di oliva DOP italiani della campagna 2011. L'iniziativa e' a cura della Federdop Olio, la Federazione nazionale dei consorzi volontari per la tutela delle denominazioni di origine protetta degli oli extra vergini di oliva.
I premi assegnati da una giuria di esperti e di capi panel saranno consegnati Lunedi' 12 dicembre 2011 a Roma nel corso di una cerimonia pubblica presso Palazzo Rospigliosi.
L'evento e' patrocinato dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e si avvale della collaborazione delle organizzazioni degli operatori del settore dell'olio di oliva La manifestazione ha lo scopo di promuovere il consumo consapevole dell'olio extra vergine di oliva a denominazione di origine protetta e di esaltarne la tipicita' in relazione alle diverse cultivar e origine geografiche.
In questo gran premio vince chi ha piu' vinto. In prima fila ci sara' l'alta qualita' delle aziende e delle loro produzioni oleicole DOP, ma anche l'impegno e la professionalita' dei produttori orientati a perseguire standard qualitativi altamente competitivi. Saranno assegnati i primaclasse d'oro, d'argento e di bronzo alle tre aziende che hanno vinto il maggior numero di concorsi e competizioni sensoriali DOP in tutta Italia. A questi si aggiunge un altro primaclasse per il consorzio DOP piu' virtuoso. Una serie di riconoscimenti per premiare l'impegno dell'alta qualita' dei mille territori italiani.
La cerimonia di consegna dei riconoscimenti sara' preceduta da Vignette di extra vergine DOP. Una lettura sulla qualita' del prodotto a denominazione di origine protetta a cura del prof. Raffaele Sacchi del dipartimento di Scienza degli alimenti della facolta' di agraria - Portici - dell'universita' degli studi di Napoli Federico II.
"La collaborazione con il Mipaaf - ha riferito il presidente di Federdop, Silvano Ferri - e' strategica perche' rafforza, attraverso l'Istituzione, il legame tra l'olio extra vergine di oliva - che puo' fregiarsi del riconoscimento europeo della designazione di origine - ed i suoi mille territori di produzione".
Olio d'oliva e territorio: da sempre in Italia rappresenta un connubio ideale. Nel nostro Paese il territorio nazionale coglie difatti la sua identita' nella ricchezza delle diversita', mentre il vero olio extra vergine di oliva italiano rintraccia il suo valore nella imponente varieta' produttiva, il cui punto di convergenza e' la qualita'.

martedì 11 ottobre 2011

OLIO: In Europa cresce domanda prodotto alta qualità con progetto Mipaaf, UE e Unaprol.


I consumi di olio extra vergine di oliva sono in aumento in Germania, Francia e Regno Unito. Merito anche della campagna di promozione triennale, Olio Extra Vergine di Oliva: alta qualità europea finanziata con il contributo dell’Unione Europea e del ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e con le risorse proprie di Unaprol - consorzio olivicolo Italiano.
L’Italia che ha fatto dell’alta qualità europea il proprio fiore all’occhiello consolida in questi paesi definiti nuovi consumatori la propria presenza con il 74% del mercato in Germania, il 33% in Francia e il 55% nel Regno Unito.
I dati, riferiti al primo semestre 2011, con confronto rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, evidenziano appunto una crescita della presenza italiana su tali mercati.
Il progetto triennale che ha visto un investimento complessivo di 4,5 milioni di Euro ha sviluppato nel corso dei tre anni di attività oltre 14mila contatti attraverso fiere specializzate; 9 mila attraverso le piazze e 6 mila circa attraverso i ristoranti, cui si aggiungono i 10 mila contatti nei vari punti vendita/gourmet. Nel corso dei tre anni sono stati realizzati circa 100 mila stampati in tedesco, francese ed inglese per la diffusione di materiali di informazione con ricette e notizie salutistiche, per agevolare il consumo consapevole dell’olio extra vergine di oliva, che hanno contribuito a sviluppare sul web oltre 40 mila notizie riguardanti lo stato di avanzamento di questo progetto europeo.
“Abbiamo favorito l’aumento della domanda di olio extra vergine di oliva di alta qualità in Europa, stimolando un consumo più consapevole del prodotto”. Ha riferito il presidente di Unaprol, Massimo Gargano che ha poi aggiunto, “l’analisi delle importazioni dei paesi target del progetto di promozione evidenzia una conferma del trend di crescita della presenza dell’Italia come paese leader dell’alta qualità per le importazioni in tali Paesi”.
Nei tre anni di attività in Germania, Francia e Regno Unito Unaprol, Mipaaf e UE hanno prodotto un'informazione continua sul prodotto e sulle sue varie tipologie; sugli aspetti relativi al processo produttivo, alla qualità, ed alle molteplici possibilità di utilizzo in cucina con preparazione di piatti tipici della dieta mediterranea. Tutte le iniziative sono state orientate, altresì, ad accrescere le conoscenze sulle normative che regolamentano il settore con particolare riferimento agli aspetti concernenti la rintracciabilità, l’etichettatura ed i riconoscimenti qualitativi europei BIO, DOP e IGP.
I dati, non conclusivi, del progetto sono stati comunicati da Unaprol a Colonia, in Germania nel corso di Anuga. A giudicare dalla mole delle informazioni che circolano su questo argomento nella rete globale dell’informazione è la stessa UE a trarre un notevole vantaggio mediatico in qualità di sponsor principale di questa campagna di promozione e informazione. Ad integrare le oltre 40mila notizie circolanti nel web vi sono anche i passaggi televisivi già realizzati dalla Rai che hanno raggiunto complessivamente nelle trasmissioni Italia Agricoltura, TG3 Agritre e Prodotto Italia oltre 2 milioni 700 mila telespettatori. Insieme alle notizie, la rete ha catturato e rilanciato nel villaggio globale dell’informazione anche la capacità della Commissione UE di stabilire, attraverso i suoi regolamenti, come nel caso della promozione ed informazione, migliori condizioni di vita sociale per tutti i consumatori degli stati dell’Unione Europea.
Fonte: C.S. Unaprol

giovedì 1 settembre 2011

Lecce: un percorso alla guida all’assaggio dell’olio extra vergine di oliva.

In occasione dell’ottava edizione della “SETTIMANA DELLA CULTURA SALENTINA ED EUROMEDITERRANEA” che si sta tenendo in questi giorni a Lecce dal 29 agosto al 4 settembre,
“Un percorso alla guida all’assaggio dell’olio extra vergine di oliva”.
La conduzione del percorso sarà guidata dall’Oleologo Francesco Caricato, Direttore della Casa dell’Olivo, in Collaborazione con il Capo Panel del Consorzio D.O.P. Terra d’Otranto Gianni Lezzi.
Il luogo: il gazebo allestito nella piazzetta prospiciente l’accesso all’anfiteatro romano.
Domani venerdì 2 settembre alle ore 19.00 la durata sarà di circa due ore.
In degustazione due oli Salentini D.O.P. Terra d’Otranto, e un olio Toscano, “Un confronto territoriale”.
Il percorso è gratuito ed aperto a tutti per un massimo di trenta partecipanti, è obbligatoria la preiscrizione o via mail: segreteria@casadellolivo.it o ai seguenti numeri telefonici 346.3751412 / 328.1236385
Fonte: Casa dellOlivo

martedì 28 giugno 2011

La Ue inserisce nei registri delle DOP e IGP un nuovo prodotto calabrese.

E' stato inserito nei registri europei delle DOP, IGP e STG un nuovo prodotto. Si tratta dell'ortofrutticolo "Fichi di Cosenza" DOP (Italia).
Con questa nuova registrazione, i prodotti a marchio DOP, IGP, STG riconosciuti dall'Ue toccano quota 1031. 
I Fichi di Cosenza DOP sono i frutti essiccati della varietà di fico "Ficus carica sativa" appartenenti alla varietà Dottato. Dal sapore dolce e mielato, i Fichi di Cosenza DOP, presentano, all'atto dell'emissione al consumo una buccia di colore dorato che può avvicinarsi al giallo paglierino carico ad al beige chiaro ed una forma a goccia allungata, talvolta leggermente appiattita all'apice. 
La zona di produzione ricade nell'intera Valle del fiume Crati e del fiume Savuto che interessano le province di Cosenza e Catanzaro. 
I Fichi di Cosenza DOP vengono confezionati in vassoi di legno o materiale per uso alimentare in cui è stampato un apposito logo (vedi).
Il regolamento di iscrizione nel registro comunitario è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea - Serie L 162 del 22 giugno 2011.
Per l’assessore regionale all’agricoltura Michele Trematerra “Si tratta di un’ulteriore affermazione del paniere agroalimentare calabrese, di quella Calabria fruttuosa, affabile e conviviale, quella dalle tinte verdi e dai profumi intensi che oggi, in modo naturale, intendiamo proporre ai consumatori, con i frutti della terra fatti di sapori particolari che attestano la forte integrazione fra le attività agricole, la natura e i residui storici della civiltà del passato, che magistralmente vengono sintetizzate in questi prelibatezze agro-alimentari di assoluta qualità come i fichi di Cosenza”.
Dr Antonio G. Lauro

venerdì 24 giugno 2011

Olio: a che punto e' la Dop

di Luciana Squadrilli dal sito: troppobuono2.blogspot.com

A quasi 20 anni dalla nascita delle DOP – istituite insieme alle IGP nel 1992 grazie al Regolamento CEE 2081/92 della Comunità Europea – Unaprol – ConsorzioOlivicolo Italiano e Federdop - Olio (la Federazione dei Consorzi di Tutela dell'olio extravergine di origine protetta che riunisce 23 consorzi sui 27 esistenti, dunque l’81% dell’olio Dop italiano) provano a fare il punto sulla situazione delle Denominazioni nel mondo dell’olio (in cui le prime Dop effettive risalgono al 1996) ponendosi delle domande scomode ma necessarie, del tipo: che cosa dà di più al produttore la certificazione? Come viene percepita dal consumatore? Quanto conta nella GDO, e nell’export?
E soprattutto, cosa è successo in questi 20 (15) anni?
Poco, a prima vista. La risposta emersa in occasione del convegno La filiera olivicola degli oli Dop (Roma, 23 giugno 2011), con la presentazione dei dati dell’analisi, è desolante, se si tiene in considerazione il dato numerico riportato da diversi relatori - tra cui Massimo Gargano, presidente di Unaprol – che l’olio Dop in Italia rappresenta solo l’1% del mercato.
Poco, anche se stiamo comunque parlando dell’eccellenza della produzione italiana.
Proprio per questo, è più utile che mai fare un po’ di conti, e sono diversi i dati interessanti emersi dal monitoraggio effettuato su un campione di 205 aziende dei consorzi aderenti a Federdop(il più numeroso mai censito) presentato da Miriam Mastromauro, analista dell’Unaprol, e dalla relazione del prof. Giovanni Belletti, della Facoltà di Economia dell’Università di Firenze.

Il contesto
39 Dop e 1 Igp, dunque, contro i 27 riconoscimenti per l’olio greco e i 23 della Spagna, a cui pero’ non corrisponde un’elevata quantità di produzione certificata, che si limita a circa 10.000 tonnellate. Di queste, il 42% è olio certificato Igp Toscano, il 21% Dop Terra di Bari, il 6% Dop Umbria (con le diverse sottozone), il 4% Riviera Ligure e il restante 27% da dividere per tutte le altre 36 Dop italiane, che sono quindi piuttosto residuali.

L’identikit
Per la maggior parte, le aziende prese in esame dal monitoraggio sono ditte individuali (soprattutto nelle isole e nel Nord Ovest, dove invece al di fuori delle Dop prevale la forma societaria). Il conduttore-tipo di queste aziende (spesso coltivatore diretto, tranne nel Centro Italia dove prevale l’Imprenditore Agricolo Professionale) ha un’età media di 53 anni ed è maschio nel 73% dei casi, con l’eccezione dell’Italia insulare dove le donne conduttrici rappresentano il 58%.
Il 45% dei conduttori possiede il titolo di scuola media superiore, ma il 29% è laureato, percentuale che sale al 35% nell’Italia centrale e al 34% al Sud.
Nel 42% dei casi sono aziende situate in pianura o collina, anche se al Nord prevalgono i terrazzamenti. Le proporzioni di quantitativi certificati per aree geografiche rispecchiano la ripartizione strutturale dell’olivicoltura generale, con Sud e Isole in pole position (ripeto, si tratta di quantità e non valore).
Si tratta di aziende abbastanza strutturate, con strutture di stoccaggio (54%) e in maggior parte imbottigliatori (56%, ma saliamo all’80% nel centro Italia). Pochi pero’ hanno un punto vendita interno: il 47,4% (che sale all’89% in Centro Italia). Il formato più diffuso è la bottiglia da 0,50 lt, seguita da quella da 0,750. Curioso notare come le lattine, piuttosto diffuse al Sud, sono inesistenti al Nord.

Distribuzione e prezzi
Il 47% (ma saliamo al 72% al Sud) dell’olio sfuso è conferito a cooperative; il 19% viene venduto a grossisti e intermediari (mentre nel Centro Italia il 64% viene venduto all’industria). Il 30% dell’olio confezionato viene venduto direttamente al consumatore, mentre il 28% passa attraverso al Grande Distribuzione. Interessante sottolineare che il 17% viene venduto alla ristorazione, e il 12% a negozi tradizionali, specializzati e agriturismi, mentre il restante 13% viene ceduto all’ingrosso.
Ma il bollino della Dop serve realmente a garantire una maggiore remunerazione al produttore, olte che a garantire al consumatore la provenienza e qualità dell’extravergine?
Questo dipende da Dop a Dop. Il prezzo medio dell’olio certificato si attesta sui 10 euro al chilo, ma disaggregando i dati emergono differenze notevoli: soprattutto al Nord, il bollino “regge” prezzi più alti, che arrivano a oltre 18 euro nel caso della Dop Brisighella, e si attesta intorno (o in alcuni casi supera) i 10 per le Dop Laghi Lombardi, Garda, Veneto, Riviera dei Fiori, Riviera Ligure. Ma l’altra faccia della medaglia sono gli oli Dop che spuntano meno di 4 euro/kg: Terra di Bari, Sardegna, Dauno e Bruzio.

Mercato, criticità e leve di marketing
Nonostante cio’, i produttori dimostrano di continuare ad avere fiducia nella scelta della certificazione: il 52% ha scelto di aumentare i volumi di prodotto da marchiare col bollino. Per il 64% delle aziende infatti la certificazione aumenta il valore del prodotto, il 25% lo fa per soddisfare una domanda sempre più esigente mentre l’11% lo fa per rispondere alle richieste della ditribuzione. Le criticità della certificazione sono invece rappresentate principalmente dall’aumento dei costi di produzione e dal mancato aumento del volume di vendita.
Eppure, ben il 99% del campione è deciso a proseguire nella scelta della certificazione. Molto diversa è pero’ la percezione del mercato degli oli Dop in base alla posizione territoriale: se al Nord Est il 100% delle aziende intervistate ritiene il mercato in espansione, la percentuale scende al 35% al Sud, dove il 56% vede invece una situazione di stallo. Minoritari i “pessimisti” che considerano il mercato in regressione, il 7% del totale.

L’extravergine sullo scaffale
Infine, i dati di vendita all’interno della GDO (dati Iri Infoscan 2010), che sinceramente mi hanno lasciato in alcuni casi un po’ spiazzata. Il 72% dell’olio venduto nella GDO è extravergine (l’1% è Dop o Igp come abbiamo visto, l’% è Bio e il 12% è 100% Italiano). L’olio Dop venduto nella GDO arriva principalmente dalla Lombardia (34%), poi da Emilia Romagna (13%), Piemonte e Val d’Aosta (12% qui mi sa che c’è un errore, che Dop ci sarebbero poi in Piemonte e Val d’Aosta?), Veneto (11%) e Toscana (8%). I dati in valore rispecchiano quelli in volume.
Il prezzo più alto nella GDO lo spuntano gli oli Dop trentini (13 euro/lt) seguiti da quelli veneti, liguri e toscani (11 euro/lt). Interessante notare anche che alcuni marchi noti della GDO hanno inserito nella propria gamma dei prodotti Dop come parte di una strategia di differenziazione dell’insegna, mentre il 40% degli oli Dop venduti è confezionato come private label.
Conclusioni
Insomma, ha detto Belletti, la Dop è uno strumento flessibile che dà risultati diversi in base ai casi diversi, e non solo in base al valore economico. Non è una panacea per tutti i mali e non puo’ risolvere le debolezze del comparto olivicolo, ma puo’ essere un elemento importante solo in presenza di una intelligente e più ampia politica di comparto.
“Il bollino blu non risolve i problemi – ha ribadito Silvano Ferri, presidente di Federdop – ma è un punto di partenza per creare un sistema di valori – territorio, tradizione, cultura, cose che in Italia non mancano – fondamentale in questo momento di cambiamento di stili di consumo, in cui le donne diventano le principali responsabili di acquisto”. Pare infatti che noi femminucce siamo più orentate alla qualità mentre i maschietti sarebbero più sensibili all’origine del prodotto… non resta che sperare in un acquisto di coppia (e senza litigi).Non è mancato l’appello agli chef “che invadono la tv dal mattino alla sera”.
Una parola buona per l’olio: basta poco, e checcevo’!?

domenica 19 giugno 2011

La filiera olivicola degli oli DOP, se ne discute in un convegno a Roma.

A Roma, organizzato da FEDERDOP e UNAPROL, il convegno "La filiera olivicola degli oli DOP - Analisi strutturale e monitoraggio di un campione di aziende".
L’Italia vanta al suo attivo 40 riconoscimenti (39 Dop e 1 Igp), ed ha il primato europeo nel settore dell’olio di oliva rispetto a ad Paesi vocati come la Grecia (27) e la Spagna(25). Il comparto degli oli Dop e Igp presenta un numero di riconoscimenti piuttosto elevato, ma il livello di produzione certificata resta ancora basso.
Unaprol presenterà il monitoraggio della filiera olivicola degli oli DOP attraverso una analisi strutturale e monitoraggio di un campione di aziende. Sarà un’occasione per discutere delle opportunità a disposizione del settore e per individuare strategie comuni per il sostegno ed il rilancio dell’intero comparto delle Dop.
Quando: Roma, 23 giugno 2011 - ore 11:00. Dove: Piazza della Pilotta, 4


lunedì 4 aprile 2011

Alimentare: quali i controlli e la tutela per i cibi di qualità. Forum sulle denominazioni.

Operazione trasparenza contro le false certificazioni dei prodotti alimentari di qualità - Dop, Igp, Stg - sempre più spesso al centro di sequestri da parte delle forze dell’ordine.
Da lunedì 11 a mercoledì 13 aprile, a Roma, nella sede del Comitato Italiano Unicef, in via Palestro, 68 nel corso di un forum promosso da IRVEA- Istituto per la Ricerca e la Valorizzazione delle Eccellenze Agroalimentari, insieme con l’Ispettorato Centrale per il Controllo della qualità e Repressione Frodi e a un pubblico ministero della Procura della Repubblica di Roma, verranno affrontate tutte le tematiche legate agli obblighi degli organismi di controllo, dei Consorzi di tutela, degli ispettori e degli agenti della vigilanza per la certificazione e la tutela Dop, Igp, Stg.
“La confusione sugli aspetti organizzativi, l’opacità sulle competenze tecniche, la mancanza di chiarezza sulle qualifiche e sulle attività degli addetti ai controlli e alla vigilanza, non aiutano a capire se e come è possibile risolvere questi problemi”, spiegano gli organizzatori di IRVEA.
“I Consorzi di tutela e gli organismi di controllo- aggiungono- sono probabilmente le uniche opportunità per proteggere le eccellenze alimentari italiane, ma il cammino non è facile, anche per le complesse modalità tecnico operative. Il forum di Roma sarà anche una buona occasione per formarsi, informare, aprire un dialogo e un confronto tra i controllori e i controllori dei controllori, per proteggere i prodotti e la nostra salute”.
Per qualsiasi ulteriore informazione:
Mauro Martelossi, Direttore Esecutivo IRVEA Cell. 347 4913924 - e-mail: m.martelossi@irvea.org

Dr Antonio G. Lauro

giovedì 17 febbraio 2011

L'Europa dei prodotti tipici: da oggi sono mille le registrazioni.


La denominazione «Piacentinu Ennese» (DOP), che designa un formaggio pecorino italiano, é oggi la millesima denominazione registrata secondo il regime di qualità dei prodotti agricoli e alimentari della Commissione. Fin dalla loro istituzione, che risale al 1992, i regimi dell'UE hanno consentito di registrare prodotti agricoli e alimentari di qualità provenienti non solo dai paesi di tutta l'UE, ma anche da al di fuori del suo territorio. Durante gli scorsi anni si è verificata un'impennata delle domande di registrazione in seguito agli allargamenti dell'UE e al crescente interesse manifestato dai produttori di paesi terzi, fra cui l'India, la Cina, la Tailandia e il Vietnam.
Dacian Ciolos, il commissario responsabile per l'Agricoltura e lo Sviluppo rurale, ha dichiarato in merito: "La registrazione della millesima denominazione di qualità costituisce una tappa fondamentale nella storia dei regimi di qualità. Tali regimi, che conferiscono visibilità ai prodotti europei di qualità valorizzando le tradizioni agricole ed il patrimonio rurale, racchiudono ancora grandi potenzialità." Il commissario ha aggiunto: "I regimi di qualità rappresentano l'elemento cardine del Pacchetto "qualità" della Commissione attualmente discusso in sede di Parlamento e di Consiglio. Questa proposta intende rafforzare i regimi delle DOP e delle IGP e conferire nuovo slancio al regime delle STG esaltando il ruolo e le responsabilità delle associazioni di produttori."
I Registri comunitari di qualità così comprendono, da oggi, 1000 prodotti registrati tra cui:
505 Denominazione di Origine Protetta  (DOP);
465 Indicazioni Geografiche  Protette (IGP);
30 Specialità Tradizionali Garantite (STG).
E l'Italia, con 224 denominazioni, è il primo Paese per prodotti registrati.
Dr Antonio G. Lauro

mercoledì 9 febbraio 2011

Bagaladi (RC): Un disciplinare di produzione per l’olio dell’Area Grecanica.

Un disciplinare per la produzione dell’olio d’oliva nell’Area Grecanica.
Questo il titolo dell’interessante convegno tenutosi oggi presso la Porta del Parco di Bagaladi ed organizzato dalla Provincia di Reggio Calabria in collaborazione con l’Università Mediterranea di Reggio Cal. ed i Comuni di Roccaforte del Greco e Bagaladi.
Folta la presenza di addetti ai lavori che stanno maturando sempre più la convinzione che l’innovazione è la strada da seguire per giungere alla realizzazione di un prodotto competitivo sul mercato e che attiri per le sue qualità.
“E’ un primo importante passo verso il ritorno alla terra – ha detto in apertura il Sindaco di Roccaforte Ercole Nucera – in un momento di crisi mondiale in cui il crollo del capitalismo apre lo spazio al localismo ed alle risorse interne per il sostentamento della nostra società”.
Presenti vari Sindaci del comprensorio, il Presidente del Parco Nazionale d’Aspromonte, il Presidente della Provincia e una rappresentanza delle scolaresche dell’Istituto Comprensivo di Bagaladi-San Lorenzo e dell’Alberghiero di Condofuri.
“La strada per restituire redditività al prodotto e dignità al comparto olivicolo nell’Area è il Consorzio – ha sostenuto il Sindaco ospitante Federico Curatola in apertura – produttori grandi e piccoli devono associarsi al fine di abbassare i costi e di seguire il disciplinare presentato oggi per avere un prodotto di qualità che possa essere competitivo e che esporti l’immagine e le tipicità dell’Area Grecanica”.
Il disciplinare di produzione è stato presentato ai partecipanti dal prof. Massimo Baldari della Facoltà di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria.
Dr Antonio G. Lauro

martedì 21 dicembre 2010

Tipicità nell'Unione Europea: adesso siamo a quota 994

UE: registrati due nuovi prodotti.
Sono stati inseriti nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea due nuovi prodotti tipici, si tratta della Carota Novella di Ispica IGP (Italia) e dell'olio Montoro-Adamuz DOP (Spagna).
Con queste nuove registrazioni, il totale dei prodotti a marchio DOP IGP STG europei sale a quota 994. Ad oggi dunque il totale dei prodotti Dop riconosciuti dall'Ue tocca quota 501, mentre le specialità agroalimentari Igp sono 463.
La Carota Novella di Ispica IGP è di forma cilindrica – conica ed è caratterizzata da una superficie lucida, da polpa tenera e dal cuore (parte più interna) poco fibroso. Il prodotto è raccolto da fine Febbraio fino a metà Giugno ed è coltivato in alcuni comuni delle province di Ragusa, Siracusa, Catania e Caltanissetta in Sicilia.
L'Olio Montoro – Adamuz DOP è l’olio di oliva extravergine che si caratterizza per il suo gusto piccante ed amaro e per la sua tipica capacità di conservazione.
E’ prodotto nella comarca agraria della Sierra, nella provincia di Cordoba in Spagna. Ogni confezione di Montoro – Adamuz DOP deve riportare, al momento dell’immissione in commercio lo specifico logo.
Dr Antonio G. Lauro

giovedì 18 novembre 2010

Olivicoltura nel mondo: in Calabria la 36ma sessione del COI di Madrid.

Tre giorni di alto livello tecnico e scientifico. Coinvolti i Paesi dei cinque continenti.
di Rosario Previtera.
Coi in Calabria - Nell’anno in cui la definizione di “olio extravergine di oliva” compie cinquant’anni l’olivicoltura mondiale si è riunita in Calabria. Si è appena svolta infatti la 36° sessione del Consiglio Olivicolo Internazionale (COI) in una tre giorni di alto livello tecnico e scientifico che ha visto coinvolti oltre che direttamente l’UE, decine di Paesi europei, asiatici, africani e sudamericani, nonché i rappresentanti del WTO (World Trade Organization) e del WIPO (World Intellectual Property Organization).
I marchi Igp e Dop - Il tema centrale è stato quello delle “Indicazioni geografiche nel settore dell’olio di oliva e delle olive da tavola”. Un argomento che ha riguardato numerosi interventi e punti di vista sulla scorta di uno studio specifico realizzato proprio dal COI. Gli interventi si sono incentrati sugli strumenti internazionali e bilaterali inerenti alla protezione e alla tutela dei prodotti e dei marchi IGP (Indicazione Geografica Protetta) e DOP (Denominazione di Origine Protetta) nel mondo.
Tre giorni di incontri - Strumenti normativi da uniformare certamente vista l’eterogeneità legislativa tra i diversi paesi del vecchio e del nuovo mondo. Interessanti i punti di vista sulle denominazioni di origine di paesi emergenti nel campo olivicolo come Argentina, Israele, Turchia, Marocco, Tunisia, Albania ma anche di paesi affermati come la Francia e la Spagna. Elementi che evidenziano situazioni diverse e livelli di utilizzo e percezione dei marchi molto diversi. Emerge dall’intenso confronto tecnico effettuato, una tendenza crescente a proporre oli con marchi DOP ed IGP la cui valenza si manifesta soprattutto con l’aumento del fatturato rispetto ai prodotti cosiddetti “a marca bianca”. Ma emerge anche la necessità di dover educare ulteriormente il consumatore nel capire la differenza tra oli garantiti perché derivanti da specifici territori e ottenuti con specifici disciplinari di produzione. Un passaggio indispensabile per far si che anche l’olio venga inteso e percepito così come il vino ovvero prodotto del territorio e rappresentativo dello stesso. Teniamo conto che la produzione di olio in Calabria arriva a 2. 400 milioni di quintali rispetto ai 2.700 milioni di quintali della Puglia e Circa i due terzi sono costituiti da olio extravergine di oliva ed olio vergine di oliva. La rimanente parte è olio lampante. E proprio Puglia, Calabria e Siicilia insieme danno l’85% della produzione italiana pari a poco più di 7 milioni di q.li di olio. L’Italia è pertanto la seconda produttrice dopo la Spagna. Per gli oli DOP ed IGP italiani si stima per il 2010 un fatturato di 250 milioni di euro pari a 16 milioni di bottiglie destinati per il 61% al mercato extracomunitario ed il 39% al mercato italiano e comunitario. Tra i numerosi interventi anche quello dell’assessore regionale all’agricoltura Michele Trematerra e quello di Massimino Magliocchi presidente del Comitato promotore per la realizzazione del marchio “Olio di oliva di Calabria” IGP che si andrà ad aggiungere alle tre DOP calabresi, poco conosciute: Bruzio, Lametia, Alto Crotonese. Con le conclusioni del direttore generale dell’assessorato regionale all’agricoltura, Giuseppe Zimbalatti, si è sottolineata l’importanza dei lavori del COI il cui presidente è stato ringraziato per la scelta calabrese nella realizzazione sia del seminario internazionale che della sessione consultiva. Quest’ultima ha pertanto sintetizzato le osservazioni scaturite dal seminario raffrontandole alle risultanze del lavoro di ricerca svolto dal COI sulle denominazioni dei numerosi paesi sia aderenti che non aderenti al COI di tutti e cinque i continenti, ma interessati alla crescita del comparto tramite le denominazioni di origine. La tre giorni del COI si è conclusa con la visita tecnica a cura dell’OP Conasco, organizzatore dell’evento, presso gli oliveti secolari della Piana di Gioia Tauro a testimonianza della grande vocazionalità produttiva di una regione che sta riscontrando sempre più successi nazionali ed internazionali grazie ad aziende di punta del settore.