Il volume descrive le principali cultivar campane e l'effetto dell'ambiente. A cura del professor Claudio Di Vaio. La presentazione al Salone del gusto di Torino
Sarà presentato venerdì 26 ottobre alle 16,30 al Salone del gusto di Torino, nello stand della Regione Campania, il volume dedicato a "Il germoplasma dell'olivo in Campania" a cura di Claudio Di Vaio, docente del Dipartimento di Arboricoltura, Botanica e Patologia Vegetale della Facoltà di Agraria di Portici, Università di NapoliFederico II.
Il volume, realizzato dall'assesorato all'Agricoltura della Regione Campanianell’ambito del Programma di ricerca “Indirizzi varietali e di tecnica colturale per il rinnovamento dell’olivicoltura campana”, descrive le principali cultivar campane e l'effetto dell'ambiente.
La coltivazione dell’olivo in Campania - come scrive Vito Amendolara, consigliere delegato per l'Agricoltura, nella Prefazione - ha radici millenarie e la sua storia si intreccia in maniera inscindibile con quella del territorio.
Una simbiosi che va al di là di un semplice aspetto agronomico, ma che diventacultura di vita. Questo lavoro evidenzia con chiarezza come l’ambiente di coltivazione risulti determinante nell’espressione della tipicità e della qualità delle produzioni olearie.
Lo studio analizza la risposta agronomica della cultivar Ortice a diverse altitudini e con differenti caratteristiche ambientali, conferma come la tipicità dell’olio extra vergine sia fortemente legata al binomio cultivar-ambiente, requisito fondamentale per il riconoscimento della Denominazione di Origine Protetta (DOP).
Ad oggi la Campania, pur avendo potenzialità inespresse nel campo dell’olivicoltura, può vantarsi di essere al secondo posto, a pari merito con la Puglia, per numero di oli DOP.
Un segnale importante per un prodotto che è alla base della dieta mediterranea e per un comparto che, per la Campania, non ha nulla da invidiare alle altre regioni italiane.
Fonte: Image Line Network