Gli studiosi pisani hanno osservato che, attraverso una serie di riscaldamenti e raffreddamenti, l’olio produce una curva caratteristica che ‘fotografa’ in modo univoco e inalterabile il prodotto, senza alcun margine di errore. Tutte le informazioni verranno raccolte e archiviate in una banca dati consultabile online sul portale www.guidaolio.it. Una garanzia per le produzioni italiane di qualità. Ogni modifica della composizione chimica dell’olio provocherebbe infatti un cambiamento di questa ‘fotografia’ calorimetrica. Qualunque caso di tentata contraffazione (etichette false o adulterazione del prodotto), oppure di cattiva conservazione, sarebbe facilmente rilevabile ripetendo l’analisi e confrontando i risultati con quelli sulla carta d’identità che accompagna il prodotto.
Il nuovo sistema, denominato“cdi oevo” e finanziato anche dal ministero per le Politiche agricole, ha usato per la prima volta la calorimetria per un test di conformità e di origine, che può essere applicato facilmente nell’industria e nel commercio dell’olio d’oliva a costi molto più bassi delle tecniche finora utilizzate e a impatto ambientale zero. Questa tecnica infatti non prevede l’utilizzo di reagenti chimici, non inquina e può essere effettuata nel giro di qualche decina di minuti.
Gli studiosi di Pisa analizzeranno, nell’arco di due anni, circa tremila partite d’olio di provenienza certificata. Questo porterà alla creazione di una banca campioni e di una banca dati consultabili online, da mettere a disposizione di tutta la rete di ricerca italiana attiva sull’olio con varie metodologie. La carta d’identità dell’olio extravergine di oliva è stata presentata al Salone dell’olio extravergine di qualità (SOL) di Verona, presso lo stand di Confagricoltura.
Dr Antonio G. Lauro