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sabato 20 gennaio 2018

Sei le nuove aree iscritte nel registro nazionale dei paesaggi rurali storici e l'olivo fa da trait d'union tra molti di questi differenti paesaggi.

Foto Rete Rurale Nazionale
Che cosa hanno in comune la Fascia pedemontana olivata fra Assisi e Spoleto, il Paesaggio della Pietra a Secco dell'Isola di Pantelleria, il Parco regionale Storico agricolo dell'olivo di Venafro, il paesaggio policolturale di Trequanda ed il paesaggio rurale storico di Lamole in Chianti? (Piantata veneta a parte) 
Ma l'olivo, chiaramente!
Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che l'Osservatorio Nazionale del Paesaggio Rurale ha iscritto nel registro nazionale dei paesaggi rurali storici sei nuove aree. Ad oggi il registro include dieci paesaggi e due pratiche agricole, distribuiti dal nord all'estremo sud della penisola, con una crescita che ha visto raddoppiare il loro numero nel corso dell'ultimo anno.
Queste le sei nuove aree inserite:
Fascia pedemontana olivata fra Assisi e Spoleto
Si tratta della principale area olivicola dell'Umbria, conserva un paesaggio dove il rapporto tra olivicoltura e storia si presenta particolarmente forte: borghi storici, castelli e complessi religiosi si trovano immersi negli oliveti che ricoprono le pendici, arricchiti da terrazzamenti, lunette e ciglioni, mentre nella parte pianeggiante, querce monumentali delimitano i seminativi.

La piantata veneta
Questa candidatura che rientra nella sezione delle pratiche tradizionali riguarda una antichissima pratica agricola che affonda le sue radici al periodo etrusco e che fino ad alcuni decenni orsono rappresentava la più importante qualità di coltura che occupava il centro ed il nord dell'Italia. Si tratta di più colture associate a filari alberati che oggi sono prese di nuovo a modello per le loro molteplici valenza ambientali e paesaggistiche.

Paesaggio della Pietra a Secco dell'Isola di Pantelleria
Il paesaggio di Pantelleria testimonia come le condizioni ambientali abbiano determinato lo sviluppo di tecniche colturali in grado adattare le necessità dell'uomo ad un ambiente difficile producendo un paesaggio straordinario associato ad una alta qualità dei prodotti e di grande valenza turistica. Chilometri di muretti a secco ospitano viti ad alberello, olivi potati per crescere a poche decine di centimetri da terra, capperi e agrumi, in un contesto paesaggistico di grande valenza estetico.

Parco regionale Storico agricolo dell'olivo di Venafro
L'olivicoltura di Venafro affonda le sue radici nell'epoca romana dove la qualità dell'olio di questa area era già citato da Plinio e Catone. Si tratta di un paesaggio caratterizzato da olivi monumentali e da terrazzamenti in pietra, nella diffusa consociazione con il pascolo all'interno degli oliveti, in un ambiente che conserva ancora i caratteri del paesaggio storico dell'Appennino meridionale.

Il paesaggio policolturale di Trequanda
Il paesaggio di Trequanda rappresenta un esempio di tipico paesaggio di origine mezzadrile, con un mosaico policolturale complesso costituito da oliveti, vigne, seminativi nudi o arborati e boschi a dominanza di querce, arricchito dalla presenza di terrazzamenti in pietra a secco che sostengono
gli oliveti sulle pendici più acclivi.

Il paesaggio rurale storico di Lamole in Chianti
Il paesaggio agricolo storico di Lamole, conserva un paesaggio policolturale su terrazzamenti in pietra a secco e rappresenta un esempio di come sia possibile fare agricoltura di qualità nel rispetto del paesaggio storico, che finisce per essere un valore aggiunto ai prodotti locali. Lamole è la patria del Sangiovese il vitigno principale del vino Chianti.

In attesa di dichiarare l'olivo patrimonio dell'umanità, cerchiamo almeno di tutelare il paesaggio agrario e le più belle espressioni della nostra storica olivicoltura.