



Sarà infatti la Facoltà di Agraria dell'Università di Napoli Federico II, presso la Reggia di Portici, ad ospitare il primo 'convegno nazionale dell'olivo e dell'olio'.
Da diversi anni, la Soi, Società di Ortoflorofrutticoltura Italiana, organizza o patrocina eventi legati all'olivo a testimonianza del grande interesse per questa coltura. Tuttavia, visto il momento cruciale che l'intera filiera olivicola-olearia sta vivendo, imputabile alla crescente concorrenza internazionale, alle modifiche della normativa sugli aiuti comunitari, alla definizione di nuovi modelli di olivicoltura e alle innovazioni nei sistemi di trasformazione e distribuzione, la Soi ha ritenuto opportuno promuovere la costituzione del Gruppo di Lavoro Olivo ed Olio, realizzando un momento di confronto e di informazione, stabile nel tempo, fra tutti gli operatori della filiera. Il GdL, fra le prime iniziative, ha deciso di organizzare il I° Convegno Nazionaledell'Olivo edOlio, così da riunire ricercatori, tecnici ed imprenditori per dibattere le tematiche più attuali della filiera, dall'analisi del mercato alla valorizzazione del prodotto, le biotecnologie, gli aspetti varietali, le tecniche di coltivazione, la meccanizzazione, la difesa, fino alle tecnologie della trasformazione e alla qualità dell'olio.
Obiettivo del Convegno è definire le strategie più opportune per aumentare la competitività delle diverse olivicolture italiane, analizzando le possibilità di meccanizzazione, valutandone gli effetti sulla qualità e tipicità dell'olio, delineando così scenari attuali e futuri del settore.
I sessione: Analisi di Mercato e Valorizzazione
II sessione: Modelli Colturali e loro Gestione
III sessione: Germoplasma, Miglioramento Genetico e Biotecnologie
IV sessione: Biologia e Fisiologia e relazioni con l'Ambiente
V sessione: Tecnologie, Qualità e Tipicità dell'Olio
VI sessione: Vivaismo e Difesa
Visita guidata al Museo Hercolanense
Tavola Rotonda: Il futuro della Ricerca nel settore Olivicolo-Oleario: ricercatori, istituzioni ed imprenditori a confronto
Claudio Di Vaio, Università degli Studi di Napoli Federico II
Raffaele Sacchi, Università degli Studi di Napoli Federico II
Antonello Paduano; Sabrina Nocerino tel: 081 2539390 - 2539383
email: divaio@unina.it - sacchi@unina.it
Scadenze
10 settembre: programma definitivo
15 novembre: invio testo per stampa degli Atti a divaio@unina.it
Per informazione sulle quote e le modalità di iscrizione, visita il sito della Soi
Continua su: www.terranauta.it
Organizzato da
International Extravirgin Oliveoil Agency in collaborazione con
A.I.F.O. – Associazione Italiana Frantoiani Oleari,
Istituto de la Grasa di Siviglia e la Provincia di Viterbo
Obiettivi e finalita’
Il corso è stato ideato per trasferire ai partecipanti, il know-how dei migliori specialisti internazionali della filiera.
Il corso è costituito due moduli con lezioni anche presso frantoi oleari della zona e si prefigge la formazione di una nuova figura professionale, quella di “Maestro di Frantoio”, che conosca a 360 gradi non solo il settore della trasformazione, anche alla luce delle più innovative tecnologie e tecniche operative per la diversificazione del prodotto e l’esaltazione delle caratteristiche organolettiche, secondo le esigenze dei vari mercati.
Il Maestro di Frantoio deve conoscere inoltre tutti gli aspetti legali della gestione dei registri obbligatori per le DOP, BIO e 100% italiano, oltre alle normative sull’etichettatura, nonchè le linee guida che disciplinano le strategie del marketing e la comunicazione commerciale per la valorizzazione del prodotto.
DOVE:
Sala Convegni DOMUS la Quercia – Viterbo
Viale Fiume 112 - 01100 Viterbo Italy Tel 0761-33731 Fax 0761-322679
www.domuslaquercia.com info@domuslaquercia.com
QUANDO
14,15,16,17,18 Settembre 2009
TERMINE per le ISCRIZIONI
Entro e non oltre il 07 Settembre 2009
L'ufficio segreteria rimane a vostra disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento e necessita' anche nel mese di Agosto ai seguenti recapiti:
International Extravirgin Oliveoil Agency
Via Nursina 2 -c/o CRA-Centro di Ricerca per l' Olivicoltura e l' Industria Olearia
06049 SPOLETO (PG) Italy
Mob. +39 347 4913924 - Mob.+39 349 8965939 - Tel.+39 0743 49743 - Fax +39 0743 43634
e-mail: info@oliveoilagency.org
È uno dei prodotti più nobili, vanto dell'agroalimentare italiano, apprezzato dai nutrizionisti e dagli chef, ma ancora poco conosciuto dai consumatori. L'occasione per imparare ad abbinare correttamente l'olio extravergine di oliva viene dall'Istituto di biometeorologia (Ibimet) del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Bologna.
“Da anni ci occupiamo di analisi sensoriale e di valorizzazione di questo prodotto”, spiegano Annalisa Rotondi e Massimiliano Magli dell'Ibimet-Cnr, “cercando di studiare la percezione da parte del consumatore dell'abbinamento tra alimenti differenti e diverse tipologie di oli extravergini”. Esperti dell'Ibimet, insieme ad assaggiatori di olio di oliva iscritti all’Elenco nazionale dei tecnici ed esperti degli oli di oliva vergini ed extravergini e a docenti di scuole alberghiere e professionisti della ristorazione, hanno formato un focus group, per definire l'approccio metodologico al problema. La prova si è articolata in tre fasi distinte. Nella prima sono stati intervistati 128 consumatori ai quali è stato chiesto di assaggiare una porzione di carote crude alla julienne, condite con uno dei quattro extravergini scelti per la prova ed esprimere un giudizio sull'abbinamento che ha permesso di definire le principali motivazioni edonistiche legate alle preferenze.
La seconda fase è stata condotta con dieci assaggiatori esperti su tre alimenti dotati di differente struttura: patata cotta al vapore, mozzarella e bresaola, abbinati a sei differenti oli. La terza fase ha visto proporre a 120 consumatori (che frequentano la mensa all'interno dell'Area della Ricerca del Cnr di Bologna) un test di comparazione a coppie con le tre tipologie di alimento in combinazione con gli oli che nella fase precedente avevano ottenuto i migliori e i peggiori giudizi.
Ed ecco i risultati. Per il condimento della bresaola è emerso che gli oli dotati di intensità medio-elevata di fruttato verde di oliva, amari e piccanti risultano i più adatti in quanto creano un gradevole contrasto. Per la mozzarella, invece, gli oli in grado di migliorarne al massimo il suo sapore sono stati quelli mediamente fruttati, ricchi di profumi erbacei e mediamente amari e piccanti; queste tipologie di olio hanno valorizzato i caratteri sensoriali della mozzarella grazie ad una armonia di sapori che si è instaurata tra l'alimento e il condimento. Infine per il condimento della patata cotta al vapore l'olio dotato di un fruttato medio e mediamente amaro e piccante è stato in grado di valorizzare al massimo il sapore della patata esercitando su di essa un contrasto positivo.
“La conferma che effettivamente l'olio extravergine di oliva, utilizzato come condimento, possiede la capacità di modificare il sapore di un alimento ci è data anche dall'effetto peggiorativo che alcune tipologie di olio possono esercitare su certi alimenti i cosiddetti abbinamenti sbagliati”, sottolineano i ricercatori. Dall'indagine è emerso, infatti, che un olio lievemente fruttato e prevalentemente dolce ha esercitato un effetto peggiorativo sulla gradevolezza della bresaola. In abbinamento con la mozzarella oppure con la patata, oli intensamente fruttati, molto amari e piccanti hanno diminuito la gradevolezza di questi alimenti in seguito all'instaurarsi di un contrasto negativo di sapori. “Una indicazione che dovrebbe indurre il sistema commerciale e i consumatori a porre maggiore attenzione alle caratteristiche organolettiche di ciascun prodotto”, concludono all'Ibimet.
Per l'abbinamento con la patata cotta al vapore, la capacità di percepirne il carattere migliorativo o peggiorativo dell'olio è stata molto elevata e quindi c'è stata concordanza tra la qualità ‘ufficiale’ emersa dal panel di esperti e la qualità ‘percepita’ indicata dal consumatore. Per gli altri due abbinamenti, specie quelli con alimenti a struttura più complessa come la bresaola, i consumatori hanno mostrato un'omogeneità di giudizio inferiore, a dimostrazione della maggiore difficoltà nell'individuazione del complesso olio-alimento più gradevole. L'interesse delle varie regioni d'Italia è orientato sempre più verso la salvaguardia della biodiversità in senso lato tutelando numerosi prodotti alimentari. L'olio extravergine di oliva, non come semplice condimento, ma come segreto ancora da svelare in abbinamento a preparazioni culinarie profondamente legate alle tradizioni regionali, può valorizzare se stesso e il territorio in cui viene prodotto.
Di Edoardo Capuano.
Riceviamo e volentieri pubblichiamo il comunicato stampa della redazione di Merum (www.merum.info)
Si stima che il 95 per cento dei cosiddetti “extra vergini” sugli scaffali siano in verità dei semplici “vergini” se non addirittura degli oli “lampanti”.
È colpa della situazione completamente illegale che regna nel mercato dell’extra vergine se l’abbandono degli oliveti e la sofferenza delle aziende olivicole aumenta giorno per giorno.
È impossibile per le aziende agricole competere con i prezzi dell’industria.
I produttori agricoli, con i loro prezzi di vendita, sono fuori mercato anche se vendono sottocosto. Una delle poche pubblicazioni che “dice non solo il peccato ma anche il peccatore” è la rivista Merum.
Merum è pubblicata in lingua tedesca e diffusa in Germania, Austria e Svizzera. Con spirito critico, indipendente ed appassionato Merum racconta il mondo del vino, dell’olio di oliva e di altri prodotti agroalimentari italiani. Merum, in passato, ha accusato ripetutamente l’industria olearia per la falsa denominazione dei loro oli. Il basso livello dei prezzi dell’extra vergine, il crescente abbandono degli oliveti da parte di tanti produttori per gli alti costi di produzione e la bassa redditività è una colpa da attribuire, secondo Merum, all’industria olearia ed una legislazione sbagliata. In una ricerca di mercato, condotta nell’estate 2005, Merum in collaborazione con la rivista tedesca Der Stern, il canale televisivo pubblico ZDF e la rivista di Slow Food Germania, era riuscita a dimostrare che la maggior parte degli “extra vergine” venduti sugli scaffali tedeschi è di qualità scadente. Su richiesta di Merum, i panel ufficiali del Laboratorio della Camera di Commercio di Firenze avevano esaminato alcuni degli oli in commercio in Germania riscontrando una situazione qualitativa preoccupante. Successivamente il panel ufficiale dell’ARPAT (Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana) a Firenze aveva preso in esame i 31 campioni di “extra vergine” reperiti dai giornalisti nei supermercati tedeschi. Soltanto un unico olio possedeva i requisiti di idoneità, previsti dalla legge, per la categoria extra vergine. Nove oli furono classificati come semplici “vergini” e 21 oli addirittura come “lampanti”. Ciò significa che 30 oli su 31, la maggior parte imbottigliati in Italia, erano stati etichettati in maniera scorretta. Questa indagine era stata pubblicata nel 2005 da Merum, da Der Stern, da Slow Food Germania e dalla tv ZDF. In Italia nessuna pubblicazione ha voluto diffondere questi risultati scandalosi. Anche da parte delle autorità italiane non vi fu alcuna reazione, nonostante le informazioni fossero ben note. Nel 2006 uno dei colossi attaccati, la Carapelli, fece invece causa (penale e civile) ad Andreas März di Merum perché, secondo l’azienda, le affermazioni pubblicate su Merum “offendevano la reputazione dell’immagine professionale e la serietà professionale della Carapelli”. L’azienda chiedeva un risarcimento dei danni e il pubblico ministero una reclusione di sei mesi per l’imputato. Il Tribunale Penale di Pistoia il 12 maggio 2009 ha assolto Andreas März dal reato ad egli ascritto (diffamazione) perché il fatto non sussiste. Né la Carapelli né il PM hanno presentato ricorso contro la sentenza. Ciò comporta che le seguenti affermazioni (tradotte dal tedesco) – non essendo diffamatorie – sono liberamente pronunciabili: “Come la maggior parte degli ‘extra vergine’ del supermercato, anche i campioni della fabbrica d’olio Carapelli (Firenze) sono stati giudicati scadenti. I panel del Laboratorio della Camera di Commercio di Firenze hanno riscontrato che gli extra vergine Carapelli sono denominati in modo errato. Indipendentemente dalla degustazione da parte degli esperti della Camera di commercio, la qualità scadente degli oli Carapelli è stata confermata anche da un ulteriore panel ufficiale (ARPAT/Firenze).” “Invece di denominare correttamente i suoi oli, il gruppo Carapelli, domiciliato a Firenze, se la prende con il singolo esaminatore. … Il modo più efficace per far tacere la stampa critica nella sua attività contro l’anarchia vigente nel mercato dell’olio di oliva, è quello di intimidire gli esperti.” “Fino a quando oli puzzolenti, rancidi e prodotti di qualità superiore che profumano di olive fresche porteranno lo stesso nome, i produttori di qualità in Italia e in tutto il bacino del Mediterraneo non hanno la possibilità di coprire il loro costi.” “I manager dell’industria dell’olio sanno cosa significherebbe per loro una differenziazione dell’offerta dell’olio. Se il consumatore avesse libera scelta tra la massa e la classe, questo potrebbe significare una minaccia per il loro giro d’affari.”
Cordiali saluti, la redazione di Merum
Gli Stati Uniti con una quota superiore al 60% del mercato sono il primo importatore di olio di oliva dall'Italia e rispetto ai paesi nuovi consumatori, esprimono attualmente la più elevata potenzialità di consumo, confermando trend di crescita superiori al 5% all'anno.
Ad agevolare il consumo di questo prodotto, molto ricercato negli Stati Uniti, anche il prestigioso riconoscimento tributato dalla FDA, la Food and Drug Administration statunitense, che permette di indicare in etichetta (in Europa invece questo non è ancora consentito), i benefici salutistici e nutrizionali di una dieta alimentare che, per ridurre i rischi di malattie cardiovascolari, comprenda anche due cucchiaini al giorno di olio extra vergine di oliva.
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Oltre trecento gli ospiti intervenuti per un totale di quattrocento relazioni che hanno già segnato il futuro per addetti ed esperti del settore. Il Ciosta, lo ricordiamo, “è un’organizzazione che unisce al suo interno tutti gli agronomi e comprende quaranta paesi del mondo, dall’Africa agli Stati Uniti”. La sua missione è proprio quella del “miglioramento dell’agricoltura in termini di produttività e qualità, in primis”, spiega il Presidente del Ciosta il Prof. Gennaro Giametta. Punti cardine che passano inevitabilmente per “l’innovazione in agricoltura”. Quello di Reggio Calabria, è il secondo appuntamento italiano per un convengo che ha cadenza biennale. Per tre giorni, spiega il presidente del Ciosta “Reggio è stata al centro del mondo agricolo con centinaia di studiosi venuti da tutto il globo per parlare di innovazione e tecnologia”. Ma non solo.
L’apertura dei lavori ha visto due dei massimi esperti mondiali nel campo, parlare di robotica agricola e innovazione, uno spazio importante ha preso nella tre giorni reggina, la questione della sicurezza sul lavoro. Indubbiamente poi, il tema della “forestazione” vista nelle sue varie sfaccettature è stata la “chicca” su cui ha voluto puntare la Mediterranea. Un fenomeno importante e di rilievo nel bacino del Mediterraneo, ma finora mai affrontato in maniera tanto approfondita. In questo senso, l’ateneo reggino fa da apripista. Partendo proprio da quel 70% di forestazione presente nella regione Calabria, e sempre in termini di innovazione tecnologica del settore. Lavori, quelli appena conclusi, che già trovano eco, ovviamente in lingua inglese, in tre volumi che raccolgono gli interventi degli esperti intervenuti. Impossibile, spiega Giametta, non pensare anche ad un “ritorno pratico per le aziende che potranno quindi usufruire dei risultati delle ricerche”. Tradotto: vantaggi economici e qualitativi per la produzione.
Sulla stessa lunghezza d’onda il commento del Coordinatore del Ciosta,il reggino Prof. Giuseppe Zimbalatti. “Sono state giornate ricche di lavori e di spunti”. E se è vero che le sessioni sono andate avanti dalle 9:00 del mattino, anche fino alle 18:00, non sono mancate le esperienze sul campo per la delegazione proveniente dai quattro angoli del globo. Occasione e biglietto da visita anche per la città, per la provincia e tutta la Calabria. Vedi “l’appendice tecnico-gastronomica della prima giornata con la dimostrazione delle macchine agricole prodotte dall’azienda De Masi”, una delle “eccellenze” del territorio reggino. E non sono poi certo mancate le occasioni anche per la degustazione dei prodotti tipici di questa terra, a precedere le sessioni di lavoro del mattino. Poi, il gran finale con l’intera delegazione ricevuta a Palazzo Foti dal presidente del Consiglio provinciale Giuseppe Giordano e dall’assessore Antonio Scali, in Piazza Italia.
L’ultima giornata è stato protagonista l’Aspromonte , il suo Corpo forestale con le escursio sul territorio.
Eleganza, finezza, equilibrio e soprattutto godibilità a tavola. Il vino è sempre più scelta di gusto per un pubblico che va crescendo, in numero e conoscenza enologica, e sempre meno oggetto di culto per un’elite di esperti. Va così morendo la divisione tra i cosiddetti vini da degustazione e quelli di pronta bevibilità, quotidiani. Questo chiede il mercato e lungo queste linee sempre più si muove la Guida dei vini d’Italia 2010 de L’espresso giunta alla nona edizione, a novembre in edicola e libreria con le schede di assaggio delle etichette di circa 2300 produttori. La raccolta delle campionature e la loro catalogazione da diversi anni in Calabria è stata affidata a Rosario Franco Divulgatore Agricolo dell’ARSSA.
Quest’anno, per la priva volta, le degustazioni dei vini, per la nuova edizione 2010, verranno fatte in Calabria, il 22 giugno, presso il Ristorante Luna Rossa di San Giorgio Morgeto. Di questo se ne occuperanno direttamente i curatori della guida unitamente al loro staff. Nel pomeriggio di domenica 21 giugno 2009, alle ore 18,30 presso la biblioteca del Comune di San Giorgio Morgeto, Giampaolo Gravina Curatore della guida, terrà una conferenza sul tema “I Vini di Calabria, particolarità e prospettive commerciali”. All’incontro parteciperanno il Sindaco di San Giorgio Morgeto Nicola Gargano, il Presidente dell’Associazione Primolio Saperi e Sapori di Calabria Domenico Fazari, produttori ed esperti del mondo dell’enologia calabrese.
Primolio Saperi e Sapori di Calabria.Queste le parole di † S. Ecc.za Mons. Prof. Marcelo Sánchez Sorondo, Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze, che aprirà l'incontro «Valori e valore dell'olio Italiano» in occasione della presentazione del volume «l'ulivo e l'olio», ottavo titolo della collana «Coltura&Cultura», voluto da Bayer CropScience per contribuire alla comunicazione dei valori delle produzioni agricole italiane.
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