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venerdì 15 luglio 2011
Seminario tecnico-scientifico sulla lebbra dell'olivo.
Sarà incentrato sulla difesa dal terribile patogeno "Lebbra dell'Olivo" (Colletotricum gloeosporioides e C. acutatum) il seminario tecnico-scientifico organizzato da Basf per martedì 19 luglio alle 18,30 presso la "Casa di Nazaret" di Rizziconi (RC).
L'incontro, nasce dall'esigenza del mondo olivicolo che, nel corso delle ultime campagne, ha assistito alla diffusione sempre più grave della lebbra dell’olivo. L’incidenza di tale fitopatia ha contribuito a compromettere ulteriormente un comparto, come quello olivicolo, già gravemente colpito da una dura crisi di mercato. La situazione della malattia si è aggravata e la virulenza riscontrata è eccezionale. Per dare l’informazione ad un settore che troppo spesso ha sofferto della mancanza di una comunicazione efficace a misura dei propri operatori ci ha pensato una nota azienda chimica attraverso la relazione del dr Giampaolo Rogna della Basf Agro Italia che illustrerà la sintomatologia, la biologia del fungo, le condizioni favorevoli allo sviluppo del patogeno e i risultati ottenuti nelle prove sperimentali della sostanza attiva "Piraclostrobina", commercializzata dallo scorso 4 luglio col nome di "Insignia".
Dr Antonio G. Lauro
mercoledì 13 luglio 2011
Collezionismo: le etichette dell'olio di oliva.
Il collezionismo, si sa, è un hobby che consiste nella raccolta sistematizzata di oggetti appartenenti ad una particolare categoria. Gli oggetti delle collezioni, spesso molto ben organizzate, divengono veri e propri "libri di storia", che ricordano eventi e periodi storici che hanno inciso profondamente sulla nostra civiltà.
Alcuni collezionisti scelgono di focalizzarsi su di un particolare aspetto di un'area più ampia, come ad esempio i francobolli del XIX secolo o le monete in oro. Altri preferiscono collezioni più generali, come francobolli o monete di tutti i paesi del mondo.
In molti dei settori più comuni del collezionismo vi sono anche commercianti specializzati che trattano gli oggetti da collezione, ma anche raccoglitori, cataloghi ed altri strumenti utilizzati dai collezionisti. Molti di questi commercianti hanno iniziato come collezionisti, trasformando poi il loro hobby in una professione.
Alcuni collezionisti scelgono di focalizzarsi su di un particolare aspetto di un'area più ampia, come ad esempio i francobolli del XIX secolo o le monete in oro. Altri preferiscono collezioni più generali, come francobolli o monete di tutti i paesi del mondo.
In molti dei settori più comuni del collezionismo vi sono anche commercianti specializzati che trattano gli oggetti da collezione, ma anche raccoglitori, cataloghi ed altri strumenti utilizzati dai collezionisti. Molti di questi commercianti hanno iniziato come collezionisti, trasformando poi il loro hobby in una professione.
Tra questi, ve ne è uno dedito, tra l'altro, al collezionismo di vecchie etichette di olio di oliva, navigando tra le quali è possibile fare un immaginifico viaggio nella storia, recente, dell'olio di oliva.
Chi è Mark Wickens.
E' un collezionista di etichette di olio d'oliva, incarti di frutta (del tipo usato per avvolgere le arance, limoni, mele, pomodori e simili). La sua collezione di incarti per frutta (in inglese wrapper) contiene circa 12.000 soggetti differenti, provenienti da 70, tra paesi, colonie e vari territori. Il suo più vecchio "wrapper" data 1895. Più ridotta la collezione di etichette di olio d'oliva, che contiene circa 1.300 diversi modelli, con la più antica risalente al 1860.
Il suo articolo:
Si collezionano tutti i tipi di etichette, per barattoli di inchiostro, profumi, sciroppi, aceto, acqua minerale, cassette di frutta, ecc.. Le collezioni di questi articoli sono numerose e talvolta molto corpose, fino a contare venti, quaranta o persino centinaia di pezzi. Per qualche ragione sconosciuta pochi sono i collezionisti di etichette di vino, whisky, birra o altro. Eppure, secondo me, le etichette di olio di oliva tendono ad essere più eleganti. La grande maggioranza di quelle che ho visto (circa 700) richiamano alla mente qualità supecavalleri sul loro destrieri, condottieri, leoni, aquile, grifoni, angeli, cocchi, manieri, castelli e simili.
Si collezionano tutti i tipi di etichette, per barattoli di inchiostro, profumi, sciroppi, aceto, acqua minerale, cassette di frutta, ecc.. Le collezioni di questi articoli sono numerose e talvolta molto corpose, fino a contare venti, quaranta o persino centinaia di pezzi. Per qualche ragione sconosciuta pochi sono i collezionisti di etichette di vino, whisky, birra o altro. Eppure, secondo me, le etichette di olio di oliva tendono ad essere più eleganti. La grande maggioranza di quelle che ho visto (circa 700) richiamano alla mente qualità supecavalleri sul loro destrieri, condottieri, leoni, aquile, grifoni, angeli, cocchi, manieri, castelli e simili.
E, per enfatizzare ulteriormente la qualità si fa un largo uso di oro e di elementi ornamentali, specialmente su quelle datate. Certamente molte di queste immagini sono create per essere distinguibili e facilmente identificabili, il che è spiegato da ragioni di mercato. Altre etichette rappresentano immagini di scene campestri (la raccolta delle olive), rami di ulivo, ulivi, frantoi, cesti pieni di olive, grandi vasi, raccoglitori di olive, scene cittadine, statue, farfalle, colombe, rondini, fiori, dragoni ed ancora altre immagini.
L'etichetta di olio di oliva più antica di cui sono a conoscenza risale a circa il 1860 ed era utilizzata, secondo quanto si dice, sulle bottiglie di olio destinate a Napoleone. Ha un impianto grafico molto elaborato che consiste in un blasone rosso ed oro circondato da volute ornamentali dorate. La più antica etichetta di olio di oliva italiana che abbia mai visto risale alla fine del secolo XIX ma non vi è dubbio sul fatto che i produttori italiani avevano cominciato ad usare le etichette molto prima di quella data.
Le etichette americane risalgono al 1910 circa. Alcune di queste sono decisamente simili a queste francesi della stessa epoca, alcune delle quali erano litografate su pietra. Probabilmente esistono anche delle etichette di olio d'oliva spagnole e portoghesi molto antiche ma, ad onor del vero, non ho avuto modo di vederne.
Al giorno d'oggi l'Italia detiene sicuramente il primato in questo campo, dato l'estro di molti artisti italiani profuso in numerose etichette eccellenti, belle e molto interessanti. Un'etichetta attuale italiana molto interessante raffigura un monaco intento ad arrampicarsi su un albero di ulivo.
I produttori e gli imbottigliatori francesi, spagnoli, marocchini, tunisini, algerini, americani e portoghesi utilizzano raffinate immagini, ma non raggiungono mai il livello di quelle italiane.
Molti di noi probabilmente associano l'olio d'oliva alla cucina. Eppure, per lo meno in America, è stato anche venduto in farmacia per scopi curativi fin dagli inizi di questo secolo, e molte delle etichette utilizzate a tal fine sono piuttosto avvincenti. In particolar modo quelle più vecchie: alcune raffigurano rami d'ulivo cariche di olive.
In Israele l'olio d'oliva è usato per scopi religiosi e sacramentali. Le etichette, pertanto, raffigurano immagini religiose, oppure immagini di antiche lampade ad olio.
Mi piacerebbe poter corrispondere con altri collezionisti di etichette di olio d'oliva o con etichette anche di altri articoli.
Mark A. Wickens
Etichetta del 1920 |
Le etichette americane risalgono al 1910 circa. Alcune di queste sono decisamente simili a queste francesi della stessa epoca, alcune delle quali erano litografate su pietra. Probabilmente esistono anche delle etichette di olio d'oliva spagnole e portoghesi molto antiche ma, ad onor del vero, non ho avuto modo di vederne.
Al giorno d'oggi l'Italia detiene sicuramente il primato in questo campo, dato l'estro di molti artisti italiani profuso in numerose etichette eccellenti, belle e molto interessanti. Un'etichetta attuale italiana molto interessante raffigura un monaco intento ad arrampicarsi su un albero di ulivo.
I produttori e gli imbottigliatori francesi, spagnoli, marocchini, tunisini, algerini, americani e portoghesi utilizzano raffinate immagini, ma non raggiungono mai il livello di quelle italiane.
Molti di noi probabilmente associano l'olio d'oliva alla cucina. Eppure, per lo meno in America, è stato anche venduto in farmacia per scopi curativi fin dagli inizi di questo secolo, e molte delle etichette utilizzate a tal fine sono piuttosto avvincenti. In particolar modo quelle più vecchie: alcune raffigurano rami d'ulivo cariche di olive.
In Israele l'olio d'oliva è usato per scopi religiosi e sacramentali. Le etichette, pertanto, raffigurano immagini religiose, oppure immagini di antiche lampade ad olio.
Mi piacerebbe poter corrispondere con altri collezionisti di etichette di olio d'oliva o con etichette anche di altri articoli.
Mark A. Wickens
Per maggiori informazioni, e per poter visionare la collezione di Wickens, vi invito a visitare il sito: pages.infinit.net/wickens
Alcuni esempi tratti dalla collezione di Wickens:
1895 |
Anno 1900-1910 |
1915 - 1918 |
1950 - 1960 |
Dr Antonio G. Lauro
martedì 12 luglio 2011
OLIO: A Fancy Food I.O.O.% qualità italiana antidoto MIpaaf e Unaprol contro furto “made in Italy”.
Gli Stati Uniti, con oltre 300 milioni di potenziali consumatori, rappresentano il primo mercato di sbocco per l’olio extra vergine di oliva made in Italy. Il mercato statunitense assorbe mediamente 250mila tonnellate all’anno di olio di oliva in generale e si colloca al terzo posto a livello mondiale per consumo con una quota che sfiora il 13%.
In questo modo gli Stati Uniti sono il primo mercato del consumo dopo quello europeo e, anche se i consumi pro-capite non raggiungono l’1%, il trend di crescita fa ipotizzare notevoli margini di incremento.
I dati sono stati forniti oggi al summer Fancy Food di Washington nel seminario organizzato da Unaprol – consorzio olivicolo italiano per presentare a buyer, ristoratori di eccellenza, giornalisti e cuochi I.O.O.% alta qualità italiana, il consorzio che rappresenta le imprese olivicole che producono il vero prodotto italiano garantito dalla certificazione della prima filiera olivicola italiana.
Dai dati elaborati da Unaprol emerge che tra 2004 al 2009 la percentuale di crescita del consumo di olio di oliva negli Stati Uniti è stata di circa il 2% ma fino al 2012 si prevede una crescita dello 0,8% e, sempre in base alle previsioni, il mercato dell’olio di oliva in generale crescerà entro lo stesso periodo del 2,60%. Gli Stati Uniti sono importatori netti di olio di oliva, nonostante dispongano di una piccola produzione interna concentrata prevalentemente nello Stato della California. Sebbene negli ultimi anni gli oli italiani si siano dovuti confrontare con una molteplicità di prodotti sempre più competitivi provenienti da altri Paesi, essi conservano una posizione di assoluto primato nel panorama dell’offerta agroalimentare.
“Da prodotto etnico a simbolo della dieta mediterranea”, afferma Massimo Gargano, presidente di Unaprol che aggiunge “l’olio extra vergine di oliva italiano è al secondo posto fra i prodotti agroalimentari esportati dall’Italia negli Sati Uniti e sviluppa un mercato di 350 milioni di dollari in termini di valore. Giusto – ha poi concluso Gargano – impegnarsi per sostenere la crescita dei consumi orientando la domanda statunitense verso oli extra vergini di oliva made in Italy e di alta qualità certificata”. L’iniziativa di Unaprol a Washington viene realizzata nell’ambito delle attività di promozione, informazione e comunicazione del primo contratto di filiera per l’olio di oliva siglato con il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Particolare attenzione nella missione del summer Fancy food è stata dedicata agli incontri B2B (business to business) in considerazione del fatto che il 40% del consumo degli oli di oliva in generale negli USA è rappresentato dal settore HORECA, che apprezza molto il prodotto di qualità. Il consumatore americano ha preso coscienza che la dieta mediterranea può essere una soluzione nella lotta all’obesità e questo è il motivo principale della crescita dei consumi dell’extra vergine negli States. Ma non bisogna abbassare la guardia perché la contraffazione e il furto di identità sono in agguato. Si calcola, infatti, che il mercato dei prodotti così detti “Italian sounding” sia dieci volte quello dei prodotti autenticamente italiani. Per contrastare questo triste fenomeno I.O.O.% alta qualità italiana, con il debutto di Washington, continua ad intensificare la rete di rapporti per affermare tra i nuovi consumatori che si può scegliere il vero olio extra vergine italiano rintracciando la sua vera origine certificata e di alta qualità dalla prima filiera olivicola del made in Italy nel mondo.
In questo modo gli Stati Uniti sono il primo mercato del consumo dopo quello europeo e, anche se i consumi pro-capite non raggiungono l’1%, il trend di crescita fa ipotizzare notevoli margini di incremento.
I dati sono stati forniti oggi al summer Fancy Food di Washington nel seminario organizzato da Unaprol – consorzio olivicolo italiano per presentare a buyer, ristoratori di eccellenza, giornalisti e cuochi I.O.O.% alta qualità italiana, il consorzio che rappresenta le imprese olivicole che producono il vero prodotto italiano garantito dalla certificazione della prima filiera olivicola italiana.
Dai dati elaborati da Unaprol emerge che tra 2004 al 2009 la percentuale di crescita del consumo di olio di oliva negli Stati Uniti è stata di circa il 2% ma fino al 2012 si prevede una crescita dello 0,8% e, sempre in base alle previsioni, il mercato dell’olio di oliva in generale crescerà entro lo stesso periodo del 2,60%. Gli Stati Uniti sono importatori netti di olio di oliva, nonostante dispongano di una piccola produzione interna concentrata prevalentemente nello Stato della California. Sebbene negli ultimi anni gli oli italiani si siano dovuti confrontare con una molteplicità di prodotti sempre più competitivi provenienti da altri Paesi, essi conservano una posizione di assoluto primato nel panorama dell’offerta agroalimentare.
“Da prodotto etnico a simbolo della dieta mediterranea”, afferma Massimo Gargano, presidente di Unaprol che aggiunge “l’olio extra vergine di oliva italiano è al secondo posto fra i prodotti agroalimentari esportati dall’Italia negli Sati Uniti e sviluppa un mercato di 350 milioni di dollari in termini di valore. Giusto – ha poi concluso Gargano – impegnarsi per sostenere la crescita dei consumi orientando la domanda statunitense verso oli extra vergini di oliva made in Italy e di alta qualità certificata”. L’iniziativa di Unaprol a Washington viene realizzata nell’ambito delle attività di promozione, informazione e comunicazione del primo contratto di filiera per l’olio di oliva siglato con il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Particolare attenzione nella missione del summer Fancy food è stata dedicata agli incontri B2B (business to business) in considerazione del fatto che il 40% del consumo degli oli di oliva in generale negli USA è rappresentato dal settore HORECA, che apprezza molto il prodotto di qualità. Il consumatore americano ha preso coscienza che la dieta mediterranea può essere una soluzione nella lotta all’obesità e questo è il motivo principale della crescita dei consumi dell’extra vergine negli States. Ma non bisogna abbassare la guardia perché la contraffazione e il furto di identità sono in agguato. Si calcola, infatti, che il mercato dei prodotti così detti “Italian sounding” sia dieci volte quello dei prodotti autenticamente italiani. Per contrastare questo triste fenomeno I.O.O.% alta qualità italiana, con il debutto di Washington, continua ad intensificare la rete di rapporti per affermare tra i nuovi consumatori che si può scegliere il vero olio extra vergine italiano rintracciando la sua vera origine certificata e di alta qualità dalla prima filiera olivicola del made in Italy nel mondo.
lunedì 11 luglio 2011
Pratiche di cantina per una vinificazione di qualità": on-line la prima parte dell'opuscolo realizzato dall'ARSSA Calabria.
Da oggi, e per cinque settimane consecutive, PrimOlio Blog ospiterà un'interessante pubblicazione realizzata dal noto esperto di vino e di enologia: il wine consultant Girolamo Grisafi.
L'opuscolo "Pratiche di cantina per una vinificazione di qualità", pubblicato dall'Agenzia Regionale per lo Sviluppo e per i Servizi in Agricoltura (ARSSA) nell'ambito della Collana Informativa 2011 e che consta di 43 pagine, sarà disponibile a puntate sul blog e potrà poi essere interamente scaricato dopo la pubblicazione dell'ultimo capitolo.
Per la realizzazione del complesso lavoro, Grisafi si è avvalso della collaborazione dei Servizi Tecnici di Supporto dell'ARSSA Calabria.
Pratiche di cantina per una vinificazione di qualità
L'opuscolo "Pratiche di cantina per una vinificazione di qualità", pubblicato dall'Agenzia Regionale per lo Sviluppo e per i Servizi in Agricoltura (ARSSA) nell'ambito della Collana Informativa 2011 e che consta di 43 pagine, sarà disponibile a puntate sul blog e potrà poi essere interamente scaricato dopo la pubblicazione dell'ultimo capitolo.
Per la realizzazione del complesso lavoro, Grisafi si è avvalso della collaborazione dei Servizi Tecnici di Supporto dell'ARSSA Calabria.
Dalla prefazione del libro leggiamo che "La pubblicazione fa parte della collana informativa 2011 realizzata nell’ambito del progetto “Azioni informative di accompagnamento al processo di modernizzazione dell’agricoltura calabrese dirette a inprenditori agricoli” a valere sul bando del 2008 del PSR Calabria 2007- 2013 , misura 111 azione 3.
La suddetta iniziativa, gestita dall’ARSSA, si è concretizzata con la realizzazione di una campagna di informazione rivolta ad operatori agricoli del territorio regionale attraverso:
- realizzazione di un totale di 192 giornate informative su tutto il territorio regionale, incentrate su tre ambiti tematici: aggiornamento e informazione sulla Politica Agricola Comune, innovazioni di processo in agricoltura, aggiornamento di specifiche tecniche colturali e di allevamento delle principali filiere produttive significative sul territorio;
- realizzazione della presente collana di opuscoli informativi e due seminari di respiro regionale rivolti al mondo agricolo: il primo di presentazione del progetto e il secondo finale di presentazione dei risultari dell’iniziativa.
La collana di opuscoli divulgativi rappresenta una raccolta delle tematiche più significative dei tre suddetti ambiti che sono state trattate durante le giornate informative in ogni struttura periferica ARSSA (Centri di Divulgazione Agricola - CeDA). Ogni opuscolo della collana raccoglie gli elementi informativi di maggior interesse della tematica trattata nella corrispondente giornata informativa.
La veste proposta è di un documento informativo necessariamente essenziale che usa un linguaggio semplice senza eccessivi richiami scientifici o normativi.
Il risultato atteso è quello di fornire informazioni utili che possano sensibilizzare il mondo agricolo e contribuire quindi, nei limiti riconosciuti ad azioni informative, al processo di modernizzazione del settore primario regionale.
Nel caso del presente lavoro, “Pratiche di cantina per una vinificazione di qualità”, l’intento è quello di fornire indicazioni sulla corretta realizzazione di alcune pratiche ed accorgimenti utili a migliorare i processi di vinificazione e di conseguenza la qualità del prodotto finale. È rivolto in particolare ai viticoltori che trasformano direttamente volumi limitati di prodotto e a quanti altri si cimentano nella produzione artigianale del vino".
- realizzazione di un totale di 192 giornate informative su tutto il territorio regionale, incentrate su tre ambiti tematici: aggiornamento e informazione sulla Politica Agricola Comune, innovazioni di processo in agricoltura, aggiornamento di specifiche tecniche colturali e di allevamento delle principali filiere produttive significative sul territorio;
- realizzazione della presente collana di opuscoli informativi e due seminari di respiro regionale rivolti al mondo agricolo: il primo di presentazione del progetto e il secondo finale di presentazione dei risultari dell’iniziativa.
La collana di opuscoli divulgativi rappresenta una raccolta delle tematiche più significative dei tre suddetti ambiti che sono state trattate durante le giornate informative in ogni struttura periferica ARSSA (Centri di Divulgazione Agricola - CeDA). Ogni opuscolo della collana raccoglie gli elementi informativi di maggior interesse della tematica trattata nella corrispondente giornata informativa.
La veste proposta è di un documento informativo necessariamente essenziale che usa un linguaggio semplice senza eccessivi richiami scientifici o normativi.
Il risultato atteso è quello di fornire informazioni utili che possano sensibilizzare il mondo agricolo e contribuire quindi, nei limiti riconosciuti ad azioni informative, al processo di modernizzazione del settore primario regionale.
Nel caso del presente lavoro, “Pratiche di cantina per una vinificazione di qualità”, l’intento è quello di fornire indicazioni sulla corretta realizzazione di alcune pratiche ed accorgimenti utili a migliorare i processi di vinificazione e di conseguenza la qualità del prodotto finale. È rivolto in particolare ai viticoltori che trasformano direttamente volumi limitati di prodotto e a quanti altri si cimentano nella produzione artigianale del vino".
Dr Antonio G. Lauro
Pratiche di cantina per una vinificazione di qualità
di Girolamo Grisafi (c)
sabato 9 luglio 2011
OLIO: Alta Qualità Europea di UE, Mipaaf e Unaprol, sbarca in Belgio, Danimarca e Paesi Bassi.
Roma – “C’è un Italia che fa bene all’Europa perché migliora la tavola dei consumatori e li aiuta a fare scelte consapevoli negli acquisti di oli extra vergini di oliva”. Lo afferma Massimo Gargano, presidente di Unaprol – Consorzio Olivicolo Italiano in occasione della presentazione del nuovo progetto UE, olio di oliva: alta qualità europea, cofinanziato dalla Commissione europea e dallo Stato Italiano attraverso il Mipaaf, presentato a Roma dal ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, on. Saverio Romano.
“Con questo nuovo sforzo organizzativo – ha aggiunto Gargano - vogliamo raddoppiare il successo della campagna di informazione in Francia, Regno Unito e Germania dove le importazioni e i consumi di oli extra vergini di oliva sono in aumento con particolare riferimento agli oli provenienti dal nostro Paese”.
Il nuovo progetto triennale di promozione e informazione avrà una durata di 36 mesi ed è rivolto agli oltre 32 milioni di consumatori di Belgio, Danimarca e Paesi Bassi. Un mercato con abitudini alimentari diverse da quelle mediterranee. “Per questi nuovi consumatori - ha riferito Gargano - si aprono nuove prospettive di consumo”. Si tratta di una contaminazione positiva che sposta la leva della competizione sull’alta qualità del prodotto garantito dai programmi di tracciabilità della UE. “Merito soprattutto del nostro Paese – ha concluso Gargano – che ha contribuito in maniera considerevole al varo alla norma europea che tutela l’origine obbligatoria dell’olio extra vergine di oliva in etichetta”.
“Con questo nuovo sforzo organizzativo – ha aggiunto Gargano - vogliamo raddoppiare il successo della campagna di informazione in Francia, Regno Unito e Germania dove le importazioni e i consumi di oli extra vergini di oliva sono in aumento con particolare riferimento agli oli provenienti dal nostro Paese”.
Il nuovo progetto triennale di promozione e informazione avrà una durata di 36 mesi ed è rivolto agli oltre 32 milioni di consumatori di Belgio, Danimarca e Paesi Bassi. Un mercato con abitudini alimentari diverse da quelle mediterranee. “Per questi nuovi consumatori - ha riferito Gargano - si aprono nuove prospettive di consumo”. Si tratta di una contaminazione positiva che sposta la leva della competizione sull’alta qualità del prodotto garantito dai programmi di tracciabilità della UE. “Merito soprattutto del nostro Paese – ha concluso Gargano – che ha contribuito in maniera considerevole al varo alla norma europea che tutela l’origine obbligatoria dell’olio extra vergine di oliva in etichetta”.
venerdì 8 luglio 2011
Commissione Europea: 37 milioni di euro per la promozione dei prodotti agroalimentari.
Bruxelles. La Commissione europea ha approvato 26 programmi in 13 Stati membri a sostegno della promozione dei prodotti agroalimentari di qualità.
Il bilancio totale dei programmi, che dureranno da uno a tre anni, è € 75.100.000, dei quali l'UE contribuirà con il 50%.
I programmi selezionati riguardano il vino, DOP, IGP e STG, agricoltura biologica, frutta e verdura, orticoltura, latte e latticini, olio d'oliva e olive da tavola, uova, olio di semi e carne.
Per quanto riguarda l'Italia sono stati approvati i progetti dell Consorzio della Mela Alto Adige IGP e di Unaprol ed un progetto che vede coinvolti Prosciutto di Parma DOP e Parmigiano Reggiano DOP.
"Nell'Unione europea i prodotti agricoli sono unici nella loro qualità e la diversità", ha dichiarato Dacian Cioloş, commissario responsabile dell'agricoltura e dello sviluppo rurale. "In un mercato globale sempre più aperto, non è sufficiente la sola produzione di cibo e bevande. Dobbiamo aumentare gli sforzi per comunicare ai consumatori la qualità dei prodotti agricoli europei".
Per quanto riguarda l'Italia sono stati approvati i progetti dell Consorzio della Mela Alto Adige IGP e di Unaprol ed un progetto che vede coinvolti Prosciutto di Parma DOP e Parmigiano Reggiano DOP.
"Nell'Unione europea i prodotti agricoli sono unici nella loro qualità e la diversità", ha dichiarato Dacian Cioloş, commissario responsabile dell'agricoltura e dello sviluppo rurale. "In un mercato globale sempre più aperto, non è sufficiente la sola produzione di cibo e bevande. Dobbiamo aumentare gli sforzi per comunicare ai consumatori la qualità dei prodotti agricoli europei".
Per saperne di più: http://europa.eu
Dr Antonio G. Lauro
giovedì 7 luglio 2011
Calabria sott’Olio: a Bucarest un workshop dedicato all'oro verde calabrese.
Si è svolto il 5 luglio 2011 a Bucarest, presso l’Hotel JW Marriott Bucharest Grand Hotel, il workshop dal tema: “L’Olio calabrese di alta qualità incontra l’Europa”, organizzato dalla O.P. Associazione Olivicola Cosentina, nell’ambito del programma Calabria sott’olio.
Leggiamo in un comunicato dell'Olivicola Cosentina che la manifestazione, ha previsto interventi e testimonianze di operatori, imprenditori e autorità istituzionali che nel corso dei lavori hanno illustrato ai partecipanti il modello agroalimentare italiano e l’eccellenza dell’olio extravergine di oliva calabrese. Si è dibattuto sugli strumenti e i progetti per favorire la diffusione del prodotto oleario italiano di qualità sul mercato romeno, scelto quale tappa del progetto, come paese di nuovo ingresso nella UE e tradizionalmente non consumatore del prodotto olio.
Alla manifestazione hanno partecipato numerosi operatori del settore locali, dalla distribuzione specializzata, ai ristoratori, passando per istituzioni italo-romene quali la Camera di Commercio e l’ICE, oltre alla stampa.
A guidare la delegazione calabrese il presidente della O.P. Olivicola Cosentina Massimino Magliocchi, promotore del progetto di valorizzazione dell’olio extra vergine di oliva “Calabria sott’Olio” e con lui, in rappresentanza della Regione Calabria, il dott. Giacomo Giovinazzo, dirigente del settore valorizzazione e promozione risorse agricole e produttive del Dipartimento Agricoltura, il dott. agr. Stefano Morabito, componente della Segreteria del Dipartimento Agricoltura ed il dott. Rosario Franco Panel Leader - Analista Sensoriale, il quale ha illustrato le proprietà organolettiche dell’olio calabrese proponendo ai presenti degli assaggi guidati.
L’Olivicola Cosentina, con Calabria sott’Olio, ha ritenuto opportuno organizzare questo workshop a Bucarest per meglio sensibilizzare i Responsabili delle istituzioni Rumene e la filiera distributiva sull’importanza di questo prodotto fondamentale nella dieta mediterranea, condimento migliore e più salutare che esista. “Vogliamo dare – commenta Massimo Magliocchi – una percezione al consumatore rumeno, di un prodotto qualitativamente superiore rispetto ad altri oli presenti su questo mercato, per favorire una crescita nel mercato rumeno, tradizionalmente non consumatore e di nuovo ingresso nell’Europa dei 25; da questo – prosegue Magliocchi – è nata l’idea di organizzare una giornata sulla promozione dell’olio extra-vergine di oliva Made in Calabria, illustrando le peculiarità dei nostri marchi di qualità quali le DOP, il BIO e la nascente IGP”.
Il worshop svoltosi a Bucarest è inserito in un più vasto progetto per la valorizzazione del territorio calabrese: Calabria sott’Olio”, che attraverso l’olio D.O.P. Bruzio, vuole farsi sostenitore di una vera e propria “riscoperta geografica del gusto”. Si tratta, nello specifico, di un programma di informazione e promozione dell’olio extra vergine di oliva di qualità, legato alla unicità della produzione Bruzia e del suo territorio di origine, ponendosi come obiettivo principale l’accessibilità e la fruibilità dell’olio ad un vasto pubblico di consumatori.
Insieme, in un momento di confronto tra le diverse esperienze di due nazioni europee da sempre vicine, si è posto l’accento sulla sensibilizzazione dei produttori e dei consumatori alla ricerca di sistemi di qualità e di tracciabilità della filiera che garantiscano soddisfazione ai primi e garanzia del prodotto ai secondi.
Dr Antonio G. Lauro
Alla manifestazione hanno partecipato numerosi operatori del settore locali, dalla distribuzione specializzata, ai ristoratori, passando per istituzioni italo-romene quali la Camera di Commercio e l’ICE, oltre alla stampa.
A guidare la delegazione calabrese il presidente della O.P. Olivicola Cosentina Massimino Magliocchi, promotore del progetto di valorizzazione dell’olio extra vergine di oliva “Calabria sott’Olio” e con lui, in rappresentanza della Regione Calabria, il dott. Giacomo Giovinazzo, dirigente del settore valorizzazione e promozione risorse agricole e produttive del Dipartimento Agricoltura, il dott. agr. Stefano Morabito, componente della Segreteria del Dipartimento Agricoltura ed il dott. Rosario Franco Panel Leader - Analista Sensoriale, il quale ha illustrato le proprietà organolettiche dell’olio calabrese proponendo ai presenti degli assaggi guidati.
L’Olivicola Cosentina, con Calabria sott’Olio, ha ritenuto opportuno organizzare questo workshop a Bucarest per meglio sensibilizzare i Responsabili delle istituzioni Rumene e la filiera distributiva sull’importanza di questo prodotto fondamentale nella dieta mediterranea, condimento migliore e più salutare che esista. “Vogliamo dare – commenta Massimo Magliocchi – una percezione al consumatore rumeno, di un prodotto qualitativamente superiore rispetto ad altri oli presenti su questo mercato, per favorire una crescita nel mercato rumeno, tradizionalmente non consumatore e di nuovo ingresso nell’Europa dei 25; da questo – prosegue Magliocchi – è nata l’idea di organizzare una giornata sulla promozione dell’olio extra-vergine di oliva Made in Calabria, illustrando le peculiarità dei nostri marchi di qualità quali le DOP, il BIO e la nascente IGP”.
Il worshop svoltosi a Bucarest è inserito in un più vasto progetto per la valorizzazione del territorio calabrese: Calabria sott’Olio”, che attraverso l’olio D.O.P. Bruzio, vuole farsi sostenitore di una vera e propria “riscoperta geografica del gusto”. Si tratta, nello specifico, di un programma di informazione e promozione dell’olio extra vergine di oliva di qualità, legato alla unicità della produzione Bruzia e del suo territorio di origine, ponendosi come obiettivo principale l’accessibilità e la fruibilità dell’olio ad un vasto pubblico di consumatori.
Insieme, in un momento di confronto tra le diverse esperienze di due nazioni europee da sempre vicine, si è posto l’accento sulla sensibilizzazione dei produttori e dei consumatori alla ricerca di sistemi di qualità e di tracciabilità della filiera che garantiscano soddisfazione ai primi e garanzia del prodotto ai secondi.
Dr Antonio G. Lauro
mercoledì 6 luglio 2011
Consegna dei premi TerraOlivo 2011 alle aziende calabresi vincitrici.
Sellia Marina (CZ). L'Organizzazione TerraOlivo Italia, presieduta da Antonio G. Lauro, conferirà nel corso del convegno sull'olio extravergine di oliva dal titolo: L'olio d'oliva nella dieta mediterranea gli ambiti riconoscimenti 2011.
L'occasione è quella dell'interessante convegno di sabato 9 luglio, con inizio alle ore 17,30, organizzato dall'Amministrazione Comunale e la Pro-Loco di Sellia Marina.
"Il premio internazionale TerraOlivo Gerusalemme - dichiara Lauro - solamente alla sua seconda edizione, è ormai destinato ad essere il premio di "riferimento" internazionale per l'olio extravergine di oliva di qualità. Questo per il consistente numero di nazioni coinvolte (19), l'elevato numero di campioni in gara (oltre 302) e, non ultimo, per la spettacolare location dove si svolge il premio: la città Santa di Gerusalemme, culla dell'olivicoltura. Le otto aziende calabresi premiate in Israele - conclude Lauro - testimoniano, se ce ne fosse ancora bisogno, come l'olivicoltura di qualità nella nostra regione non è più una questione riservata "a pochi intimi" ma è una accertata verità che coinvolge un numero sempre crescente di aziende olearie."
Ma ecco, nel dettaglio, le aziende calabresi premiate.
Con le ambitissime medaglie “Prestige Gold”:
Con le ambitissime medaglie “Prestige Gold”:
Olearia San Giorgio dei F.lli Fazari (S. Giorgio M. – RC);
Oleificio Torchia dei F.lli Torchia (Tiriolo – CZ);
Azienda Agricola Elvira de Leo - Kouvala (Bagnara C. – RC);
Frantoio Figoli di Tommaso Figoli (Corigliano C. – CS);
Azienda Agricola Carbone (Delianuova – RC).
La menzione “Gold 2011” è andata a:
Fattoria San Sebastiano di Piero Romano (Strongoli – KR);
Azienda Agricola Romano di Ferruccio Romano (Acri – CS);
Oleificio Perrone di Pino Perrone (Delianuova – RC);
Azienda Agricola Elvira de Leo - Kouvala (Bagnara C. – RC).
Questo il programma del convegno "L'olio d'oliva nella dieta mediterranea":
Sala consiliare del Municipio di Sellia Marina, 09/07/2011 ore 17.30
Relazioni.
Francesco Santopolo (Esperto in biodiversità): Mercato dell'olio di oliva e strategie di marketing;
Marco Poiana (Direttore BIOMAA - Università Agraria di Reggio C.): Analisi chimico-fisiche dell'olio e frodi più frequenti;
Antonio G. Lauro (Analista sensoriale - ARSSA Servizio Marketing): Analisi sensoriale dell'olio di oliva;
Rosaria Leuzzi (Biologa nutrizionista): L'olio nella dieta mediterranea.
Seguirà una degustazione guidata di olio extravergine di oliva curata dagli esperti della Regione Calabria - ARSSA Servizio Marketing:
Rosario Franco, Antonio G. Lauro e Carmelo Orlando.
A conclusione, cerimonia di premiazione delle aziende vincitrici del concorso TerraOlivo Gerusalemme 2011.
Per maggiori informazioni: Pro loco Sellia Marina; e-mail: info@prolocoselliamarina.it Referente Raffaele Mussari
martedì 5 luglio 2011
OLIO: Nasce Filiera Olivicola Italiana. Portaerei del made in Italy nel mondo.
Roma – Costituita a Roma la società Filiera Olivicola Italiana. Ne fanno parte Unaprol, Unapol, CAI, Consorzi Agrari Italiani e 15 realtà imprenditoriali singole e associate rappresentative della produzione del made in Italy.
Scopo della società è quello di valorizzare le produzioni nazionali del settore olivicolo attraverso la predisposizione, partecipazione e realizzazione di iniziative industriali, commerciali e di servizio nell’ambito della filiera agro-alimentare, finalizzate all’attuazione della filiera agricola italiana.
Nella sua mission non solo l’extra vergine, ma anche l’olio di oliva e le olive da tavola, inclusi i relativi derivati e sottoprodotti, anche per finalità di produzione energetica.
Si tratta di una cabina di regia costituita tra il mondo della produzione rappresentato da Unaprol e Unapol, e la nuova rete dei consorzi agrari d’Italia che fa capo a Coldiretti. L’obiettivo è quello di condividere un unico e grande progetto: la tutela, la promozione e la vendita in tutto il mondo del vero olio extra vergine di oliva I.O.O.% qualità italiana, all’interno di una più ampia ed articolata strategia commerciale della filiera agricola, tutta italiana.
La nuova società potrà realizzare, acquistare, gestire impianti e stabilimenti per il raggiungimento dei propri scopi statutari. Svolgerà attività e presterà servizi di marketing, gestione dati, formazione, promozione e pubblicità, proiezione internazionale, indagini di mercato e studi di fattibilità. Promuoverà, organizzerà e parteciperà a programmi di ricerca, formazione, studi e sperimentazione.
“Vogliamo un mercato che si segmenti verso l’alto”. Ha affermato Massimo Gargano, presidente di Unaprol, che aggiunge – “in un rapporto di fiducia stabile all’interno della Filiera Olivicola Italiana la qualità del prodotto e la trasparenza nei rapporti sono due elementi fondamentali per offrire al sistema delle imprese un reddito maggiore basato sul valore dell’origine e al consumatore un prodotto di alta qualità italiana”.
Scopo della società è quello di valorizzare le produzioni nazionali del settore olivicolo attraverso la predisposizione, partecipazione e realizzazione di iniziative industriali, commerciali e di servizio nell’ambito della filiera agro-alimentare, finalizzate all’attuazione della filiera agricola italiana.
Nella sua mission non solo l’extra vergine, ma anche l’olio di oliva e le olive da tavola, inclusi i relativi derivati e sottoprodotti, anche per finalità di produzione energetica.
Si tratta di una cabina di regia costituita tra il mondo della produzione rappresentato da Unaprol e Unapol, e la nuova rete dei consorzi agrari d’Italia che fa capo a Coldiretti. L’obiettivo è quello di condividere un unico e grande progetto: la tutela, la promozione e la vendita in tutto il mondo del vero olio extra vergine di oliva I.O.O.% qualità italiana, all’interno di una più ampia ed articolata strategia commerciale della filiera agricola, tutta italiana.
La nuova società potrà realizzare, acquistare, gestire impianti e stabilimenti per il raggiungimento dei propri scopi statutari. Svolgerà attività e presterà servizi di marketing, gestione dati, formazione, promozione e pubblicità, proiezione internazionale, indagini di mercato e studi di fattibilità. Promuoverà, organizzerà e parteciperà a programmi di ricerca, formazione, studi e sperimentazione.
“Vogliamo un mercato che si segmenti verso l’alto”. Ha affermato Massimo Gargano, presidente di Unaprol, che aggiunge – “in un rapporto di fiducia stabile all’interno della Filiera Olivicola Italiana la qualità del prodotto e la trasparenza nei rapporti sono due elementi fondamentali per offrire al sistema delle imprese un reddito maggiore basato sul valore dell’origine e al consumatore un prodotto di alta qualità italiana”.
Ad Isola Capo Rizzuto i suoli di "Libera terra" danno i primi frutti.
Nel crotonese, sui terreni confiscati ai clan di Isola Capo Rizzuto e gestiti dall’Associazione "Libera Terra" trebbiatura del primo raccolto di grano.
Si celebrerà domani 6 luglio, alle ore 19,00 presso la Villa Comunale di Isola di Capo Rizzuto la "festa del raccolto" di libera. Il nome della manifestazione "Il g(i)usto del raccolto" racconta delle difficoltà di una cooperativa sociale di operare su terreni confiscato alle mafie.
Questo il programma:
- conferenza stampa di presentazione del ‘caffè d'orzo libera terra’, frutto del raccolto realizzato lo scorso anno, sempre sui terreni confiscati ai clan di Isola Capo Rizzuto;
- convegno con interventi di Carolina Girasole, Lucio Cavazzoni, Maurizio Agostino, Teresa Muraca, Fabio di Spirito, Vincenzo Panico e don Luigi Ciotti, moderato da Antonio Tata.
- degustazioni di prodotti dell'arte panaria a cura della Cooperativa panificatori di Isola, che proporrà in degustazione tutta una serie di prodotti ottenuti dalla farina ricavata dalla raccolta del grano;
- concerto di chiusura.
venerdì 1 luglio 2011
La Filiera Agricola, se ne discuterà a Sinopoli (RC).
La Coldiretti Reggio Calabria, in collaborazione con l'Azienda Agricola Bivone Maria, organizza per il giorno 8 luglio alle 17,30 un incontro sulla filiera agricola in Italia.
La manifestazione, che si terrà a Sinopoli (Corso Umberto I°, n. 30), vedrà ad un unico tavolo la presenza del mondo politico, sindacale e produttivo della provincia di Reggio Calabria.
Ecco il dettaglio dell'incontro:
Ore 17,30: Saluti
- Francesco Saccà (Presidente Coldiretti Reggio Calabria);
- Rappresentante Azienda Agricola Bivone Maria;
- Autorità presenti.
Relazioni
Ore 18,00: Una Filiera Agricola tutta italiana - Antonio Maesano (V. Direttore Coldiretti Reggio C.).
Ore 18,30: La Filiera Olivicola - Gianluigi Hyerace (Consigliere UNAPROL).
Seguirà il Dibattito (ore 19,00) e l'inaugurazione del Punto Campagna Amica dell'Azienda Agricola Bivone Maria (ore 19,30).
Campagna Amica, lo ricordiamo, è il progetto Coldiretti per un’agricoltura impegnata a sviluppare un dialogo aperto e intenso con il cittadino consumatore e si propone di favorire lo sviluppo locale, valorizzando le risorse territoriali disponibili per tutelare l’ambiente, curare il paesaggio e migliorare la qualità della vita in campagna.
"Aprire le aziende ai consumatori e avvicinare la città alla campagna - dichiara Francesco Saccà Presidente Coldiretti Reggio C. - anche attraverso iniziative che coinvolgano le scuole, gli istituti di formazione, il mondo della cultura è uno degli scopi del nostro progetto. Altri obiettivi, conclude Saccà, sono quelli di tutelare la qualità dei prodotti, favorendo tutte le iniziative che garantiscono il consumatore e facilitano la sua libertà di scelta alimentare".
Ed è proprio con questa ottica che verrà inaugurata a Sinopoli (RC) il Punto Campagna Amica Azienda Bivone, al fine di promuovere i prodotti tipici e l’alimentazione made in Italy, come risorsa economica, ma anche come fondamentale espressione di identità.
Dr Antonio G. Lauro
giovedì 30 giugno 2011
Il governatore Vendola inaugura mostra sugli ulivi secolari a Bruxelles.
Bruxelles - “Il tema dell’acqua incrocia il tema dell’agricoltura che rappresenta il principale presidio ecologico per il nostro terreno, per la difesa dei suoli per la lotta contro il depauperamento delle falde. Il tema dell’acqua oggi interroga l’Europa intera ed è per questo che ho il piacere di offrire a Paolo De Castro, questo mio lavoro sui modelli di governance del servizio idrico che presenterò all’assemblea plenaria del Comitato delle Regioni”. Queste è quanto si legge nel comunicato stampa dell'intervento di ieri del Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola presso il Parlamento europeo.
L'occasione è stata l'inaugurazione della mostra “L’oro degli oliveti secolari della Puglia” nel corso della quale Vendola ha auspicato che presto posso nascere una normativa europea per sottrarre gli ulivi secolari a forme di commercializzazione speculativa. "Questi alberi, conclude Vendola, sono un pezzo di storia e di memoria, di cultura e di tradizione. Qui a Bruxelles stasera ci sono produttori pugliesi che hanno investito negli ulivi secolari, noi li chiamiamo olivicoltori custodi perché hanno deciso di mettere insieme professionalità e passione per tutelare il paesaggio agrario”.
Dr Antonio G. Lauro
Eventi sul mondo dell'olio di oliva, da oggi sul nostro blog.
Sempre più spesso arrivano alla mail del blog richieste relative ai vari eventi dedicati all'olio di oliva che si svolgono in Italia e nel mondo.
Al fine di colmare questa lacuna da oggi, ed a cadenza mensile, il blog di PrimOlio offrirà ai propri lettori l'elenco aggiornato e le scadenze di tutti gli eventi mondiali dedicati all'olio di oliva.
Per far questo, ci avvarremo delle preziose informazioni reperite sul sito web "The Olive Oil Source", testata riconosciuta internazionalmente come una delle risorse internet più complete che offre informazioni su tutto ciò che riguarda l'olio extravergine di oliva (web: www.oliveoilsource.com mail: info@oliveoilsource.com).
Per conoscere le date degli eventi che coinvolgeranno il complesso ed affascinante mondo dell'olio di oliva nel mese di LUGLIO 2011 visitate il link (in lingua inglese): www.oliveoilsource.com
Dr Antonio G. Lauro
Al fine di colmare questa lacuna da oggi, ed a cadenza mensile, il blog di PrimOlio offrirà ai propri lettori l'elenco aggiornato e le scadenze di tutti gli eventi mondiali dedicati all'olio di oliva.
Per far questo, ci avvarremo delle preziose informazioni reperite sul sito web "The Olive Oil Source", testata riconosciuta internazionalmente come una delle risorse internet più complete che offre informazioni su tutto ciò che riguarda l'olio extravergine di oliva (web: www.oliveoilsource.com mail: info@oliveoilsource.com).
Per conoscere le date degli eventi che coinvolgeranno il complesso ed affascinante mondo dell'olio di oliva nel mese di LUGLIO 2011 visitate il link (in lingua inglese): www.oliveoilsource.com
Dr Antonio G. Lauro
mercoledì 29 giugno 2011
Oggi a Rosarno (RC) incontro tecnico sulla mosca dell'olivo.
Organizzato dal Dr Francesco Antonio Iannizzi, responsabile NUFARM, oggi a Rosarno presso l'Hotel Vittoria, si svolgerà un incontro tecnico-informativo sui nuovi ritrovati contro la mosca dell'olivo (Bactrocera oleae) e sulla linea olivo dell'azienda.
All'incontro, parteciperanno tecnici ed esperti del settore, imprenditori e produttori del settore olivicolo.
Questo il programma:
Ore 18:00: Arrivo e registrazione dei partecipanti
Ore 19:00: Apertura dell’incontro e presentazione della società
Dott. Samuele Alessandrini (Sales Manager)
Ore 19:15: Attuali problematiche della mosca dell’olivo - Nuprid Supreme
Dott. Antonio Minafra (Development Coordinator South Italy)
Ore 19:45: Presentazione della linea Olivo Nufarm
Dott. Antonio Minafra (Development Coordinator South Italy)
Ore 20:00
Discussioni
Dr Antonio G. Lauro
All'incontro, parteciperanno tecnici ed esperti del settore, imprenditori e produttori del settore olivicolo.
Questo il programma:
Ore 18:00: Arrivo e registrazione dei partecipanti
Ore 19:00: Apertura dell’incontro e presentazione della società
Dott. Samuele Alessandrini (Sales Manager)
Ore 19:15: Attuali problematiche della mosca dell’olivo - Nuprid Supreme
Dott. Antonio Minafra (Development Coordinator South Italy)
Ore 19:45: Presentazione della linea Olivo Nufarm
Dott. Antonio Minafra (Development Coordinator South Italy)
Ore 20:00
Discussioni
Dr Antonio G. Lauro
Souvenir delle vacanze? Perché non un prodotto tipico.
Per il 60% degli italiani in vacanza, il cibo è il souvenir preferito da portare a casa in ricordo del proprio viaggio: è il dato che emerge da un sondaggio della Coldiretti in vista dell’estate.
Il sondaggio della Coldiretti evidenzia come quasi 6 italiani su 10 preferiscono acquistare prodotti alimentari caratteristici del territorio (olio extravergine di oliva, vino, formaggi, salumi), ma il 26% apprezza anche i prodotti dell’artigianato locale (ceramica, tessuti e oggetti in legno), mentre sembrano decisamente tramontati souvenir più commerciali come cartoline, gadget e magliette, scelti solo dal 12% dei turisti. Nonostante la crisi, solo il 5% ha dichiarato di rinunciare ad acquistare alcun ricordo della propria vacanza.
Il sondaggio della Coldiretti evidenzia come quasi 6 italiani su 10 preferiscono acquistare prodotti alimentari caratteristici del territorio (olio extravergine di oliva, vino, formaggi, salumi), ma il 26% apprezza anche i prodotti dell’artigianato locale (ceramica, tessuti e oggetti in legno), mentre sembrano decisamente tramontati souvenir più commerciali come cartoline, gadget e magliette, scelti solo dal 12% dei turisti. Nonostante la crisi, solo il 5% ha dichiarato di rinunciare ad acquistare alcun ricordo della propria vacanza.
Il souvenir preferito? Il cibo
"L'acquisto di prodotti tipici è una tendenza in rapido sviluppo favorita dal moltiplicarsi delle occasioni di valorizzazione dei prodotti locali che si è verificata nei principali luoghi di villeggiatura, con percorsi enogastronomici, città del gusto, feste e sagre di ogni tipo", spiega la Coldiretti, sottolineando la leadership italiana nella produzione biologica e nell'offerta di prodotti tipici con migliaia di specialità tradizionali regionali e centinaia di prodotti a denominazione di origine (DOC, DOCG, IGT, IGP, DOP, STG).
Le specialità regionali.
Dalla mozzarella di bufala campana al formaggio Asiago tipico del Veneto, dal pecorino della Sardegna al prosciutto San Daniele delle montagne del Friuli, dal piemontese Barolo alla Fontina valdostana, dall'Extravergine Toscano al Caciocavallo Silano, si tratta di un patrimonio che “rappresenta il motore del turismo enogastronomico” che in Italia vale 5 miliardi di euro.
"L'acquisto di prodotti tipici è una tendenza in rapido sviluppo favorita dal moltiplicarsi delle occasioni di valorizzazione dei prodotti locali che si è verificata nei principali luoghi di villeggiatura, con percorsi enogastronomici, città del gusto, feste e sagre di ogni tipo", spiega la Coldiretti, sottolineando la leadership italiana nella produzione biologica e nell'offerta di prodotti tipici con migliaia di specialità tradizionali regionali e centinaia di prodotti a denominazione di origine (DOC, DOCG, IGT, IGP, DOP, STG).
Le specialità regionali.
Dalla mozzarella di bufala campana al formaggio Asiago tipico del Veneto, dal pecorino della Sardegna al prosciutto San Daniele delle montagne del Friuli, dal piemontese Barolo alla Fontina valdostana, dall'Extravergine Toscano al Caciocavallo Silano, si tratta di un patrimonio che “rappresenta il motore del turismo enogastronomico” che in Italia vale 5 miliardi di euro.
Dr Antonio G. Lauro
martedì 28 giugno 2011
La Ue inserisce nei registri delle DOP e IGP un nuovo prodotto calabrese.
E' stato inserito nei registri europei delle DOP, IGP e STG un nuovo prodotto. Si tratta dell'ortofrutticolo "Fichi di Cosenza" DOP (Italia).
Con questa nuova registrazione, i prodotti a marchio DOP, IGP, STG riconosciuti dall'Ue toccano quota 1031.
I Fichi di Cosenza DOP sono i frutti essiccati della varietà di fico "Ficus carica sativa" appartenenti alla varietà Dottato. Dal sapore dolce e mielato, i Fichi di Cosenza DOP, presentano, all'atto dell'emissione al consumo una buccia di colore dorato che può avvicinarsi al giallo paglierino carico ad al beige chiaro ed una forma a goccia allungata, talvolta leggermente appiattita all'apice.
La zona di produzione ricade nell'intera Valle del fiume Crati e del fiume Savuto che interessano le province di Cosenza e Catanzaro.
I Fichi di Cosenza DOP vengono confezionati in vassoi di legno o materiale per uso alimentare in cui è stampato un apposito logo (vedi).
Il regolamento di iscrizione nel registro comunitario è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea - Serie L 162 del 22 giugno 2011.
Per l’assessore regionale all’agricoltura Michele Trematerra “Si tratta di un’ulteriore affermazione del paniere agroalimentare calabrese, di quella Calabria fruttuosa, affabile e conviviale, quella dalle tinte verdi e dai profumi intensi che oggi, in modo naturale, intendiamo proporre ai consumatori, con i frutti della terra fatti di sapori particolari che attestano la forte integrazione fra le attività agricole, la natura e i residui storici della civiltà del passato, che magistralmente vengono sintetizzate in questi prelibatezze agro-alimentari di assoluta qualità come i fichi di Cosenza”.
Il regolamento di iscrizione nel registro comunitario è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea - Serie L 162 del 22 giugno 2011.
Per l’assessore regionale all’agricoltura Michele Trematerra “Si tratta di un’ulteriore affermazione del paniere agroalimentare calabrese, di quella Calabria fruttuosa, affabile e conviviale, quella dalle tinte verdi e dai profumi intensi che oggi, in modo naturale, intendiamo proporre ai consumatori, con i frutti della terra fatti di sapori particolari che attestano la forte integrazione fra le attività agricole, la natura e i residui storici della civiltà del passato, che magistralmente vengono sintetizzate in questi prelibatezze agro-alimentari di assoluta qualità come i fichi di Cosenza”.
Dr Antonio G. Lauro
L'olio d'oliva nella dieta mediterranea: se ne discuterà a Sellia Marina.
Sellia Marina (CZ). Organizzato dalla locale Pro-loco e dall'Amministrazione Comunale un interessante convegno sull'olio extravergine di oliva dal titolo: L'olio d'oliva nella dieta mediterranea.
A dibattere, sullo stato dell'arte del settore olivicolo/elaiotecnico, sono stati chiamati alcuni esperti calabresi.
Aprirà i lavori l'interessante relazione di Francesco Santopolo, seguita da quella di Marco Poiana, Antonio G. Lauro e Rosaria Leuzzi.
"Il convegno, fortemente voluto dall'amministrazione comunale, vuole trattare a tutto tondo i problemi del settore olivicolo calabrese ed a farlo, esordisce Walter Placida vice sindaco di Sellia Marina, abbiamo chiamato i massimi esperti regionali. Questo, continua Placida, vuole essere un momento di riflessione sullo stato dell'arte del settore, in attesa della prossima campagna olivicola che - assicurano gli esperti - presenta tutti gli aspetti di un'annata di alta qualità. Inoltre, il convegno vuole essere anche il viatico per la presentazione del concorso oleario "Calabria Sott'Olio", giunto alla terza edizione, che si svolgerà sempre a Sellia Marina in Agosto".
Ma ecco nel dettaglio il programma del convegno "L'olio d'oliva nella dieta mediterranea":
Sala consiliare del Municipio di Sellia Marina, 09/07/2011 ore 17.30
Relazioni.
Francesco Santopolo (Esperto in biodiversità): Mercato dell'olio di oliva e strategie di marketing;
Marco Poiana (Direttore BIOMAA - Università Agraria di Reggio C.): Analisi chimico-fisiche dell'olio e frodi più frequenti;
Antonio G. Lauro (Analista sensoriale - ARSSA Servizio Marketing): Analisi sensoriale dell'olio di oliva;
Rosaria Leuzzi (Biologa nutrizionista): L'olio nella dieta mediterranea.
Seguirà una degustazione guidata di olio extravergine di oliva curata dagli esperti della Regione Calabria - ARSSA Servizio Marketing:
Rosario Franco, Antonio G. Lauro e Carmelo Orlando.
Per maggiori informazioni: Pro loco Sellia Marina; e-mail: info@prolocoselliamarina.it Referente Raffaele Mussari
Ma ecco nel dettaglio il programma del convegno "L'olio d'oliva nella dieta mediterranea":
Sala consiliare del Municipio di Sellia Marina, 09/07/2011 ore 17.30
Relazioni.
Francesco Santopolo (Esperto in biodiversità): Mercato dell'olio di oliva e strategie di marketing;
Marco Poiana (Direttore BIOMAA - Università Agraria di Reggio C.): Analisi chimico-fisiche dell'olio e frodi più frequenti;
Antonio G. Lauro (Analista sensoriale - ARSSA Servizio Marketing): Analisi sensoriale dell'olio di oliva;
Rosaria Leuzzi (Biologa nutrizionista): L'olio nella dieta mediterranea.
Seguirà una degustazione guidata di olio extravergine di oliva curata dagli esperti della Regione Calabria - ARSSA Servizio Marketing:
Rosario Franco, Antonio G. Lauro e Carmelo Orlando.
Per maggiori informazioni: Pro loco Sellia Marina; e-mail: info@prolocoselliamarina.it Referente Raffaele Mussari
Dr Antonio G. Lauro
lunedì 27 giugno 2011
Lo stato dell'arte dell'olivicoltura. Secondo il CNO, l'Italia cresce più degli altri.
Roma. L'olivicoltura italiana cresce cresce più della Spagna, queste le ultime elaborazioni del Consorzio Olivicolo Nazionale (CNO). In Italia, comunicano dal CNO, ci sono 350.000 olivicoltori specializzati che gestiscono l'84% dell'intera superficie olivicola italiana e dispongono di una estensione media di 2,5 ettari, meno della metà rispetto all'azienda olivicola spagnola; ma i nostri olivicoltori stanno registrando da alcuni anni un tasso di crescita dimensionale superiore. La dimensione media dell'azienda olivicola e' aumentata del 17% in Italia, contro il 14% in Spagna e, tra gli anni novanta ed il decennio successivo, il numero di piante e' cresciuto del 23% nel nostro Paese, a fronte di un incremento del 12% a livello europeo e del 20% in Spagna. Oggi, in Italia cui sono oltre 200 milioni di alberi di olivi (sono 682 milioni nella UE). Nell'intera Europa a 27 Paesi membri, i produttori di olio di oliva specializzati sono 882.000 e danno occupazione ad 1.642.600 unità, tra famigliari e lavoratori esterni; l'industria di trasformazione europea di oli e grassi assorbe 65.000 occupati e, nel complesso, genera un volume di affari di 50 miliardi di euro (dati EUROSTAT). "Il nostro Centro studi, ha dichiarato il presidente del CNO Gennaro Sicolo, durante la tavola rotonda sulla tracciabilita', sulla sicurezza alimentare e sulla situazione economica del settore dell'olio di oliva in Italia, ha elaborato le ultime statistiche disponibili, dalle quali emerge che il settore si sta trasformando, con un chiaro ed inarrestabile orientamento al mercato, una piu' spinta concentrazione produttiva e una ancora soddisfacente propensione degli imprenditori olivicoli professionali ad investire. Tutto ciò, nonostante le difficoltà economiche manifestatesi degli ultimi anni". "Il sistema delle organizzazioni di prodotto e l'intera filiera perderebbero una straordinaria occasione ove non cogliessero tali segnali inequivocabili, ha detto Sicolo. Devono assecondare la voglia delle imprese di misurarsi sempre piu' con la concorrenza e soddisfare una domanda in profonda evoluzione, con preferenze ed orientamenti di consumo eterogenei ed alla continua ricerca della qualità, della innovazione e del servizio"."Gli olivicoltori possono diventare protagonisti sul mercato, ma hanno bisogno di contare su forme societarie di aggregazione innovative, in grado di impiegare moderne politiche commerciali e adeguate strategie di marketing. Il CNO sta andando in questa direzione, ha concluso il presidente Sicolo, con i progetti della tracciabilità, con il disciplinare dell'alta qualità e con una chiara disponibilità a attuare iniziative comuni con altri protagonisti della catena alimentare".
Dr Antonio G. Lauro
domenica 26 giugno 2011
La Calabria dell’olio: i premi non finiscono mai.
I premi del SIAL Canada Tradeshow. |
Da poco archiviata la seconda edizione del premio internazionale TerraOlivo di Gerusalemme, che ha visto tutte e otto le aziende partecipanti al premio conseguire un risultato di prestigio (Medal Prestige Gold e Gold), ecco che dal Canada (SIAL Tradeshow di Toronto) giunge la notizia dell’ottima affermazione “in assoluto” di un’azienda calabrese di eccellenza: l’Olearia San Giorgio dei Fratelli Fazari.
L’azienda reggina, ormai avvezza alla frequenza dei primi posti delle classifiche internazionali dei concorsi sugli oli, ha portato a casa dal Canada ben due riconoscimenti assoluti: la “Gold Medal Olive d’Or 2011” nella categoria fruttato leggero con l’olio “L’Ottobratico Monocultivar” e la “Silver Medal Olive d’Or 2011” sempre nella categoria fruttato leggero con l’olio “Terre di San Mauro Organic”.
“Il nuovo premio, esordisce l’ammistratore dell’Olearia San Giorgio Domenico Fazari, oltre che inorgoglire – giustamente – tutta la nostra azienda, è un legittimo orgoglio per tutta la beneamata terra di Calabria ormai, senza tema di smentita, ai vertici “dell’arte del far l’olio” internazionali”.
Riconoscimenti per la nuova affermazione anche dai vertici della Regione Calabria, riassunti nelle parole del suo massimo rappresentante: l’Assessore Michele Trematerra il quale, ribadendo la giusta soddisfazione del proprio dipartimento per la nuova affermazione internazionale di un olio calabrese, si auspica che tali riconoscimenti possano servire da traino, congiuntamente all’attività del Dipartimento Agricoltura, a tutto il settore olivicolo/elaiotecnico calabrese.
Dr Antonio G. Lauro
I due oli premiati dell'Olearia San Giorgio. |
venerdì 24 giugno 2011
Olio: a che punto e' la Dop
di Luciana Squadrilli dal sito: troppobuono2.blogspot.com
A quasi 20 anni dalla nascita delle DOP – istituite insieme alle IGP nel 1992 grazie al Regolamento CEE 2081/92 della Comunità Europea – Unaprol – ConsorzioOlivicolo Italiano e Federdop - Olio (la Federazione dei Consorzi di Tutela dell'olio extravergine di origine protetta che riunisce 23 consorzi sui 27 esistenti, dunque l’81% dell’olio Dop italiano) provano a fare il punto sulla situazione delle Denominazioni nel mondo dell’olio (in cui le prime Dop effettive risalgono al 1996) ponendosi delle domande scomode ma necessarie, del tipo: che cosa dà di più al produttore la certificazione? Come viene percepita dal consumatore? Quanto conta nella GDO, e nell’export?
E soprattutto, cosa è successo in questi 20 (15) anni?
Poco, a prima vista. La risposta emersa in occasione del convegno La filiera olivicola degli oli Dop (Roma, 23 giugno 2011), con la presentazione dei dati dell’analisi, è desolante, se si tiene in considerazione il dato numerico riportato da diversi relatori - tra cui Massimo Gargano, presidente di Unaprol – che l’olio Dop in Italia rappresenta solo l’1% del mercato.
Poco, anche se stiamo comunque parlando dell’eccellenza della produzione italiana.
Proprio per questo, è più utile che mai fare un po’ di conti, e sono diversi i dati interessanti emersi dal monitoraggio effettuato su un campione di 205 aziende dei consorzi aderenti a Federdop(il più numeroso mai censito) presentato da Miriam Mastromauro, analista dell’Unaprol, e dalla relazione del prof. Giovanni Belletti, della Facoltà di Economia dell’Università di Firenze.
A quasi 20 anni dalla nascita delle DOP – istituite insieme alle IGP nel 1992 grazie al Regolamento CEE 2081/92 della Comunità Europea – Unaprol – ConsorzioOlivicolo Italiano e Federdop - Olio (la Federazione dei Consorzi di Tutela dell'olio extravergine di origine protetta che riunisce 23 consorzi sui 27 esistenti, dunque l’81% dell’olio Dop italiano) provano a fare il punto sulla situazione delle Denominazioni nel mondo dell’olio (in cui le prime Dop effettive risalgono al 1996) ponendosi delle domande scomode ma necessarie, del tipo: che cosa dà di più al produttore la certificazione? Come viene percepita dal consumatore? Quanto conta nella GDO, e nell’export?
E soprattutto, cosa è successo in questi 20 (15) anni?
Poco, a prima vista. La risposta emersa in occasione del convegno La filiera olivicola degli oli Dop (Roma, 23 giugno 2011), con la presentazione dei dati dell’analisi, è desolante, se si tiene in considerazione il dato numerico riportato da diversi relatori - tra cui Massimo Gargano, presidente di Unaprol – che l’olio Dop in Italia rappresenta solo l’1% del mercato.
Poco, anche se stiamo comunque parlando dell’eccellenza della produzione italiana.
Proprio per questo, è più utile che mai fare un po’ di conti, e sono diversi i dati interessanti emersi dal monitoraggio effettuato su un campione di 205 aziende dei consorzi aderenti a Federdop(il più numeroso mai censito) presentato da Miriam Mastromauro, analista dell’Unaprol, e dalla relazione del prof. Giovanni Belletti, della Facoltà di Economia dell’Università di Firenze.
Il contesto
39 Dop e 1 Igp, dunque, contro i 27 riconoscimenti per l’olio greco e i 23 della Spagna, a cui pero’ non corrisponde un’elevata quantità di produzione certificata, che si limita a circa 10.000 tonnellate. Di queste, il 42% è olio certificato Igp Toscano, il 21% Dop Terra di Bari, il 6% Dop Umbria (con le diverse sottozone), il 4% Riviera Ligure e il restante 27% da dividere per tutte le altre 36 Dop italiane, che sono quindi piuttosto residuali.
39 Dop e 1 Igp, dunque, contro i 27 riconoscimenti per l’olio greco e i 23 della Spagna, a cui pero’ non corrisponde un’elevata quantità di produzione certificata, che si limita a circa 10.000 tonnellate. Di queste, il 42% è olio certificato Igp Toscano, il 21% Dop Terra di Bari, il 6% Dop Umbria (con le diverse sottozone), il 4% Riviera Ligure e il restante 27% da dividere per tutte le altre 36 Dop italiane, che sono quindi piuttosto residuali.
L’identikit
Per la maggior parte, le aziende prese in esame dal monitoraggio sono ditte individuali (soprattutto nelle isole e nel Nord Ovest, dove invece al di fuori delle Dop prevale la forma societaria). Il conduttore-tipo di queste aziende (spesso coltivatore diretto, tranne nel Centro Italia dove prevale l’Imprenditore Agricolo Professionale) ha un’età media di 53 anni ed è maschio nel 73% dei casi, con l’eccezione dell’Italia insulare dove le donne conduttrici rappresentano il 58%.
Il 45% dei conduttori possiede il titolo di scuola media superiore, ma il 29% è laureato, percentuale che sale al 35% nell’Italia centrale e al 34% al Sud.
Nel 42% dei casi sono aziende situate in pianura o collina, anche se al Nord prevalgono i terrazzamenti. Le proporzioni di quantitativi certificati per aree geografiche rispecchiano la ripartizione strutturale dell’olivicoltura generale, con Sud e Isole in pole position (ripeto, si tratta di quantità e non valore).
Si tratta di aziende abbastanza strutturate, con strutture di stoccaggio (54%) e in maggior parte imbottigliatori (56%, ma saliamo all’80% nel centro Italia). Pochi pero’ hanno un punto vendita interno: il 47,4% (che sale all’89% in Centro Italia). Il formato più diffuso è la bottiglia da 0,50 lt, seguita da quella da 0,750. Curioso notare come le lattine, piuttosto diffuse al Sud, sono inesistenti al Nord.
Distribuzione e prezzi
Il 47% (ma saliamo al 72% al Sud) dell’olio sfuso è conferito a cooperative; il 19% viene venduto a grossisti e intermediari (mentre nel Centro Italia il 64% viene venduto all’industria). Il 30% dell’olio confezionato viene venduto direttamente al consumatore, mentre il 28% passa attraverso al Grande Distribuzione. Interessante sottolineare che il 17% viene venduto alla ristorazione, e il 12% a negozi tradizionali, specializzati e agriturismi, mentre il restante 13% viene ceduto all’ingrosso.
Ma il bollino della Dop serve realmente a garantire una maggiore remunerazione al produttore, olte che a garantire al consumatore la provenienza e qualità dell’extravergine?
Questo dipende da Dop a Dop. Il prezzo medio dell’olio certificato si attesta sui 10 euro al chilo, ma disaggregando i dati emergono differenze notevoli: soprattutto al Nord, il bollino “regge” prezzi più alti, che arrivano a oltre 18 euro nel caso della Dop Brisighella, e si attesta intorno (o in alcuni casi supera) i 10 per le Dop Laghi Lombardi, Garda, Veneto, Riviera dei Fiori, Riviera Ligure. Ma l’altra faccia della medaglia sono gli oli Dop che spuntano meno di 4 euro/kg: Terra di Bari, Sardegna, Dauno e Bruzio.
Mercato, criticità e leve di marketing
Nonostante cio’, i produttori dimostrano di continuare ad avere fiducia nella scelta della certificazione: il 52% ha scelto di aumentare i volumi di prodotto da marchiare col bollino. Per il 64% delle aziende infatti la certificazione aumenta il valore del prodotto, il 25% lo fa per soddisfare una domanda sempre più esigente mentre l’11% lo fa per rispondere alle richieste della ditribuzione. Le criticità della certificazione sono invece rappresentate principalmente dall’aumento dei costi di produzione e dal mancato aumento del volume di vendita.
Eppure, ben il 99% del campione è deciso a proseguire nella scelta della certificazione. Molto diversa è pero’ la percezione del mercato degli oli Dop in base alla posizione territoriale: se al Nord Est il 100% delle aziende intervistate ritiene il mercato in espansione, la percentuale scende al 35% al Sud, dove il 56% vede invece una situazione di stallo. Minoritari i “pessimisti” che considerano il mercato in regressione, il 7% del totale.
L’extravergine sullo scaffale
Infine, i dati di vendita all’interno della GDO (dati Iri Infoscan 2010), che sinceramente mi hanno lasciato in alcuni casi un po’ spiazzata. Il 72% dell’olio venduto nella GDO è extravergine (l’1% è Dop o Igp come abbiamo visto, l’% è Bio e il 12% è 100% Italiano). L’olio Dop venduto nella GDO arriva principalmente dalla Lombardia (34%), poi da Emilia Romagna (13%), Piemonte e Val d’Aosta (12% qui mi sa che c’è un errore, che Dop ci sarebbero poi in Piemonte e Val d’Aosta?), Veneto (11%) e Toscana (8%). I dati in valore rispecchiano quelli in volume.
Il prezzo più alto nella GDO lo spuntano gli oli Dop trentini (13 euro/lt) seguiti da quelli veneti, liguri e toscani (11 euro/lt). Interessante notare anche che alcuni marchi noti della GDO hanno inserito nella propria gamma dei prodotti Dop come parte di una strategia di differenziazione dell’insegna, mentre il 40% degli oli Dop venduti è confezionato come private label.
Per la maggior parte, le aziende prese in esame dal monitoraggio sono ditte individuali (soprattutto nelle isole e nel Nord Ovest, dove invece al di fuori delle Dop prevale la forma societaria). Il conduttore-tipo di queste aziende (spesso coltivatore diretto, tranne nel Centro Italia dove prevale l’Imprenditore Agricolo Professionale) ha un’età media di 53 anni ed è maschio nel 73% dei casi, con l’eccezione dell’Italia insulare dove le donne conduttrici rappresentano il 58%.
Il 45% dei conduttori possiede il titolo di scuola media superiore, ma il 29% è laureato, percentuale che sale al 35% nell’Italia centrale e al 34% al Sud.
Nel 42% dei casi sono aziende situate in pianura o collina, anche se al Nord prevalgono i terrazzamenti. Le proporzioni di quantitativi certificati per aree geografiche rispecchiano la ripartizione strutturale dell’olivicoltura generale, con Sud e Isole in pole position (ripeto, si tratta di quantità e non valore).
Si tratta di aziende abbastanza strutturate, con strutture di stoccaggio (54%) e in maggior parte imbottigliatori (56%, ma saliamo all’80% nel centro Italia). Pochi pero’ hanno un punto vendita interno: il 47,4% (che sale all’89% in Centro Italia). Il formato più diffuso è la bottiglia da 0,50 lt, seguita da quella da 0,750. Curioso notare come le lattine, piuttosto diffuse al Sud, sono inesistenti al Nord.
Distribuzione e prezzi
Il 47% (ma saliamo al 72% al Sud) dell’olio sfuso è conferito a cooperative; il 19% viene venduto a grossisti e intermediari (mentre nel Centro Italia il 64% viene venduto all’industria). Il 30% dell’olio confezionato viene venduto direttamente al consumatore, mentre il 28% passa attraverso al Grande Distribuzione. Interessante sottolineare che il 17% viene venduto alla ristorazione, e il 12% a negozi tradizionali, specializzati e agriturismi, mentre il restante 13% viene ceduto all’ingrosso.
Ma il bollino della Dop serve realmente a garantire una maggiore remunerazione al produttore, olte che a garantire al consumatore la provenienza e qualità dell’extravergine?
Questo dipende da Dop a Dop. Il prezzo medio dell’olio certificato si attesta sui 10 euro al chilo, ma disaggregando i dati emergono differenze notevoli: soprattutto al Nord, il bollino “regge” prezzi più alti, che arrivano a oltre 18 euro nel caso della Dop Brisighella, e si attesta intorno (o in alcuni casi supera) i 10 per le Dop Laghi Lombardi, Garda, Veneto, Riviera dei Fiori, Riviera Ligure. Ma l’altra faccia della medaglia sono gli oli Dop che spuntano meno di 4 euro/kg: Terra di Bari, Sardegna, Dauno e Bruzio.
Mercato, criticità e leve di marketing
Nonostante cio’, i produttori dimostrano di continuare ad avere fiducia nella scelta della certificazione: il 52% ha scelto di aumentare i volumi di prodotto da marchiare col bollino. Per il 64% delle aziende infatti la certificazione aumenta il valore del prodotto, il 25% lo fa per soddisfare una domanda sempre più esigente mentre l’11% lo fa per rispondere alle richieste della ditribuzione. Le criticità della certificazione sono invece rappresentate principalmente dall’aumento dei costi di produzione e dal mancato aumento del volume di vendita.
Eppure, ben il 99% del campione è deciso a proseguire nella scelta della certificazione. Molto diversa è pero’ la percezione del mercato degli oli Dop in base alla posizione territoriale: se al Nord Est il 100% delle aziende intervistate ritiene il mercato in espansione, la percentuale scende al 35% al Sud, dove il 56% vede invece una situazione di stallo. Minoritari i “pessimisti” che considerano il mercato in regressione, il 7% del totale.
L’extravergine sullo scaffale
Infine, i dati di vendita all’interno della GDO (dati Iri Infoscan 2010), che sinceramente mi hanno lasciato in alcuni casi un po’ spiazzata. Il 72% dell’olio venduto nella GDO è extravergine (l’1% è Dop o Igp come abbiamo visto, l’% è Bio e il 12% è 100% Italiano). L’olio Dop venduto nella GDO arriva principalmente dalla Lombardia (34%), poi da Emilia Romagna (13%), Piemonte e Val d’Aosta (12% qui mi sa che c’è un errore, che Dop ci sarebbero poi in Piemonte e Val d’Aosta?), Veneto (11%) e Toscana (8%). I dati in valore rispecchiano quelli in volume.
Il prezzo più alto nella GDO lo spuntano gli oli Dop trentini (13 euro/lt) seguiti da quelli veneti, liguri e toscani (11 euro/lt). Interessante notare anche che alcuni marchi noti della GDO hanno inserito nella propria gamma dei prodotti Dop come parte di una strategia di differenziazione dell’insegna, mentre il 40% degli oli Dop venduti è confezionato come private label.
Conclusioni
Insomma, ha detto Belletti, la Dop è uno strumento flessibile che dà risultati diversi in base ai casi diversi, e non solo in base al valore economico. Non è una panacea per tutti i mali e non puo’ risolvere le debolezze del comparto olivicolo, ma puo’ essere un elemento importante solo in presenza di una intelligente e più ampia politica di comparto.
“Il bollino blu non risolve i problemi – ha ribadito Silvano Ferri, presidente di Federdop – ma è un punto di partenza per creare un sistema di valori – territorio, tradizione, cultura, cose che in Italia non mancano – fondamentale in questo momento di cambiamento di stili di consumo, in cui le donne diventano le principali responsabili di acquisto”. Pare infatti che noi femminucce siamo più orentate alla qualità mentre i maschietti sarebbero più sensibili all’origine del prodotto… non resta che sperare in un acquisto di coppia (e senza litigi).Non è mancato l’appello agli chef “che invadono la tv dal mattino alla sera”.
Una parola buona per l’olio: basta poco, e checcevo’!?
Insomma, ha detto Belletti, la Dop è uno strumento flessibile che dà risultati diversi in base ai casi diversi, e non solo in base al valore economico. Non è una panacea per tutti i mali e non puo’ risolvere le debolezze del comparto olivicolo, ma puo’ essere un elemento importante solo in presenza di una intelligente e più ampia politica di comparto.
“Il bollino blu non risolve i problemi – ha ribadito Silvano Ferri, presidente di Federdop – ma è un punto di partenza per creare un sistema di valori – territorio, tradizione, cultura, cose che in Italia non mancano – fondamentale in questo momento di cambiamento di stili di consumo, in cui le donne diventano le principali responsabili di acquisto”. Pare infatti che noi femminucce siamo più orentate alla qualità mentre i maschietti sarebbero più sensibili all’origine del prodotto… non resta che sperare in un acquisto di coppia (e senza litigi).Non è mancato l’appello agli chef “che invadono la tv dal mattino alla sera”.
Una parola buona per l’olio: basta poco, e checcevo’!?
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