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giovedì 27 ottobre 2016

Italian Taste: Prima settimana della cucina italiana nel mondo.

Una delle eredità di Expo Milano 2015 che il Governo sta portando avanti è il progetto «Food act», di cui fa parte il protocollo d'intesa firmato a marzo scorso per la valorizzazione all'estero della cucina italiana di qualità. 
Per la prima volta, grazie a questo lavoro, abbiamo formato una squadra che riunisce le istituzioni, le imprese, il sistema camerale, il mondo dello sport, le associazioni culturali e coloro che lavorano direttamente con il cibo e con il vino, grandi cuochi e sommelier che sono diventati i nostri ambasciatori del gusto, guidati dalla consapevolezza che "cucina è cultura".
Cosi, mettendo insieme tutte queste diverse esperienze, è nata l'idea della prima Settimana della cucina italiana nel mondo, che dal 21 al 27 novembre porterà in ben 105 Paesi oltre 1300 eventi dedicati alla nostra cucina e alle qualità enogastronomiche del paese. 
Dagli Stati Uniti alla Cina, dal Giappone al Brasile, passando per Canada, Russia ed Emirati Arabi ma arrivando anche nei più piccoli Paesi africani, la nostra rete diplomatica coordinerà un menù ampio e articolato di iniziative: convegni sull'alimentazione, sulle certificazioni, sulla tutela e sui valori della dieta mediterranea, mostre di design e di fotografia, ma anche proiezioni di film e documentari a tema, premiazioni e concorsi, attività di informazione e di formazione per diffondere la cultura della cucina di qualità, con dimostrazioni a cura di cuochi italiani di fama internazionale. Il tutto con un comune denominatore: la promozione e la valorizzazione del Made in Italy e l'innalzamento del livello qualitativo della nostra cucina all'estero, attraverso il nostro saper fare con il cibo, il vino e, non da ultimo, mediante l'uso dei veri prodotti italiani. 
È importante ricordare, infatti, che l'export del comparto agroalimentare vale già quasi 37 miliardi di euro all'anno e che con il piano per l'internazionalizzazione del Made in Italy a cui lavorano Ministero delle politiche agricole e dello Sviluppo Economico si sta facendo ancora meglio.
La Settimana della Cucina verrà ripetuta ogni anno, diventando un pezzo forte di quella promozione integrata del Sistema Italia che sempre più caratterizza le iniziative della Farnesina. Promozione, cioè, che valorizzi e metta in comunicazione tutti gli ingredienti dell'essere italiani e del vivere all'italiana: dall'arte alla musica, dal cinema alla lingua, dalla moda al design, dalla scienza al fare impresa, rafforzando quell'insieme di fattori intangibili legati all'immagine e alla reputazione del Paese che va sotto il nome di Marchio Italia.
Tra le oltre mille iniziative che si svolgeranno all'estero, vorremmo ricordare tra tutte le attività che coinvolgeranno i comuni terremotati del 24 agosto, con Amatrice presente, grazie alle nostre Ambasciate, in Lituania e Lettonia. 
È un segnale importante per rilanciare l'economia dei territori colpiti dal sisma, che riceveranno anche tanti segnali di solidarietà concreta attraverso altri eventi che si svolgeranno dalla Spagna alla Germania, dal Canada agli Stati Uniti, dall'Arabia Saudita al Senegal. 
La prima Settimana della cucina italiana racconterà il valore di un'alimentazione radicata nella nostra cultura e legata alla qualità della vita. Non è un caso se la dieta mediterranea è stata riconosciuta dall'Unesco come patrimonio immateriale dell'umanità. Presenteremo all'estero non solo il meglio delle nostre produzioni enogastronomiche ma anche l'offerta formativa delle nostre Accademie di cucina, per attrarre giovani talenti anche dall'estero e aumentare il turismo legato agli itinerari enogastronomici di qualità. Coscienti di dover sempre innovare ma orgogliosi della nostra storia e della nostra cultura. Soprattutto, in questo caso, quella gastronomica.
Fonte: Farnesina

lunedì 12 maggio 2014

Expo oleario verso il Giappone: luci e ombre da questo mercato.

Nella foto: un momento di Olive Marché a Tokyo
L'olio extravergine italiano in terra di Giappone con quota di mercato prossima al 50%: ed è questa la buona notizia!
L'ultima newsletter del Consiglio Oleicolo Internazionale (COI) di Madrid, massimo organismo internazionale del settore dell'olio di oliva, traccia un primo bilancio sulla situazione delle esportazioni verso il paese del Sol Levante. 
Il Giappone ha importato, nel corso dell'anno 2012-2013, circa 54.000 tonnellate di olio d'oliva e di sansa di oliva, il 18% in più rispetto all'anno precedente, con Italia e Spagna che si dividono quasi esclusivamente il mercato (48% e 44% della quota di mercato, rispettivamente).
I dati del Consiglio Oleicolo Internazionale evidenziano come il 93% delle importazioni totali in Giappone provengono da paesi europei; dopo l'Italia (25.959 t) e la Spagna (23.526 t), è la Grecia il terzo del paese fornitore di olio da olive in Giappone, con 599 t. Il resto del mercato (7%) è appannaggio dell'olio proveniente dalla Turchia (3.220 t).
Ma la notizia, preoccupante, evidenziata nei dati del COI, riguarda la situazione dell'esportazione olearia italiana in Giappone, che ha subito una flessione del 2% (dal 50% al 48%) nel periodo in esame. Dati in controtendenza per la Spagna, che vede aumentare le proprie esportazioni, passando dal 40% nel periodo 2007/08 al 44% attuale.
Quindi, la pressante pubblicità e le azioni promozionali messe in atto dagli spagnoli sull'intero territorio giapponese comincia  a dare i primi, tangibili, frutti. 
E noi? L'Italia? Basta solamente confidare nella potenza del brand "Made in Italy"? O per far (ri)decollare il settore expo dell'olio da olive servono nuove, e più incisive, azioni mirate di promozione? 
Tutti, il Ministero delle Politiche Agricole, i Consorzi di produttori, le Organizzazioni agricole, i produttori, sono avvisati.

Dr Antonio G. Lauro

martedì 16 ottobre 2012

Promozione Europea: concorrenza sleale? Conferenza stampa CEQ.

Riceviamo e pubblichiamo.
Il Ceq, Consorzio Extravergine di Qualità, è lieto di invitare la S.V. alla conferenza stampa
“Promozione Europea: concorrenza sleale?"
che si terrà Giovedì 18 Ottobre 2012 alle ore 12 presso il Sindacato Scrittori, sala Diego Fabbri, Corso Vittorio Emanuele, 127 Roma.
La concorrenza sui mercati esteri è sempre più agguerrita e gli strumenti di promozione dei prodotti agroalimentari proposti dall’Unione Europea si stanno rivelando desueti e incoerenti.
Il Consorzio CEQ ha documentato le contraddizioni esistenti nella politica di promozione comunitaria, segnalando casi di distorsione di concorrenza tra gli Stati membri che incrinano il sentiment sull’Europa comune.
I primi a farne le spese sono i prodotti “Made in Italy”, come avremo modo di dimostrare nel corso della conferenza stampa.
Fonte: Ceq

sabato 8 ottobre 2011

Olio: il Registro Sian piega le eccellenze dell'extravergine italiano.

Un grido d'allarme dai produttori di olio extravergine di qualità. Quando la burocrazia rende inapplicabile un principio giusto.
Al centro delle loro critiche il cosiddetto Registro Sian (Sistema Informativo Agricolo Nazionale), entrato in vigore con il DM 8077/2009. In pratica si tratta di un registro telematico di carico e scarico dell'olio che, nella volontà degli estensori del decreto, doveva avere lo scopo di salvaguardare il principio di italianità dell'olio.
"Obiettivo nobilissimo - sottolinea Antonella Pinna, produttrice sarda - ma che in Italia, a differenza che in altri Paesi, come ad esempio la Spagna nostro massimo competitor, ha avuto un'applicazione a dir poco eccessiva. Il Registro Sian, con la sua burocrazia cavillosa, costringe a un'attività quotidiana e a un dispendio di forze semplicemente impensabile per le piccole e medie aziende. Senza contare che va bene una trasparenza che garantisca legalità e rispetto delle regole, ma è assurdo chiederla in modo quasi feroce proprio a quelle aziende che si sono da tempo allineate al concetto di italianità dell'olio che sta alla base del decreto. Aziende che, a mio giudizio, dovrebbero decidersi a fare squadra, in modo da proporsi alle istituzioni come interlocutore credibile e indispensabile su tutte le questioni che riguardano il nostro comparto".
La richiesta di uno scarico di dati continuo, infatti, costringe a un lavoro capillare che, per aziende che spesso contano su un numero limitato di lavoratori, risulta insostenibile.
"Senza contare l'obbligo di fornire l'elenco completo di clienti e fornitori - aggiunge Marco Viola, noto produttore umbro - che, viste le falle che purtroppo caratterizzano il mondo on line, va necessariamente a determinare un mancato rispetto della privacy che aggiunge danno al danno. Va inoltre fatto notare che questo sistema rappresenta un unico abominevole, in quanto richiesto solo a noi produttori di olio. Se avessero provato a fare una cosa del genere con i produttori di vino, si sarebbe scatenata una guerra santa. E invece sono andati a colpire un comparto già sofferente, infliggendo quello che per molti potrebbe risultare il colpo di grazia".
Urge quindi trovare una soluzione che, seppure nel rispetto delle regole comunitarie, non risulti penalizzante nei confronti dei piccoli e medi olivicoltori.
"Pensiamo a un tavolo di lavoro - propongono i vari produttori riuniti per questa battaglia - intorno al quale sedere le varie parti in causa, al fine di trovare delle soluzioni condivise. Ripetiamo che noi siamo per la trasparenza, che andrebbe a premiare chi fa qualità. Ben vengano quindi degli enti di controllo, li accoglieremo a braccia aperte. Va bene anche riportare i dati richiesti ma non con la frequenza attualmente imposta. Seguiamo l'esempio di altri Paesi, onde evitare di perdere la leadership nella produzione di extravergine di qualità, settore che da sempre vede l'Italia al primo posto e che, con questa legge, rischia di veder scomparire centinaia di aziende di altissimo livello".
PROMOTORI: Giorgio Franci Frantoio Franci s.n.c. - Montenero d'Orcia (GR); Marco Viola, Azienda Agraria Viola - Foligno (PG); Antonella Pinna, Az. Agr. Fratelli Pinna - Sassari (SS); Giancarlo e Sabrina Bonamini, Frantoio Bonamini sas (VR); Nicola Fazzi, Colli Etruschi, Blera (VT);  F.lli Fazari, Olearia San Giorgio - San Giorgio Morgeto (RC); Antonella Titone, Az. Agr. biologica Titone - Locogrande - Marausa (TP); Marina Colonna, Masseria Bosco Pontoni - San Martino in Pensilis (CB); Laura De Parri, Azienda Agricola Laura De Parri - Canino (VT); Francesco Gaudenzi, Frantoio Gaudenzi - Trevi (PG); Antonella Roversi, Azienda Del Carmine - Ancona (AN);  Luigi Tega, Molino Il Fattore di Tega Luigi & C. - Foligno (PG); Gabriella Gabrielloni, frantoio Gabrielloni E. & G. snc - Recanati (MC); Americo Quattrociocchi, Frantoio Oleario Quattrociocchi amerigo - Altri (FR); Maria Provenza, Frantoio Oleario Torretta srl - Battipaglia (SA); Massimo Fia, Agraria Riva del Garda - Riva del Garda (TN); Frontoi Cutrera - Chiaramonte Gulfi (RG); Gionni Pruneti, Az. Agr. Pruneti - Greve in Chianti (FI); Marina De Carlo, Frantoio Oleario De Carlo SNC - Bitritto (BA); Az. Agr.Comincioli - Puegnago sul Garda (BS).
Si uniscono solidali, anche se non destinatari del provvedimento in quanto trasformatori: 1. Silvia Di Vincenzo, Az. Agr. mandranova (Cb); 2. Pasquale Librandi, Azienda Agricola Librandi Pasquale Vaccarizzo Albanese (CS); Az. Agr. Decimi, Bettona ( PG).
Fonte: Olearia San Giorgio