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sabato 9 novembre 2013

Un tuffo nel passato e nella storia dell’olivo e dell’olio.

Basta poco, a volte, per rivivere momenti della nostra recente storia agricola. Basta un incontro casuale, ritrovare vecchi amici, ed ecco immergersi negli antichi mestieri di un tempo.
L’epoca.
Ci troviamo agli inizi del 1800.
Gli attori.
U trappitu[1], i trappitari[2], l’asino (per i più ricchi un cavallo), i portantini, le olive.
Il luogo.
Saracena, terra antichissima, edificata dagli Enotrii nel 2256 a.C., poi conquistata dai Saraceni (da qui il toponimo), posta alle porte del Pollino, nel cuore dell’omonimo Parco Nazionale.
La storia.
Saracena, la “kasbah” del Pollino, caratterizzata dai  vicoli stretti e contorti che si snodano tra scale, scalini e “vutanti”. La citta dai mille scalini, molti dei quali, nei tempi, sono stati percorsi a piedi, a volta scalzi, per portare un “tomolo”[3] di olive al frantoio. Scalini segnati dai passi dei tanti giovani che realizzavano così le loro scarse pretese di un pasto caldo a fine giornata, scalini segnati da un rivolo d’olio che dai sacchi via, via scorreva dapprima sui vestiti dei portanti per cadere, infine, sul suolo sterrato, frammisto a ruvide pietre del luogo.
E tra imprecazioni e dolore, fatica ed esecrazioni il sacco arrivava su, in cima, nel frantoio padronale.
Sono queste le parole, appassionate, di Zi’ Domenico, di quasi cent’anni, ultimo portantino e custode dell’antico frantoio “a sangue”[4] di Saracena, relitto archeostorico di un passato industriale non molto lontano. Ed è grazie allo Zi’, che tutta questa storia si può ancora rivivere, nell’antico borgo, attraverso i suoi racconti.
Colpisce l’amore con cui narra la sua pur difficile gioventù, si infervora a parlare delle macine, in pietra locale, scolpita direttamente in frantoio. Si entusiasma, Zi’ Domenico, a parlare di tecnologia olearia ante litteram. Ci spiega come avvenivano le fasi dell’estrazione dell’olio in frantoio. Le olive sversate nella grande gramola, l’asino che fa muovere le macine, la frantumazione delle olive ed il carico dei fiscoli[5], la torre di pressione, la torchiatura, il sudore e la fatica necessaria per stillare ogni singola goccia del prezioso oro verde. Fatica nel muovere l’ “ominu mortu”[6], collegato alla pressa tramite una corda metallica, solitamente in acciaio, grossa e resistente che, attorcigliandosi, si tendeva esercitando pressione.
E poi l’acqua calda, per separare e far affiorare l’olio di oliva, e la pija[7], magistralmente adoperata per raccoglierne l’olio. E tutto il resto via, le sanse in un’altra stanza e l’acqua all’inferno[8], prima di esser sversata per le vie.
Le parti da dividere: poco o nulla per chi raccoglieva e portava le olive in frantoio, una piccola parte per chi organizzava l’estrazione dell’olio e, tutto il resto, per il “padrone”.
Si era quindi autorizzati a “rubare”, raccogliendo di soppiatto dall’inferno, le ultime gocce di olio lampante celato tra le fetide acque di scarto, utile solo per rischiarare, con lucerne, le lunghe notti invernali.
Il tempo si è fermato, si rimane affascinati dal racconto, apprendendo così gli antichi mestieri legati all’olio e alle olive, quello del trappitaru. Ma ancor di più affascina lui, l’ultimo dei vecchi portantini. Grazie a lui questa storia, ancorata indissolubilmente alla terra, ancora vivrà in mille suoi nuovi racconti.
Grazie Zi’ Micuccio.
Antonio G. Lauro

Le macine in pietra

Il meccanismo di rimescolamento della pasta di olive

Zio Domenico e le fasi di lavorazione in frantoio

Il torchio e la vasca di ricezione del mosto olio (sotto)

Veduta d'insieme del trappitu. Sulla destra l'ominu mortu




[1] dal latino trepetum o trapetus, ovvero luogo dove sono posizionate le macchine del frantoio.
[2] frantoiani.
[3] antica unità di misura di capacità, dal peso variabile tra i 40 ed i 52 kg.
[4] In questo tipo di frantoio, la mola per frangere le olive veniva azionata da forza animale.
[5] dischi in corda di canapa (o di sparto) intrecciata, usati per contenere le olive macinate.
[6] grosso palo in legno fatto ruotare dalle braccia forti degli uomini.
[7] disco metallico di forma circolare, leggermente conico, utilizzato per raccogliere l’olio affiorante.
[8] locale in cui si ubicavano le vasche di stoccaggio dell'acqua di vegetazione.

sabato 26 ottobre 2013

Olio extravergine calabrese vocazione alla qualità a GIROLIO 2013.

OLIO EXTRAVERGINE CALABRESE, VOCAZIONE ALLA QUALITÀ - TEMA DELL’INCONTRO DELLA TAPPA GIROLIO 2013
A SARACENA ANCHE LUPI, OLIVERIO E TREMATERRA
SARACENA (CS). Tappa a Saracena di GIROLIO 2013, crescono le adesioni.
All’evento promosso dall’associazione nazionale Città dell’Olio, la prossima DOMENICA 27, parteciperanno anche il Presidente dell’Associazione nazionale Città dell’Olio Enrico LUPI, il Presidente della Provincia di Cosenza Mario OLIVERIO e l’Assessore regionale all’Agricoltura Michele TREMATERRA.
L’olio extravergine calabrese: la vocazione alla qualità. 
Ecco il programma dell’evento organizzato dall'Associazione Nazionale Città dell'Olio in collaborazione con i coordinamenti regionali e l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica.
Alle ORE 10, presso la Piazza XX Settembre si terrà la cerimonia di apertura alla presenza delle autorità, accompagnate dall’intonazione dell’inno nazionale a cura del complesso bandistico San Leone “Raffale DIANA”.
Seguirà la cerimonia di consegna di un cultivar dalla comunità di Lerici (SP) e la piantumazione a cura degli alunni dell’istituto comprensivo cittadino.
Alle ORE 11,30 in Piazza Santo Lio si aprirà la mostra sul paesaggio olivicolo curata dal prof. Pietro GULLO, presidente del consiglio comunale di San Pietro a Maida.
L’OLIO EXTRAVERGINE CALABRESE: LA VOCAZIONE ALLA QUALITÀ. Al convegno delle ORE 17, moderato dal fiduciario della condotta Sibaritide Pollino Lenin MONTESANTO e ospitato presso la sala consiliare di Piazza Pisacane, interverranno, oltre al sindaco e coordinatore regionale dell’Associazione Città dell’Olio Mario Albino GAGLIARDI, il Panel Leader TerraOlivo Gerusalemme - Olivinus Mendoza, Antonio Giuseppe LAURO, Nicola FIORITA, docente UNICAL e presidente regionale SLOW FOOD CALABRIA, gli esperti di olio extravergine d’oliva Gerardo GRECO e Amalia RUFFOLO, il presidente dell’associazione nazionale Città dell’Olio Enrico LUPI, il presidente della giunta provinciale di Cosenza Mario OLIVIERO e l’assessore regionale all’agricoltura Michele TREMATERRA.
Nel corso della tappa sarà allestita la mostra mercato a cura della COLDIRETTI Cosenza e dei produttori delle Città dell’Olio calabresi. (Fonte: Montesanto Sas – Comunicazione & Lobbying).

martedì 19 aprile 2011

Le città dell'olio per la promozione e la diffusione dell'extravergine.

Saracena (CS). Consorziarsi e associarsi: dovrà partire da questo primo step il percorso di promozione, diffusione e commercializzazione dei prodotti enogastronomici ed oleari della Calabria. Le undici “Città dell’Olio” calabresi a Saracena per apprendere le strategie di marketing e turismo dalle esperienze di Umbria e Toscana. Raccolto l’invito del sindaco Mario Albino Gagliardi. Successo di partecipazione al confronto – riferisce testualmente una nota dell’Amministrazione comunale di Saracena - con le realtà produttive del centro Italia tenutosi nel weekend nella Città del Moscato Passito. «Abbiamo voluto intraprendere un confronto con le regioni italiane più virtuose nel campo della produzione olivicola – ha detto Mario Albino Gagliardi, Sindaco e coordinatore regionale di “Città dell’Olio”– per capire come possiamo far approdare i nostri prodotti sui mercati nazionali ed internazionali». All’evento protrattosi per più giorni e che ha coinvolto diversi territori erano presenti, tra gli altri, il Presidente dell'Associazione Nazionale “Città dell'Olio Enrico Lupi, Paolo Morbidoni Sindaco di Giano (PG) e Vicepresidente Nazionale dell'Associazione, Antonio Luna Vicesindaco comune di Spello (PG) e coordinatore regionale “Città dell'Olio in Umbria”, e l'Assessore allo sviluppo rurale della Provincia di Grosseto Enzo Rossi. Nel corso del partecipato dibattito è emersa la presenza di un corpo imprenditoriale, produttivo e di qualità imponente (più di 13 frantoi contati nel solo hinterland di Saracena) ma allo stesso tempo la mancanza di una lobbying associativa mirata a tutelare, dal basso, gli interessi del settore. «L’olio – ha detto l’Assessore provinciale Enzo Rossi – è un prodotto che per essere venduto non ha bisogno solo di qualità ma anche di quantità. Il modello toscana: siamo arrivati alla massima commercializzazione, anche sui mercati statunitensi, grazie alla formazione di unioni consortili e di strutture di lavorazione in forma associata, che garantiscono risparmio di energie e più profitto». Le “Città dell’Olio” non solo “trade” ma anche Turismo. «L’agricoltura di qualità – ha detto il Vicesindaco di Spello, Antonio Luna – può essere considerata la terza rivoluzione industriale. La riqualificazione delle nostre aree agroalimentari ci permette di presentare un territorio che ha nell’operazione di sinergia tra turismo, ambiente e enoliogastronomia un elemento essenziale per lo sviluppo provinciale e regionale. Per noi l’ulivo non è solo coltura ma anche cultura». Quindi non solo lavorazione e produzione ma anche la valorizzazione e comunicazione di quanto gira attorno ad essi: dalle tradizioni al folklore. Le “Città dell’olio” sono un’opportunità – ha puntualizzato LUNA – che ci permette di attrarre tanti turisti e che garantisce, come nel caso di Saracena, un interscambio culturale con altre aree del nostro paese con simili vocazioni agricole». Durante la due giorni delle “Strade dell’Olio” di Saracena, assieme al Sindaco Gagliardi ed a numerosi rappresentanti istituzionali, hanno accompagnato gli ospiti umbri e toscani, attraverso le meraviglie del territorio della Sibaritide-Pollino, anche il Vice Presidente della Provincia di Cosenza, Domenico Bevacqua, il Presidente del Parco Nazionale del Pollino, Domenico Pappaterra, il Presidente Provinciale della Coldiretti, Pietro Tarasi ed il Vicecoordinatore regionale “Città dell’Olio” e Sindaco di Cerchiara, Antonio Carlomagno. «Le “Città dell’Olio” calabresi hanno avviato il nostro processo di crescita nel confronto – ha infine detto Mario Albino Gagliardi – con chi ha sperimentato con successo questo percorso. Ora attendiamo che anche l’area urbana Rossano-Corigliano entri a far parte delle Città dell’Olio, per essere più forti, come Regione, su scala nazionale”».
Dr Antonio G. Lauro