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giovedì 16 settembre 2010

Olio extravergine di oliva e protezione delle ossa: binomio imprescindibile.


E’ noto a tutti che un componente importante della dieta mediterranea è l'olio extravergine di oliva, per certi versi assimilabile, viste le metodiche di trasformazione usate, ad un semplice succo di frutta centrifugata. 
Grazie al suo alto contenuto di grassi monoinsaturi (acido oleico in particolare), alla sua particolarissima composizione di acidi grassi (la stessa del latte umano) e la presenza importante di antiossidanti in forma di componenti minori (in particolare i polifenoli), l’olio extravergine di oliva è considerato la migliore fonte di grassi per la dieta quotidiana.
Molteplici gli effetti benefici sulla salute umana dell’olio vergine di oliva, in quanto è in grado di prevenire e combattere tutta una serie di patologie. Tra queste, come evidenzia una ricerca dell'Università di Cordoba (Spagna), anche l'osteoporosi, alterazione degenerativa delle ossa, caratterizzata da una perdita della densità ossea, che può aumentare il rischio di fratture. Si stima che circa 75 milioni di persone ne soffrono in Europa, Stati Uniti e Giappone, generalmente soggetti di sesso femminile in età avanzata o in postmenopausa.
Questo nuovo studio, pubblicato su Osteoporosis International, dall’equipe diretta dal dottor Santiago-Mora, getta luce sulle proprietà di alcuni composti dell’olio d’oliva: i polifenoli e l’oleuropeina, sostanze ritenute capaci di stimolare le cellule responsabili della formazione ossea. A tale scopo sono stati eseguiti test in vitro su cellule staminali del midollo osseo umano, trattate con diverse concentrazioni di oleuropeina. Le osservazioni hanno permesso di scoprire come tale sostanza provocasse un aumento nella differenziazione degli osteoblasti, cellule responsabili della formazione ossea, e nel contempo una riduzione nella differenziazione degli adipociti, le cellule dove viene immagazzinato il grasso.
In più, i ricercatori sostengono come l'applicazione di oleuropeina abbia influenzato direttamente l'espressione dei geni che regolano la produzione di osteoblasti.
A conclusione dello studio, i ricercatori ribadiscono che: ‘I nostri dati suggeriscono che l’oleuropeina, molto abbondante nei prodotti dell’olivo presenti nella dieta mediterranea tradizionale, potrebbe prevenire la perdita ossea legata all’età e l’osteoporosi’.

Ecco, dunque, un motivo in più, qualora ce ne fosse bisogno, per includere nella nostra dieta quotidiana il salutare e prezioso ‘succo di olive’.
Dr Antonio G. Lauro

Bibliografia: R. Santiago-Mora, A. Casado-Díaz, M. D. De Castro and J. M. Quesada-Gómez. Oleuropein enhances osteoblastogenesis and inhibits adipogenesis: the effect on differentiation in stem cells derived from bone marrow. Osteoporosis International 2010.

lunedì 13 settembre 2010

Le principali varietà di olivo calabresi.

In Calabria, il patrimonio olivicolo può contare su di un vasto germoplasma, frutto della differenzazione, nel tempo, di almeno 33 cultivar di olivo differenti: Borgese, Carolea, Cassanese di Lauropoli, Cerchiara, Chianota, Ciciarello, Corniola di Villapiana, Razza, Dolce di Rossano, Fecciaro, Fidusa, Grossa di Cassano, Grossa di Gerace, Mafra di Cerchiara, Melitana, Miseo, Napoletana, Nostrana di Amendolara, Ottobratica, Pargolea, Pennulara, Perciasacchi, Policastrese, Pugliasca, Rezza, Roggianella, Santomauro, Sinopolese, Squillaciota, Tombarello, Tonda di Strongoli, Tondina, Zinrifarica.
Carolea
Tra queste, descriveremo solamente le principali varietà di olivo calabresi.
Carolea
E' una delle cultivar più importanti del panorama olivicolo calabrese.
Viene coltivata in tutte e cinque le province anche se in quella di Catanzaro è la varietà predominante. La diffusione complessiva è stata valutata nell'ordine di 50.000 ettari. Cultivar di media vigoria, assurgente, con densità medio folta della chioma. I rami fruttiferi sono mediamente assurgenti, il numero di rami anticipati è medio-elevato, la lunghezza media degli internodi è di 2,4 cm. Le foglie sono di dimensioni medio grandi, ellittico-lanceolate, con lembo piano-epinastico di colore verde chiaro. Le infiorescenze sono piccole e compatte, con numero medio di fiori pari a 12, l'aborto dell'ovario oscilla tra il 10 e il 12%. Le drupe hanno un peso di 3,5 - 6 g a seconda della carica delle piante. La forma è ellissoidale, asimmetrica, con evidente umbone. A maturazione completa il colore dell'epidermide è nero lucido. Il rapporto polpa nocciolo è superiore a 5.
La Carolea come tutte le varietà antiche è costituita da una popolazione multiclonale, con differenze
anche significative. La cultivar è praticamente autosterile, le varietà impollinatici sono la Nocellara messinese e l'Ottobratica. L'invaiatura è scalare, l'inoliazione è precoce, la resa in olio varia dal 18 al 22% a seconda dell'epoca di raccolta.
Resistente al freddo e alla rogna è però molto sensibile al cicloconio, alla mosca e alla zeuzera.
Le produzioni sono abbondanti e sono destinate prevalentemente all'oleificazione nonostante le buone caratteristiche merceologiche come oliva da mensa.
Si presta molto bene alla raccolta meccanica con l'uso di scuotitori. Le rese di raccolta variano dal 70 al 95%. L'epoca ottimale di raccolta varia da metà ottobre a tutto novembre per le olive destinate alla trasformazione, mentre deve essere anticipata per le olive da tavola. 
Cassanese
Grossa di Cassano (Cassanese)
E' molto diffusa nella piana di Sibari in provincia di Cosenza e nella adiacente fascia collinare prepollinica. E' stata introdotta anche in altre province dove ha dato ottimi risultati produttivi.
L'albero si presenta vigoroso, con portamento assurgente ed espanso, la chioma è medio-folta.
I rami fruttiferi hanno un portamento variabile con gli internodi di lunghezza media. Le foglie sono grandi, molto larghe ed ellittiche, il lembo è elicoidale-iponastico, il colore è verde intenso. Le infiorescenze sono grandi, rade, formate da circa 20 fiori, l'aborto dell'ovario è elevato e varia dal 50 al 70%. Le drupe hanno un peso medio di circa 4 grammi. La cultivar è autosterile; si impollina facilmente con la Tondina, la Santomauro e la Corniola. L'invaiatura è precoce e concentrata, l'inoliazione tardiva raggiunge massimo il 18% a dicembre inoltrato. E' molto resistente alle principali fitopatie di origine fungina,mentre è sensibile alle infestazioni daciche.Le produzioni unitarie sono abbastanza elevate, anche l'alternanza è contenuta. Le rese alla raccolta meccanica sono elevate. Il 90% della produzione è destinato alla oleificazione, la restante parte viene consumata come olive da mensa. La Grossa di Cassano, per la buona produttività, l'idoneità alla raccolta meccanica e l'elevata resistenza al cicloconio si sta diffondendo in altri areali. Un aspetto negativo è legato alle rese in olio, estremamente basse con raccolte anticipate (max 10%).
Ottobratica
E' diffusa principalmente in provincia di Reggio Calabria (Piana di Gioia Tauro-Palmi) e in provincia di Vibo Valentia. Si riscontra sporadicamente nel versante ionico reggino e nella piana di Lametia. L'albero si presenta molto vigoroso, con portamento espanso assurgente e chioma fitta; le dimensioni delle piante a volte sono ragguardevoli. I rami fruttiferi hanno un portamento variabile, con internodi abbastanza lunghi. Le foglie sono di dimensioni medie, ellittiche, lembo piano o lievemente epinastico, il colore è verde intenso. Le infiorescenze sono medie, rade e con circa 15 fiori, l'aborto dell'ovario è variabile ed oscilla tra il15 e il 40 % dei fiori. Le drupe sono piccole (1,7 g), obovate ed allungate, asimmetriche e nere a piena maturazione.
Il rapporto polpa nocciolo è inferiore a 4. L'indice di autofertilità è molto basso, per cui necessità di altre cultivar con cui è più frequentemente consociata come ad esempio la Sinopolese.
L'invaiatura è precoce e concentrata, l'inoliazione è tardiva e scalare, la resa in olio è media (17%), e raggiunge il massimo a fine dicembre. La cultivar è molto resistente alle avversità vegetali ed animali dell'olivo ad eccezione della lebbra.
Le produzioni sono molto abbondanti ma comunque alternanti.
L'epoca ottimale di raccolta è a fine ottobre inizi di novembre. Le rese e la capacità di lavoro con gli scuotitori sono modeste. Ultimamente nell'areale di origine è stata molto rivalutata.
Tonda di Strongoli
Viene coltivata nella parte settentrionale della provincia di Crotone, è presente sporadicamente in altri areali. L'albero è di modesta vigoria, ha un portamento assurgente-espanso e chioma mediamente folta. I rami fruttiferi hanno un portamento variabile tendente al pendulo, internodi corti e rami anticipati scarsi. Le foglie sono di medie dimensioni, lanceolate, con il lembo piano di colore verde chiaro. Le infiorescenze sono piccole e compatte, con numero medio di fiori pari a 15; l'aborto dell'ovario varia dal 30 al 40% dei fiori. Le drupe hanno dimensione grandi o molto grandi, con peso che varia da 4 a 6 g, hanno forma tra l'ovoidale e lo sferoidale, lievemente asimmetrica, nere a maturazione; il rapporto polpa nocciolo è maggiore di 5. La cultivar è parzialmente autofertile.
Invaiatura ed inoliazione si svolgono in epoca intermedia, fine ottobre inizi novembre e sono alquanto concentrate. La resa media in olio raggiunge il 18%. Particolarmente sensibile alla rogna e alle infestazioni daciche. Le produzioni unitarie sono medie ed alternanti. Le olive vengono quasi tutte olieficate, solo il 3% viene destinato al consumo diretto. L'epoca ottimale di raccolta è novembre inizio di dicembre.
Dr Antonio Giuseppe Lauro - Panel Leader
Coautore de Gli Extravergini Calabresi - Guida agli oli di qualità (2008)

sabato 11 settembre 2010

La Piana di Gioia Tauro-Palmi: il regno degli olivi più grandi del mondo.

In dettaglio i 33 comuni della Piana di Gioia - Palmi
La Piana di Gioia Tauro-Palmi (prov. di Reggio Calabria) che abbraccia sia il territorio degli omonimi comuni e sia quello di altri 31 paesi, è fortemente caratterizzata dalla presenza della coltura dell'olivo, che in questo territorio cresce con enorme vigore soprattutto con le varietà locali, "Sinopolese" ed "Ottobratica", e segna in maniera inconfondibile il paesaggio rurale. Il 70% del territorio pari a circa 30.000 ettari, con oltre 2.342.000 piante di olivo è interessato da questa attività produttiva e che incide profondamente sull'economia dell'intera zona.
Qui l'olivicoltura rappresenta una sorta di monumento ambientale che molto contribuisce alla caratterizzazione e alla valorizzazione del territorio agrario circostante.
Per la notevole importanza economica e sociale posseduta, la coltura dell'olivo è costantemente 
al centro dell'attenzione da parte degli olivicoltori, di politici, economisti e studiosi di scienze agronomiche, ambientali, sociali, antropologiche, geografiche, con la constatazione univoca che si è creato, nel corso dei secoli, in questo territorio, un sistema olivicolo che, per le caratteristiche morfologiche e ambientali non comuni, possiamo dire che è unico al mondo.
Enormi pachidermi vegetali, con imponenti strutture arboree identificano il misterioso fascino dei luoghi. La maestosità degli alberi, con il verde argentato delle foglie e i grandi tronchi intrecciati che si coniugano in maniera indissolubile alla morfologia del territorio dove, nel corso dei millenni le varietà di olivo si sono differenziate ed evolute, hanno spinto numerosi studiosi ad occuparsi di questo sorprendente areale, crogiuolo di storia, cultura, arte, tradizioni che si fondono in un tutt'uno con l'ambiente in cui l'olivo si erge a protettore, diventando, geloso custode di secolari segreti.
Non è possibile stabilire con buona precisione l'origine del "bosco degli ulivi", è fattibile invece determinarne l'evoluzione subita nel corso del tempo, a seguito della quale oggi si ha nella Piana la presenza di due areali: la bassa Piana, fino all'altezza di 320 metri s.l.m.; la parte collinare della Piana, fino ai bordi del Parco Nazionale dell'Aspromonte, a circa 600 metri di quota, dove gli olivi hanno un indubbio grande significato ambientale e storico su terreni terrazzati o in pendenza.
In queste zone il paesaggio olivicolo ha un carattere per molti versi unico, che gli è conferito dalla eccezionale età delle piante e, insieme, dalla fittezza della copertura vegetale; l'associazione di questi due fattori dà luogo a veri e propri boschi di ulivi, nei quali si riscontrano alberi con altezze imponenti (15-20 metri) e sezione al tronco di notevole superficie, estesa fino a 13 mq. Una delle massime espressioni della maestosità delle piante è possibile trovarla nell'azienda Guerrisi, nel Comune di Cittanova qui, in questo luogo meraviglioso ed incantato, esiste una pianta che ha una ragguardevole circonferenza del tronco di ben 16 metri, e un'altezza della chioma che sfiora i 30 metri. Tutto il territorio si presenta come una grande estensione monocolturale ed è il frutto di una lenta opera di bonifica da parte dell'uomo, che nel tempo ha conquistato ad un'agricoltura produttiva un territorio inospitale. Olivi secolari, più o meno antichi, sono presenti in tutti i comuni della Piana, anche in quelli non spiccatamente olivicoli. Essi hanno resistito, grazie anche alla longevità della specie a molte delle calamità naturali che nel corso della storia si sono succedute in questa zona. Per alcuni di questi oliveti la funzione dovrebbe essere complementare o alternativa alla funzione produttiva. E' necessario avviare delle iniziative necessarie per la conservazione degli "olivi ultrasecolari" e del relativo paesaggio rurale, inserendoli possibilmente in un circolo virtuoso di sviluppo, legato all'attivazione di tutte le componenti sociali, economiche e culturali che coinvolgono il sistema produttivo e culturale calabrese. Per queste piante è necessario studiare interventi tecnici tesi ad agevolare le operazioni colturali ed a incrementare la produzione, salvaguardando l'integrità delle piante. Idonei sono anche gli interventi di restauro e messa in sicurezza degli alberi monumentali.
Si dovrebbero sostenere le funzioni non produttive dell'olivicoltura da tutelare sostenendo e riconoscendo il ruolo degli agricoltori che con il loro lavoro, proteggono beni e valori che possono diventare di interesse collettivo. Per gli oliveti secolari della Piana di Gioia Tauro-Palmi, è opportuno avviare una indagine sul territorio, una valutazione della loro diversità, tipicità, integrità, rarità fino a disporre di un inventario dei paesaggi attraverso il quale sia possibile individuare quali devono essere conservati come "paesaggio museo", testimonianze viventi della civiltà olivicola calabrese, quali invece vanno guidati nella loro evoluzione tecnica mantenendo quella multifunzionalità produttiva, ambientale e culturale che è propria della loro storia e quali debbano essere riconvertiti.
Il paesaggio olivicolo della Piana, come elemento originale ed unico, può rappresentare per gli olivicoltori un valore economico, basta saperlo legare ad interessi commerciali, alle tradizioni locali e alle volontà politiche, situazioni indispensabili per costruire un futuro per questo patrimonio.
Dr Antonio Giuseppe Lauro - Capo Panel PrimOlio
Bibliografia: Antonio G. Lauro et al., Gli Extravergini Calabresi - Guida agli oli di qualità (2008).

venerdì 3 settembre 2010

L'olivo e l'olio: sviluppo della civiltà mediterranea.


L'olivo, maestosa pianta da frutto, è da sempre ritenuto il simbolo del bacino del Mediterraneo. Il leggendario albero e l'olio ricavato dai suoi frutti hanno accompagnato, fin dagli albori della civiltà, la storia dell'intera umanità.
Già nel IV millennio a.C., in piena età del rame, l'olivo era conosciuto in Medio Oriente, ma le prime coltivazioni si ebbero molto probabilmente a cura delle popolazioni camitico-semitiche stanziate in una regione compresa tra i rilievi a sud del Caucaso (Acrocoro Armeno, Pamir e Turkestan), le pendici ovest dell'Altopiano Iranico e le coste della Siria e della Palestina (Canaan). Qui cominciò il lungo processo di addomesticamento dell'olivo; si iniziò a selezionare le varietà a frutti grandi, scoprendo che se ne poteva ricavare un liquido, untuoso, dai molteplici usi.
Dopo Siria e Palestina, la coltivazione si estese in Egitto (XIX Dinastia - 1300 a.C.) dove l'albero d'olivo, era considerato dono degli dei. Nel culto dei morti, infatti, corone d'olivo e di nòccioli furono ornamenti dei re nelle tombe Egizie e l'olio d'oliva, rappresentante purezza e dignità, usato per ungere i corpi da mummificare.
In seguito, l'olivo conquistò le coste dell'Asia minore, le isole greche, le coste italiane, la penisola iberica ed il nord Africa: in definitiva, il culto legato all'olivo fu così consacrato da tutte le religioni.
Come risulta dal codice di Hammurabi del 1780 a.C., l'olivo fu conosciuto ed apprezzato anche dai Babilonesi; ma furono proba- bilmente i coloni Fenici (X - VIII sec. a.C.), originari degli odierni Libano ed Israele, che in seguito diffusero grazie ai loro traffici commerciali, perlopiù marittimi, questa coltivazione su tutte le coste del “mare nostrum”, dell'Africa e del Sud Europa.
A Creta, si sviluppò la prima olivicoltura. Nei labirinti del grande palazzo-città di Cnosso, abitato secondo la leggenda dal Minotauro, sono stati rinvenuti depositi di anfore fittili, grandi recipienti ceramici detti pithoi, mentre rappresentano vere e proprie biblioteche, le tavolette d'argilla che rivelano i luoghi di coltivazione dell'olivo e la destinazione dell'olio; gli affreschi del palazzo costituiscono le prime rappresentazioni dell'olivo nella storia. L'importanza dell'olio d'oliva presso i Fenici ed i Greci era evidente al punto, che speciali navi, dette “navis onerarie”, erano costruite per il trasporto in anfore del prezioso liquido. L’olivo in Africa arriva nell'VIII secolo a.C. e già nel V sec. a.C. Erodoto (490 - 430 a.C.) racconta di oliveti coltivati a Cartagine ma che non producevano sufficiente olio da coprire il fabbisogno interno. L'importanza dell'olio d'oliva in quella regione, è confermata dall'agronomo Magone Cartaginese (II sec. a.C.) nel suo “L'agricoltura”, i cui studi furono in seguito ripresi da Columella, Plinio il Vecchio e Varrone.
Portato in Italia dai coloni Greci (VIII sec. a.C.), l'olivo fu coltivato dagli Etruschi già nel VII sec. a.C.. Furono però i Romani che provarono a coltivare, in ogni territorio conquistato, questi frutti polivalenti ed in molti casi ordinarono, alle popolazioni conquistate, il pagamento dei tributi sotto forma di olio di oliva.
Fu così che a Roma nacque una borsa merci dell'olio, dove commercianti ed importatori, riuniti in appositi collegi, trattavano prezzi e quantità dell'olio proveniente dall'Impero: l'Arca Olearia.
In Calabria, l'olivo “sbarca”, per mano dei primi coloni Achei nell'VIII sec. a.C., nella zona compresa tra Locri, Crotone e Sibari, anche se, recenti studi smentiscono tali ipotesi ed indicano che già nell'età del bronzo, l'olivo fosse coltivato in Calabria.
L'olio d'oliva era considerato un importante simbolo di ricchezza, al punto che sulle prime monete coniate a Kroton (odierna Crotone) ne era raffigurato l'albero.
A seguito della caduta dell'Impero Romano e delle invasioni barbariche, giunsero tempi poco favorevoli per il consumo dell'olio e la coltivazione dell'olivo. Si contrassero le aree adibite all'olivicoltura, a favore dei cereali di base e della vite, ci si avviò verso uno scadimento delle tecniche colturali (semi-inselvatichimento) e ci fu la riconquista del suolo da parte del bosco. Solamente nel tardo Medioevo (XII sec.), la coltura dell'olivo si ridiffuse in tutta Italia, grazie all'opera di alcuni Ordini Monastici (Monaci Cistercensi e Benedettini), con la creazione delle fattorie conventuali, protette dal “timore di Dio”. Contem-poraneamente, le Repubbliche marinare di Genova e Venezia favorirono il commercio dell'olio oltre l'area mediterranea.
Il prodotto, grazie alle forti richieste dei mercati Europei, diviene d'importanza strategica per il Meridione d'Italia, che aumenterà gli impianti d'olivo per una produzione destinata all'esportazione.
Nell'età Bizantina, con una popolazione ridotta in numero, l'olivicoltura riparte grazie all'opera ed all'impegno dei Monaci Basiliani, giunti in Calabria dalle sponde orientali del Mediterraneo, ancora coltivate. La rinascita è lenta, ed a causa degli impaludamenti costieri, fonte di malaria, l'olivo deve risalire la collina. A partire, poi, dall'ultima età bizantina e dalla conquista normanna, comincia lo scontro con il gelso, che pretende il posto dell'olivo: la Calabria diviene così la centrale Europea della seta.
Occorrerà aspettare il XVII secolo per assistere al “rinascimento” dell'olivicoltura, in conseguenza della crisi del grano e del gelso, ed in risposta alla crescente richiesta di olio da parte dei paesi stranieri, le superfici investite ad olivo aumentano di nuovo in misura considerevole. Con la scomparsa del feudalesimo e la nascita del libero mercato, l'olivo diventa una caratteristica paesaggistica dell'Italia Meridionale, nonché di tutte le terre affacciate sul bacino del Mediterraneo.
L'olio d'oliva diventa così la principale produzione del Regno di Napoli e l'economia Calabrese è punto di forza del commercio mondiale.
In pieno Settecento, con l'allargarsi della Rivoluzione commerciale, la produzione olearia riparte fortemente. Notizie sul tipo di olivicoltura praticata nella piana di Palmi, nella seconda metà del '700, è contenuta negli scritti del marchese Grimaldi di Seminara, che fu il primo ad occuparsi dei problemi della nostra agricoltura con fervore illuministico e che si adoperò per introdurre numerose innovazioni riguardanti sia la coltivazione dell'olivo che la trasformazione delle olive in olio. Intorno al 1750 furono impiantati nuovi oliveti nelle zone pianeggianti, con sesti regolari, anche se ancora con distanze troppo ravvicinate.
Nel 1861, la diffusione degli olivi nella piana di Gioia Tauro era così elevata che il Pasquale, nella sua relazione sullo stato fisico economico agrario della prima Calabria Ulteriore, la descrive come “la regione degli uliveti”.
A dimostrare il grande interesse delle Istituzioni nei confronti dell'olivo vi fu nel 1890, la creazione, a Palmi (RC), della Stazione Sperimentale di Olivicoltura e Oleificio; voluta dal Ministero dell'Agricoltura per suggellare un legame diretto tra produzione e ricerca, in una parte della Calabria dove la coltura dell'olivo, in seguito alla sua continua espansione, ne aveva fortemente caratterizzato il paesaggio.
Infine, con la rivoluzione industriale del XIX secolo, passando per il Risorgimento, l'unificazione nazionale e le grandi guerre, l'olivicoltura viene “protetta” e “difesa”, salvaguardando un prodotto di cui l'Italia è il più pregiato produttore al mondo.
Dr Antonio Giuseppe Lauro - Panel Leader
Coautore de Gli Extravergini Calabresi - Guida agli oli di qualità (2008)

domenica 29 agosto 2010

Agroalimentare della Regione Calabria: i prossimi appuntamenti fieristici.

L'Assessore all'Agricoltura della Regione Calabria, On. Trematerra - per il tramite del Settore Valorizzazione e Promozione Produzioni Agricole e Filiere Produttive - informa che l'Ente Regione parteciperà con propri spazie espositivi ad alcuni appuntamenti fieristici internazionali. 
Le ditte calabresi, interessate a partecipare agli eventi espositivi e promozionali realizzati dalla Regione Calabria, dovranno formalizzare un atto di richiesta utilizzando i moduli presenti sul sito www.assagri.regione.calabria.it e rispettare le determinazioni ed i principi contenuti nel documento 'Criteri di Selezione' disponibile sul citato sito internet.
Gli eventi selezionati dal Dipartimento Agricoltura sono:
SIAL (Parigi, 17 – 21 Ottobre 2010) Sito ufficiale
Scheda fiera
L’edizione 2010 sarà organizzata su uno spazio di 215.000 mq sui quali saranno esposti ben 19 settori merceologici da 5.500 espositori provenienti da 104 paesi, di cui il 78% espositori internazionali
SIAL rappresenta una delle principali piattaforme di incontro del mercato mondiale per eccellenza. Con oltre 140.000 visitatori, l’80% dei quali con un ruolo fondamentale nel processo di acquisto, SIAL conferma la propria valenza di grande appuntamento d’affari.
Settore di provenienza
44% Commercio e distribuzione
34% Industria agroalimentari
17% Ristorazione fuori casa
5% Servizi
Food & Hospitality China (Shanghai, 10 – 12 Novembre 2010) Sito ufficiale
Scheda fiera
Il mercato cinese ha mostrato, negli ultimi anni, un forte dinamismo ed un interessante trend di crescita dei consumi. I rapidi cambiamenti nelle abitudini di vita stanno determinando l’affermazione di una fascia di consumatori sempre più consapevoli ed attenti alla qualità dei prodotti ed alle loro caratteristiche nutrizionali.
La manifestazione fieristica Food & Hospitality edizione 2010 rappresenta uno degli eventi più importanti nel territorio cinese riguardante il settore merceologico agroalimentare mondiale la cui partecipazione può rappresentare un’ottima occasione per le aziende regionali interessate di accesso al mercato agroalimentare asiatico.
FRUIT LOGISTICA 2011 (Berlino, 9 - 11 febbraio 2011) Sito ufficiale
Scheda fiera
Fruit Logistica – salone leader mondiale della filiera ortofrutticola - riunirà dal 9 all’11 febbraio 2011 presso il Berlin Exhibition Grounds oltre 2.300 Espositori provenienti da 70 paesi del mondo che presenteranno i loro prodotti e i servizi relativi all'intera filiera ortofrutticola e i più importanti partner e decision-maker del settore. Partecipando a Fruit Logistica, tutti gli operatori del commercio ortofrutticolo internazionale possono incontrare personalmente i loro partner commerciali, così come trovarne di nuovi.
Come nessun altro Salone, Fruit Logistica offre durante le tre giornate espositive un’ampia presenza internazionale di espositori di alto livello, dai Global Player fino alle piccole-medie imprese provenienti da tutto il mondo. Fruit Logistica 2010 è quindi un’irrinunciabile piattaforma per il business, offrendo eccezionali opportunità per allacciare contatti d’affari di livello internazionale.
Dr Antonio G. Lauro
Fonte: Assagri Calabria

giovedì 26 agosto 2010

Agroalimentare/ Dieta Mediterranea, è quasi fatta per diventare patrimonio mondiale dell’umanità.

A. Fidanza: Tempio della Dieta Mediterranea.

La Dieta Mediterranea è ormai vicinissima a diventare patrimonio mondiale immateriale dell’umanità: l’Unesco ha dato “raccomandazione positiva”, ovvero il via libera che dovrà essereratificato dal Comitato Esecutivo della Convenzione sul Patrimonio, a Nairobi in Kenya dal 14 al 19 novembre. Un successo atteso per la richiesta, avanzata in primis da Italia e Spagna. Un riconoscimento - il cui merito va in gran parte anche al lavoro del presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, Paolo De Castro - che avrà anche “un importante valore economico per il made in Italy agroalimentare per i primati produttivi nelle principali produzioni base della dieta come frutta, verdura, pasta, vino e olio di oliva”, ha commentato la Coldiretti, anche per il valore storico di questo modello alimentare, e per i benefici per la salute dimostrati scientificamente.
Pane, pasta, frutta, verdura, olio extravergine e il tradizionale bicchiere di vino nei pasti hanno consentito agli italiani - sottolinea la Coldiretti - di conquistare il record della longevità, con una vita media di 78,6 anni per gli uomini e di 84,1 anni per le donne, superiore alla media europea. “Un grande successo per il nostro Paese - dice il Ministro Galan - la nostra tradizione e cultura alimentare. La Dieta Mediterranea rappresenta uno stile di vita sostenibile basato sul mangiare i prodotti tipici del territorio in famiglia o con gli amici: questo insieme unico di pratiche alimentari, conoscenze e tradizioni trasmesse da generazioni è un qualcosa di unico al mondo e va salvaguardato e valorizzato.
La valutazione dell’Unesco evidenzia come l’alimentazione e l’agricoltura siano sinonimi di cultura e debbono essere valorizzate al pari dei beni materiali”. Secondo recenti studi pubblicati sul “British Medical Journal”, analizzati dal team di Francesco Sofi, nutrizionista dell’Università di Firenze, la Dieta Mediterranea, riduce del 13% l’incidenza del Parkinson e dell’Alzheimer e del 9% quella per problemi cardiovascolari.
Dr Antonio G. Lauro

mercoledì 25 agosto 2010

TerraOlivo 2010: alcuni spunti dal congresso internazionale.

Gerusalemme (Israele). Di olio extravergine d'oliva se ne è parlato tanto in un recente convegno internazionale svoltosi in Israele dedicato a tutti gli aspetti connessi alla filiera dell’olio da olive - dalla coltivazione alla produzione - non tralasciando gli aspetti commerciali e le evidenze legate agli effetti benefici che l’extravergine ha sul nostro organismo.
Acclarato ormai universalmente che l’olio da olive è un ‘alimento’ e non è un semplice ‘condimento’, anzi non lo è mai stato, viste le ultime risultanze delle ricerche sugli aspetti benefici legato ad un consumo regolare anche di soli due cucchiai di olio da olive al giorno (two tablespoons of olive oil daily may reduce the risk of coronary heart disease - scrivono gli americani in etichetta), adesso occorre consumarlo!
Generalmente viene privilegiato l’uso ‘a crudo’ sulle pietanze, delegando ad altre sostanze grasse (margarine, strutto, burro, oli di semi) l’impegnativo compito di coadiuvare i cibi in cucina.
Oggi, grazie alla quasi infinta disponibilità di differenti varietà di olive (si calcola che ad oggi siano oltre 700 le cultivar censite) ed ai differenti profili sensoriali che gli oli da olive (al pari del vino) possono offrire, l'oro verde è altamente raccomandato nella cucina di tutti i giorni, per le cotture al forno, per le fritture, e diventa insostituibile ingrediente base per la pasta sfoglia e per realizzare dolci e gelati, come indicato in una splendida pubblicazione del Consiglio Oleicolo Internazionale dal titolo ‘Pasticceria fine all’olio di oliva’.
Il congresso.
Il simposio internazionale 'The olive oil revolution - quality, culinary and health', tenutosi alla fine di luglio a Gerusalemme presso l’Inbal Hotel e che per una intera giornata ha coinvolto il mondo scientifico e commerciale dell'olio d'oliva, può essere, a ragione, considerato come il ‘Manifesto’ sull’olio da olive. Il congresso realizzato dall’organizzazione internazionale di TerraOlivo, ha registrato la presenza di circa 200 persone, tra medici, cuochi, produttori e rappresentanti dell'industria dell'olio d'oliva, ed ha coinvolto ricercatori e studiosi da ogni parte del mondo.
Prof. Shimon Lavee
L’apertura dei lavori, affidata al Professore Emerito presso l’Università Ebraica di Gerusalemme - Prof. Shimon Lavee, presidente della conferenza – ha riguardato la ‘storia’ della coltura dell’olivo in Terra Santa. ‘Ci sono stati alti e bassi nel settore dell'olio d'oliva nel corso dei millenni, ha detto Lavee, gli olivi sono cresciuti in terra d'Israele per migliaia di anni; gli alberi, ed i loro frutti, sono citati molte volte nella Bibbia. Le foglie verdi e argento sono stati un simbolo di pace sin dai tempi di Noè, e l'olio è stato usato per ungere i Re d'Israele e per illuminare il Tempio.
In tempi antichi, le olive e l'olio sono stati esportati verso occidente, attraverso il Mediterraneo, ed a lungo hanno avuto un importante influsso sull'economia locale fin quando, durante i 400 anni di dominio turco, gli alberi non furono sradicati ed il settore dell’olio d’oliva crollò.
Fu soltanto durante il mandato britannico, continua Lavee, che gli alberi furono ripiantati; ma ci si trovava in un periodo in cui il paese era in costruzione, e la bassa redditività del settore olio determinò un calo della produzione. Tuttavia, le ultime tre decadi hanno mostrato un aumento considerevole sia nel numero di alberi e sia nella produzione di olio, grazie soprattutto all'innovazione introdotte.
La crescente consapevolezza che l'olio di oliva è ricco di polifenoli antiossidanti che combattono i radicali di ossigeno instabili, che rompono le cellule umane, promuovendo malattie, ha scatenato un grande interesse verso il settore olio.
Anche se Israele, con la sua scarsità di acqua e di terreni coltivabili, non può competere in termini di quantità a livello mondiale (Israele produce meno dell'1% dell’olio d'oliva del mondo e l'israeliano consuma in media solo 2,2 kg di olio l'anno), ha detto Lavee, può farlo in termini di qualità e di ingegno applicato allo sviluppo di nuove varietà di olivi (si ricorda che il prof. Lavee è il costitutore della varietà di olivo più diffusa in Israele la cv ‘Barnea’) per i principali produttori di mondiali di olio’.
Mercedes Albaladejo
A seguire, la relazione della spagnola Mercedes Albaladejo. ‘C'è un grande potenziale globale per aumentare il consumo procapite di olio di oliva, ha esordito la Albaladejo – Dirigente del Consiglio Oleicolo Internazionale (COI) di Madrid – e questo deve essere promosso attraverso l'educazione costante dei consumatori, a tutte le età, per far si che aumenti sempre più l’attenzione verso questa importantissima fonte di acidi grassi nobili: l’olio extravergine di oliva’.
Carlos Falco, agronomo e membro del panel internazionale che ha giudicato i 189 differenti campioni di olio partecipanti al primo concorso internazionale del Mediterraneo ‘TerraOlivo’ provenienti da Israele ed altri 13 paesi, ha riferito di essere stato in Israele già nel 1970, per studiare come risparmiare l'acqua col metodo israeliano dell'irrigazione a goccia che ‘molti non sanno, ma l’invenzione che ha cambiato l'agricoltura nel mondo proveniva da Israele’.
Falco ha parlato poi del ruolo dei polifenoli, il modo per proteggerli nelle olive e su come farli arrivare ‘sani e salvi’ direttamente nell’olio.
‘Non è possibile modificare la vostra età, il sesso o la storia famigliare, ha dichiarato il Prof. Michael Aviram, ricercatore presso il Technion-Israel Institute of Technology’s, ma è possibile ridurre il livello di lipoproteine a bassa densità (LDL o ‘colesterolo cattivo’) nelle arterie coronarie e quindi ridurre il rischio di malattie cardiovascolari, il tutto grazie ad una dieta corretta ed evitando il fumo’.
‘Le cellule, per funzionare, necessitano di colesterolo e la maggior parte di esso è sintetizzata nel fegato, continua Aviram, ma se questo è eccessivo e la dieta comprende una grande quantità di acidi grassi non salutari, accade che consegniamo col sangue, in tutto il corpo, un ‘autobus pieno di passeggeri’, che si accumulano nei vasi a creare dannosissime placche. Ma le lipoproteine ad alta densità (HDL o ‘colesterolo buono’) si comportano come un piccolo taxi che viaggia per il corpo e sa come abbattere l’LDL’.
Nel corso della propria relazione, Shaul Eger - fisiologo che ha speso molti anni nello sviluppo di prodotti a base di olio d'oliva – ha spiegato come ‘Il ruolo di Israele può ancora essere importante nello sviluppo di nuovi alimenti e prodotti terapeutici basati sull’olio di oliva. Studiando antichi testi medici, continua Eger, ho deciso di bere otto cucchiai di olio d'oliva ogni mattina ed ho potuto personalmente riscontrare come il mio battito cardiaco sia tornato alla normalità’.
Eger, ha poi confermato che la propria società inizierà presto la commercializzazione di un cioccolato a basso contenuto di zucchero, che si andrà ad aggiungere alla pasta sfoglia, al prodotto contro herpes labiale, alle creme per la dermatite da pannolino - tutti basati sull’olio d'oliva – già in commercio.
Enzo Perri
Negli ultimi anni, si è assistito ad un forte ampliamento delle aree in cui vengono piantati nuovi olivi, non più prerogativa esclusiva del bacino del Mediterraneo che, a tutt'oggi, concentrata le maggiori coltivazione di questo antico e regale albero. A seguito di tali cambiamenti, si rendono importantissimi i lavori come quello del Dott. Enzo Perri e del suo team presso il CRA-OLI in Italia. Il lavoro presentato, tratta della decodificazione del genoma al fine di individuare le origini delle diverse specie di olivo e, nel contempo, conoscere più chiaramente e approfonditamente i diversi fattori che influenzano la qualità, al fine dell'utilizzo dell'olivo quale fonte di nutraceutici.
Antonio G. Lauro
Trasforma le sensazioni in parole, questo il senso della relazione esposta da Antonio G. Lauro - agronomo ed analista sensoriale – nel corso del congresso. ‘Aroma ed flavor dell’olio da olive – esordisce Lauro – sono per la gran parte caratterizzati dalla presenza nell’olio di due classi di componenti: i composti volatili e le molecole fenoliche. Percepire il fruttato delle olive, i sentori erbacei e floreali, pomodoro ed ortaggi, verdure, frutta secca, frutti acerbi o maturi, sorprendersi con la balsamicità dell’olio e con i toni dell’amaro e del piccante, non sono altro che la risposta olfattiva/gustativa agli ‘Aromi e profumi’ presenti ‘naturalmente’ nell’olio da olive e che si originano nelle varie fasi del ciclo produttivo dell’olio. Ma i punti critici per la loro formazione sono quelli legati ai processi di trasformazione delle olive, in particolar modo le fasi di frangitura delle olive e di gramolazione della pasta . Ma per continuare a ‘percepire’ aromi e profumi nel nostro olio extravergine di oliva – continua Lauro – occorre anche preservare, con una corretta conservazione, ‘i doni di natura’ che l’olio sa offrire; conservazione che deve continuare anche in casa, in modo da far aumentare, di molto, la shelf life dell’olio extravergine di oliva’.
Interessante, ed interessata, la relazione di Chaim Spiegel, capo del dipartimento Food & Beverage della catena ‘Dan Hotels’, che ha raccomandato ai ristoratori di usare maggiormente l'olio extravergine di oliva in cucina: per la frittura, per la cottura e persino per l'impasto dei dolci. "Oggi possiamo contare su una grande varietà di oli d'oliva, con aromi e gusti diversi, come ci ha ricordato Antonio G. Lauro nella sua interessantissima relazione, i quali possono anche essere usati in blend tra loro. Arriverà presto il giorno – ed in Italia è già realtà - in cui all’ospite che entra in un ristorante verrà offerto una carta degli oli extravergini di oliva, proprio come avviene per la lista dei vini’.
Attese le indicazioni di Mickey Shemo, pasticciere e ristoratore noto in città, che ha spiegato come l'olio d'oliva può essere utilizzato quale ingrediente per torta e paste lievitate, poiché rende umida la pasta e le dà una consistenza elastica. ‘L’olio extravergine – continua Shemo - può essere utilizzato anche con la cioccolata bianca, ed il risultato è quello di avere ottenuto un prodotto con un aroma meraviglioso’.
‘L’olio d'oliva ha un punto di fumo molto alto, tra i 190 º e 220 ºC, ha dichiarato il Dr. Rani Pollack, medico e direttore del Centro di cucina salutare di Gerusalemme, pertanto la temperatura di utilizzo deve essere inferiore a quella; si può friggere con esso, anche se con attenzione e senza riutilizzarlo’.
Itzhik Barak
A margine del congresso, intervistato dal Jerusalem Post, Itzhik Barak – Chef Executive del Jerusalem Inbal Hotel - ha raccontato la sua storia professionale con l’olio da olive. Barak, che precedentemente ha lavorato presso Harrod's a Eilat, dichiara al giornale: ‘Un bravo chef deve essere anche un bravo chimico. Io ho viaggiato per lavoro in tutto il mondo ed ho sempre imparato tanto dalla composizione chimica degli alimenti. Negli ultimi anni, continua Barak, ho cercato di introdurre maggiormente l’olio da olive nei miei menù, al punto che la cena di gala prevista per i partecipanti al congresso internazionale, è stata improntata all’insegna delle differenti specificità che l’olio da olive può offrire. Pur non essendo un assaggiatore, ho giudicato l'olio dall’aroma, dal colore e dal sapore, privilegiando gli oli da agricoltura biologica, anche in considerazione della nostra una cucina kasher, dove l'olio da olive è un ottimo sostituto del burro’.
La Cena di gala
E la cena di Barak è stata eccellente, a base di anatra, agnello, kebab e filetto di manzo, ed ancora spigola, pesce San Pietro e salmone, finger food e cucina molecolare, con le immancabili variopinte insalate. Per concludere, dolci ed un eccellente gelato di crema aromatizzato alla cannella, immerso nel cioccolato fuso e poi in azoto liquido (per le ricette vedi il sito web dell'hotel: www.inbalhotel.com).
Dr Antonio G. Lauro
Foto: Ilan Levi per TerraOlivo.

lunedì 23 agosto 2010

Portici (NA): Incontri con l’olio extra vergine di oliva.

Pubblichiamo una nota stampa dell'UNINA - Facoltà di Agraria di Portici.
Reggia di Portici (NA) – Facoltà di Agraria, dal 13 al 30 settembre 2010. Continua l’impegno della Facoltà di Agraria di Portici per una corretta informazione dei consumatori sulla qualità dell’olio di oliva e per la valutazione delle loro preferenze.
Nel periodo 13-30 settembre, nel tardo pomeriggio, presso la Reggia di Portici, sarà possibile partecipare a due incontri, distanziati di una settimana, dedicati alla degustazione di campioni di olio extra vergine di oliva.
I suddetti incontri daranno la possibilità a chi è interessato di esprimere la sua preferenza tra i diversi campioni proposti e di saperne di più sulla qualità, sui pregi salutistici e gastronomici dell’olio extra vergine di oliva, e sul significato delle diverse denominazioni.
Organizzazione: Dipartimento di Scienza degli Alimenti (Prof. Raffaele Sacchi) e Dipartimento di Economia e Politica Agraria (Prof. Eugenio Pomarici).
Per informazioni e/o adesioni rivolgersi, entro il 26 agosto 2010, a Giuseppe Stile E-mail: giuseppe.stile@virgilio.it - Tel: +39 081 862 39 20
Subito dopo saranno comunicate in dettaglio le date e gli orari degli incontri per confermare la possibilità della partecipazione.
Programma dettagliato e Scheda di adesione.
I posti sono limitati: le richieste saranno accolte secondo l’ordine di arrivo.
La partecipazione è gratuita e tutti gli intervenuti riceveranno un piccolo omaggio in ricordo della manifestazione.
Dr Antonio G. Lauro

venerdì 20 agosto 2010

Un estratto di foglie di olivo per combattere la sindrome metabolica e l’obesità.

L'olio di oliva è universalmente riconosciuto quale componente basilare della dieta mediterranea; gli effetti protettivi dell’acido oleico e dei polifenoli sul nostro organismo sono stati, e continuano ad esserlo, oggetto di approfondite ricerche.
La novità arriva dall’Australia ed è frutto di una ricerca dell'University of Southern Queensland, diretta da Lindsay Brown, pubblicata recentemente dal Journal of Nutrition. 
'Con questo studio, dichiara la Brown, abbiamo individuato non nell’olio, ma direttamente nelle foglie di olivo, da millenni considerate una risorsa della medicina naturale, alcuni polifenoli, tra cui l’oleuropeina, capaci di attenuare la sindrome metabolica e l’obesità, dovuti ad una dieta ad alto contenuto di carboidrati e grassi’. 
I roditori così nutriti per due mesi, si legge nella pubblicazione, hanno evidenziato segni di sindrome metabolica, tra cui elevata deposizione di grasso addominale ed epatico, rigidità cardiaca e stress ossidativo, alterata tolleranza al glucosio ed ipertensione. Tutti sintomi in netta regressione, dopo soli due mesi di somministrazione, nel gruppo di ratti che avevano ricevuto l’estratto di foglie d'ulivo.
E’ stato evidente come gli animali del secondo gruppo avevano ottenuto benefici al cuore ed al fegato e mostravano una diminuzione dei sintomi della sindrome metabolica ed una significativa riduzione di peso.
Come spiegato dalla professoressa Brown, ‘il legame tra antinfiammatori (come quelli presenti nelle foglie di olivo) e la perdita di peso è un fatto tutt'altro che noto. In definitiva, riporta l’autrice del lavoro sperimentale, i risultati ottenuti con l’estratto di foglie d'olivo hanno nettamente superato le nostre aspettative’. 
Dr Antonio G. Lauro

Bibliografia: H. Poudyal, F. Campbell & L. Brown. Olive Leaf Extract Attenuates Cardiac, Hepatic, and Metabolic Changes in High Carbohydrate–, High Fat–Fed Rats. J. Nutr. (March 24, 2010).

giovedì 19 agosto 2010

La lenta agonia degli ulivi centenari.

In viaggio per la piana dell'Aspromonte a salutarli. Per colpa di una legge comunitaria orneranno le ville del Nord. 
Di MIMMO GANGEMI
Sono tornato sulle strade della mia infanzia, tra gli ulivi alle prime pendici dell’Aspromonte tirrenico, per la doverosa visita che si conviene a dei moribondi stesi su un letto di dolore.
I passi scricchiolano sulle foglie secche, polverosi cilindri di luce filtrano tra il fogliame e si piantano in terra, un filo di vento fruscia di uno stridio metallico tra le cime.
Riaffiorano immagini antiche: la «grana» (cioè il fiore dell’ulivo) che in giugno imbiancava l’aria, le raccoglitrici intente, nel punto di raccolta delle femmine, alle quattro misure d’obbligo, i canti campagnoli su cui si ergeva imperiosa e solista la voce di Mena, don Rocchino, eterno vizioso, che s’approfittava della posa ricurva per tastare l’uovo a una donna messa apposta a raccogliere in un terrazzamento isolato.
Leggi tutto l'articolo completo su: www.lastampa.it

mercoledì 18 agosto 2010

La Calabria protagonista nella filiera dell’olio extra vergine I.O.O.% calabrese.

I produttori olivicoli stanno facendo bene la propria parte e chiedono una alleanza con la ristorazione calabrese. Ancora troppo l’uso di olio di cocco nelle fritture
I numeri - Pietro Molinaro presidente regionale della coldiretti- li snocciola con soddisfazione: 9 tra cooperative e Organizzazioni di produttori che associano oltre 3800 imprese agricole con 25 filiere certificate - cioè che imbottigliano e vendono olio calabrese al 100% - hanno aderito al progetto della Coldiretti di una filiera tutta agricola e italiana e al Consorzio I.O.O.% qualità italiana promosso dall’UNAPROL (Unione Nazionale Produttori Olivicoli) in collaborazione con il Ministero delle Politiche Agricole ed Agroalimentari..”
Continua su: www.iltitolo.it
Fonte:  Coldiretti Calabria

martedì 17 agosto 2010

Gambarie (RC): concluso con successo il Tour del Gusto

Il DG ARSSA Stracuzzi consegna il premio TerraOlivo
La tappa conclusiva si è svolta lunedì 16 agosto 2010 a Gambarie di Santo Stefano d’Aspromonte, e ha portato in questa significativa località turistica molte delle aziende della filiera agroalimentare calabrese con l’intento di far conoscere ed apprezzare ai vacanzieri, che in questi giorni affollano questa località, le tante e a volte anche sconosciute realtà che costituiscono l’essenza della produzione di qualità “tipica” della Regione. Il Tour del Gusto 2010, era finalizzato a divulgare e promuovere le eccellenze agroalimentari regionali sia ai turisti che trascorrono in Calabria le vacanze per la stagione estiva e sia ai calabresi stessi che molto spesso ignorano le peculiarità, la qualità ed il gusto delle produzioni di filiera corta della propria terra. Durante questa ultima tappa era prevista la premiazione con la consegna degli attestati di riconoscimento e merito a tre aziende calabresi che si sono contraddistinte nel concorso internazionale sugli oli 'TerraOlivo 2010' svoltosi a Gerusalemme (Israele) le cui finalità sono state illustrate dal Dr. Antonio Lauro Responsabile per l’Italia del premio. Si tratta dell’Olearia San Giorgio di Fazari, dei F.lli Torchia e dell’Oleificio San Sebastiano di Romano di Strongoli. All’importante momento celebrativo sono stati invitati il Sindaco della Cittadina Preaspromontana Dr. Michele Zoccali, l’Assessore al Turismo Dr. Francesco Cannizzaro, il Dirigente nazionale dell’Asi Tino Scopelliti, il Presidente Provinciale Antonio Eraclini che hanno voluto salutare anche gli atleti della marcialonga che si stava svolgendo in quei momenti. Per la Regione Calabria. promotrice dell’iniziativa, sono intervenuti il Direttore Generale dell’Assessorato all’Agricoltura Prof. Giuseppe Zimbalatti, che ha portato il saluto anche dell’assessore al ramo On. Michele Trematerra e il Dirigente di Settore Dr. Giacomo Giovinazzo. Ha preso parte a questo importante momento, anche il Dr. Carmelo Stracuzzi neo Direttore Generale dell’ARSSA, coinvolta nell’organizzazione del Tour grazie all’impegno di alcuni dipendenti. Un plauso per tutta l’organizzazione va anche a Marco Renzi produttore dell’iniziativa. 
Dr Antonio G. Lauro
Fonte: Ufficio Stampa Regione Calabria

Una ricerca americana rivela come l'olio vergine di oliva modifica la funzione dei nostri geni.

L’Olio vergine di oliva e la dieta mediterranea combattono le malattia del cuore, modificando la funzione dei nostri geni.
Una nuova ricerca della ‘Federation of American Societies for Experimental Biology – FASEB’ pubblicata in luglio sul loro sito web (www.faseb.org) suggerisce che i polifenoli presenti nell’olio d'oliva vergine possono modificare l'espressione di geni legati all'aterosclerosi, portando indubbi benefici per la salute.
La FASEB, fondata nel 1912 da tre organizzazioni scientifiche indipendenti, ha quale ‘mission’ quella di promuovere le scienze biologiche e biomediche e, nel contempo, diffondere i risultati della ricerca biologica, attraverso forum, incontri educativi, pubblicazioni.
Ormai tutti sanno che alla dieta mediterranea, abbinata ad un uso costante di olio extravergine d'oliva, è associata un minor rischio di malattie cardiovascolari, ma un nuovo rapporto di ricerca, pubblicato dalla rivista FASEB, offre un motivo sorprendente: questi alimenti modificano la modalità di azione dei geni associati all’aterosclerosi.
'Sapere quali geni possono essere regolati attraverso una dieta sana può aiutare le persone a scegliere un giusto regime alimentare', ha dichiarato la dottoressa Maria Isabel Covas, ricercatrice coinvolto nello studio sul rischio cardiovascolare a Barcellona, Spagna, 'ed è anche un primo passo per future terapie nutrizionali con alimenti selezionati.'
La ricerca.
Gli scienziati hanno lavorato con tre gruppi di volontari sani. Il primo gruppo ha consumato una dieta mediterranea tradizionale con olio di oliva ricco di polifenoli, il secondo gruppo ha consumato una dieta mediterranea tradizionale con un olio di oliva a basso contenuto di polifenoli, mentre i membri del terzo gruppo hanno continuato a seguire la loro dieta abituale.
Dopo tre mesi, i volontari del primo gruppo hanno avuto un abbassamento dell'espressione dei geni legati aterosclerosi nelle cellule mononucleate del sangue periferico. Inoltre, i polifenoli nell'olio d'oliva hanno avuto un impatto significativo sulla espressione dei cambiamenti genetici che influenzano la malattia coronarica. I risultati, hanno inoltre dimostrato che il consumo di olio di oliva vergine, in combinazione con la dieta mediterranea, può avere un impatto positivo sull’ossidazione dei lipidi e del DNA, sull'insulino-resistenza, infiammazione, cancerogenesi e soppressione tumorale.
'Questo studio è innovativo perché dimostra che l'olio vergine di oliva e la dieta mediterranea influenzano il nostro corpo in un modo molto più significativo di quanto precedentemente creduto', ha riferito Gerald Weissmann, Direttore del FASEB Journal, 'questa ricerca, che sicuramente incoraggerà le persone a cambiare le loro abitudini alimentari, è un primo passo importante verso l'identificazione dei bersagli farmacologici che influenzano il modo in cui i nostri geni si esprimono.'
Dr Antonio G. Lauro 

Bibliografia: In vivo nutrigenomic effects of virgin olive oil polyphenols within the frame of the Mediterranean diet: a randomized controlled trial (Valentini Konstantinidou, Maria-Isabel Covas, Daniel Muñoz-Aguayo, Olha Khymenets, Rafael de la Torre, Guillermo Saez, Maria del Carmen Tormos, Estefania Toledo, Amelia Marti, Valentina Ruiz-Gutiérrez, Maria Victoria Ruiz Mendez and Montserrat Fito).

lunedì 16 agosto 2010

Si avvia alla conclusione il Tour del Gusto della Regione Calabria - Dipartimento Agricoltura.


Si avvia alla conclusione Il Tour del Gusto, 'Gustonaturale', iniziativa fortemente voluta dalla Regione Calabria - Dipartimento Agricoltura Foreste e Forestazione.
L'Assessore Trematerra
Ma cos'é il Tour: si tratta di un viaggio itinerante nelle più belle località turistiche della Regione con la possibilità di gustare e scoprire i tesori gastronomici di questa terra. La tappa conclusiva si svolgerà lunedi’ 16 agosto 2010 a Gambarie di Santo Stefano d’Aspromonte, e porterà in questa significativa località turistica molte delle aziende della filiera agroalimentare calabrese con l’intento di far conoscere ed apprezzare ai vacanzieri, che in questi giorni affollano questa località, le tante e a volte anche sconosciute realtà che costituiscono l’essenza della produzione di qualità 'tipica' della Regione. Il Tour del Gusto 2010, è finalizzata a divulgare e promuovere le eccellenze agroalimentari regionali sia ai turisti che trascorrono in Calabria le vacanze per la stagione estiva e sia ai calabresi stessi che molto spesso ignorano le peculiarità, la qualità ed il gusto delle produzioni di filiera corta della propria terra.
Le ditte che hanno aderito alla manifestazione, sono state selezionate dal Dipartimento Agricoltura, Foreste e Forestazione, in base a criteri di territorialità, di rappresentatività dell’intero paniere agroalimentare regionale e di produzione di filiera corta. Per queste ci sarà la possibilità di far degustare e di vendere i propri prodotti attraverso delle apposite aree dedicate ed appositamente allestite. Inoltre all’interno del villaggio del Tour del Gusto 2010 saranno previsti dei momenti ricreativi e di animazione rivolti ad attirare un maggior numero di persone ed offrire così maggiore visibilità alle aziende partecipanti.
Con questi appuntamenti, ci sarà modo di presentare a tutti la Calabria operosa, produttiva, ospitale e conviviale quella dalle tinte verdi e dai profumi intensi che oggi e in modo naturale propongono al consumatore prodotti con sapori particolari e attestano la forte integrazione fra le attività agricole, la natura e i residui storici della civiltà del passato che magistralmente viene sintetizzata nei prodotti agro-alimentari tipici di qualità. I prodotti enogastronomici calabresi rappresentano quindi delle vere e proprie golosità, dal sapore gustoso rimasto inalterato per millenni che viene tramandato da intere generazioni.
E’ questo il principio che ci rende forti, consapevoli ma anche orgogliosi di proporre ai consumatori prodotti veramente diversi, altamente competitivi, visceralmente legati alla nostra storia e alla tradizione tipica della nostra Regione. L’agricoltura di questa terra è da apprezzare nella ricchezza e nella varietà di una natura rigogliosa dove tutto il contesto ambientale svolge un ruolo di primo piano abbinato alle antiche tradizioni che rappresentano il vero segreto e la componente caratterizzante di questi straordinari sapori magistralmente racchiusi in questi prodotti unici ed inimitabili.
Con il Tour del Gusto – Gustonaturale – del 16 agosto 2010, si presenterà ai visitatori un paradiso verde al centro del Mediterraneo, da ammirare in ogni stagione, capace di risvegliare in ognuno di noi il gusto e i tantissimi profumi e i sapori più diversi. Saranno presentati i prodotti certificati DOP, IGP, DOC e IGT dell’intera Regione come olio extra vergine, vini, formaggi, salumi unitamente ad altre significative prelibatezze allo scopo di far conoscere ed apprezzare a tutti la Calabria sentitamente più vera ed originale.
Durante questa ultima tappa è prevista la premiazione di tre aziende oleicole, da parte del dr Antonio G. Lauro, che consegnerà loro 
gli Award di TerraOlivo 2010. La Regione, contestualmente, consegnerà gli attestati di riconoscimento e merito alle tre aziende calabresi già premiate in Israele: Olearia San Giorgio dei Fratelli Fazari, Oleificio F.lli Torchia e Fattoria San Sebastiano di Romano che si sono recentemente contraddistinte al concorso internazionale 'TerraOlivo' svoltosi a Gerusalemme.
La redazione

venerdì 13 agosto 2010

Premio TerraOlivo 2010, a Gambarie d'Aspromonte (RC) le premiazioni calabresi.


L'International Grand Champion Trophy

Gambarie d'A., 16 agosto 2010. E' stata scelta dal responsabile per l'Italia, Antonio G. Lauro, in accordo con la dirigenza della Regione Calabria - Dipartimento Agricoltura - Sponsor di TerraOlivo, la località montana di Gambarie (S. Stefano d'Aspromonte - RC) per la consegna ufficiale dei riconoscimenti ottenuti dalle compagini calabresi del settore olio di oliva nel concorso Internazionale 'TerraOlivo 2010' tenutosi il 28 luglio scorso a Gerusalemme.
Al concorso svoltosi in Terra Santa, lo ricordiamo, hanno partecipato 189 aziende produttrici di olio extravergine di oliva provenienti da 14 differenti nazioni. 'Una grande affermazione, esordisce Moshe Spak direttore affari internazionali di TerraOlivo, se consideriamo che siamo soltanto alla prima edizione e che il livello medio raggiunto dagli oli in concorso è stato elevatissimo. Il prossimo anno, continua Spak, questo 'campionato mondiale degli oli extravergine' diventerà sicuramente il punto di riferimento delle eccellenze olearie internazionali.
La premiazione italiana, segue di pochi giorni quella avvenuta presso l'Inbal Jerusalem Hotel di Gerusalemme dove le eccellenze olearie calabresi hanno ottenuto i massimi allori. In quella sede il dr Lauro, capo panel della manifestazione e membro della giuria internazionale, ha ritirato, per nome e per conto delle aziende italiane vincitrici, i 15 riconoscimenti ottenuti dagli oli italiani e tra questi quelli per le aziende calabresi.  
Quale migliore occasione della manifestazione itinerante 'Tour del Gusto - Gusto naturale' che farà tappa a Gambarie - dichiara Giacomo Giovinazzo dirigente Regione Calabria - per consegnare ufficialmente alle aziende olivicole l'ambito premio conquistato in Terra Santa. Il Tour, continua Giovinazzo, è stato un modo per presentare agli ospiti della nostra Calabria ed ai calabresi attraverso un viaggio alla scoperta dei tesori enogatronomici, tutte le nostre eccellenze e, tra queste, quelle della filiera olivicola che hanno tenuto alto il nome della Calabria olivicola nel Mondo.
Sempre in quella sede la Regione Calabria consegnerà, alle tre aziende vincitrici, un attestato di riconoscimento e merito per significare la vicinanza dell'Ente regione alle aziende impegnate ormai da anni nel difficile percorso verso l'alta qualità.
Ma vediamo nel dettaglio i premi conquistati dalle aziende calabresi.
Primo premio assoluto e vincitore della 'International Grand Champion Trophy and International Champion of TerraOlivo 2010' all'Olearia San Giorgio dei Fratelli Fazari di San Giorgio Morgeto (RC) con l'olio extravergine L'Ottobratico Monocultivar.
Alla stessa Olearia San Giorgio sono andati anche i premi 'The Best of Italy' e la medaglia 'Gran Prestige Gold' sempre per L'Ottobratico e la medaglia Prestige Gold per L'Aspromontano.
La Fattoria San Sebastiano di Romano (Strongoli - KR), con l'Olio Extravergine Romano, ha conquistato la medaglia Prestige Gold, mentre l'Olio Extravergine Oleificio Torchia, dell'Oleificio Fratelli Torchia di Tiriolo (CZ) ha ottenuto quale riconoscimento la medaglia Gold del concorso israeliano.
Appuntamento quindi per il 16 agosto 2010 (ore 13,00 - 20,00), nel corso dell'ultimo appuntamento del 'Tour del Gusto - Gustonaturale' organizzato dalla Regione Calabria.
Dr Antonio G. Lauro

mercoledì 11 agosto 2010

Dalla Calabria a Shangai: 1° Campionato del Mondo sull'Olio Extravergine di Oliva.

L’Associazione 'Fiera Itinerante del Medio Tirreno Calabrese - F.I.ME.TI.CA.' con sede in Via Vittoria n. 8 a Falerna (CZ) – Italia, in collaborazione con il CRA - Centro di Ricerca per l’Olivicoltura e l’Industria Olearia di Rende (CS) – Italia, sotto l'alto Patrocino della Presidenza del Consiglio Regionale della Calabria e del Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria, indice la Prima Edizione del Campionato del mondo dell’Olio Extravergine d’oliva - 1° Concorso Oleario Internazionale per l’assegnazione di premi riservati ai migliori oli extra vergine di oliva, con finale che si terrà in Shanghai (Cina) nell’ambito della IX Edizione della Fiera Itinerante del Medio Tirreno Calabrese. 
Il concorso si propone di:
diffondere tra i produttori e i consumatori la cultura della qualità, di stimolare i produttori olivicoli e i titolari di impianti di trasformazione a razionalizzare le tecniche di produzione per il miglioramento della qualità dell’olio;
diffondere la tecnica e l’esperienza dell’assaggio dell’olio extravergine di oliva in sintonia con le normative internazionali COI, curare l’immagine e la presentazione del prodotto nei mercati;
valorizzare i migliori extravergine di oliva, per favorire l’apprezzamento e la conoscenza da parte dei consumatori;
promuovere i territori sfruttando l’olio come prodotto attrattivo di eccellenza; 
premiare gli operatori che producono oli extravergine di oliva di elevata qualità.
Possono partecipare al concorso i singoli produttori, le cooperative agricole ed i confezionatori di olio che commercializzano bottiglie con etichetta 'Olio di Oliva Extravergine', il cui prodotto è ottenuto da olive prodotte e lavorate nel Paese di origine, nel rispetto della normativa vigente.
Le aziende produttrici dovranno certificare la produzione e la commercializzazione in proprio di una partita di almeno 10 quintali di 
olio extravergine di oliva per ogni tipologia di olio che presentano al concorso, salvo che per la sezione Monovarietale, dove il quantitativo minimo richiesto è 5 quintali
Al concorso, verranno premiati gli oli che avranno conseguito la migliore valutazione da parte della giuria per le seguenti sezioni:
Sezione 1- Olio extra vergine d’oliva
Migliore olio extravergine di oliva fruttato leggero, medio ed intenso.
Sezione 2- Olio extra vergine d’oliva da Agricoltura Biologica
Migliore olio extravergine di oliva biologico fruttato leggero, medio ed intenso.
Sezione 3- Olio extra vergine d’oliva DOP- IGP
Migliore olio extravergine di oliva fruttato leggero, medio ed intenso.
Sezione 4- Olio extra vergine d’oliva Monovarietale
Migliore olio extravergine di oliva fruttato leggero, medio ed intenso.

Gli interessati dovranno far pervenire la scheda di adesione, unitamente a 4 (quattro) bottiglie di olio extravergine da 0.75 litri, entro le ore 13,00 del 31 luglio 2010 al seguente indirizzo: CRA – ISOL – C.da Rocchi – 87036 Rende (CS) – Italia.
Maggiori informazioni sul premio e sulle modalità di iscrizione al campionato, con relativo regolamento, sono contenuti nei seguenti allegati: