Sono alcune delle anticipazioni dello scenario economico di Unaprol predisposto dall’osservatorio economico in occasione dell’assemblea del consorzio olivicolo italiano convocata per gli adempimenti statutari.
Dal rapporto emerge che per quanto riguarda i livelli produttivi degli altri paesi del Mediterraneo, la Turchia dovrebbe attestarsi su 160 mila tonnellate di prodotto, contrazione del 20% per la Tunisia e produzione pari a 120 mila tonnellate. Aumenta del 29% invece la produzione in Siria. Cala del 6% in Marocco con un produzione di circa 150mila tonnellate mentre l’Algeria vede la sua produzione più che raddoppiata rispetto alla scorsa annata, con un livello che raggiunge 50 mila tonnellate circa. Da segnalare la progressiva crescita della produzione australiana con circa 18 mila tonnellate, “conferma - riferisce il presidente di Unaprol Massimo Gargano che la produzione di olio di oliva nel mondo è trainata da una domanda che continua ad espandersi in tutti i continenti”.
Per quanto riguarda l’Italia la produzione si concentra per il 90% nelle regioni del Meridione. Nel complesso il peso nella produzione ai prezzi di base dell’intero settore agricolo è del 4% mentre, il fatturato registrato dalla sola industria dell’olio di oliva è di circa il 3% rispetto a quella del totale agroalimentare. L’Italia, negli scambi con l’estero, si conferma ancora una volta importatore netto; nonostante ciò la spesa per olio di oliva e sansa rappresenta il 4% del valore dell’import di prodotti agroalimentari e, contemporaneamente, le vendite costituiscono il 5% dell’export complessivo di settore.
Nel 2010 sono stati venduti in Italia più di 215 milioni di litri di olio per un valore di 859 milioni di Euro con un incremento dell’1,4% rispetto al 2009. L’extra vergine è la categoria più venduta con il 72% del fatturato e 155 milioni di litri, mentre sullo stesso livello si attestano l’olio di oliva con il 14% e l’olio con il marchio “100% italiano” con un quota del 12%.
In Italia vi sono attualmente 17.632 aziende che certificano oli Dop con un superficie investita pari a 84.512 ettari. Le classifica delle Regioni più virtuose per le Dop sono la Toscana con il 65% delle superfici olivicole sul totale nazionale (60% in termini di aziende). Seguono Puglia e Sicilia con il 7% e le regioni Lazio e Umbria con il 5%.
In campo internazionale l’Italia rappresenta il 26% del totale delle superfici coltivate a bio. Di queste l’8% riguarda la superficie investita ad oliveto pari a 86 mila ettari della SAU biologica italiana. La superficie olivicola biologica risulta concentrata per oltre il 75% nelle aree meridionali e le regioni più virtuose in questo campo sono: Puglia (27%), Calabria (25%) e Sicilia (11%). Nel 2010, infine, prezzi in leggero rialzo. L’aumento medio è stato del 4% rispetto al 2009.
Dr Antonio G. Lauro
Per quanto riguarda l’Italia la produzione si concentra per il 90% nelle regioni del Meridione. Nel complesso il peso nella produzione ai prezzi di base dell’intero settore agricolo è del 4% mentre, il fatturato registrato dalla sola industria dell’olio di oliva è di circa il 3% rispetto a quella del totale agroalimentare. L’Italia, negli scambi con l’estero, si conferma ancora una volta importatore netto; nonostante ciò la spesa per olio di oliva e sansa rappresenta il 4% del valore dell’import di prodotti agroalimentari e, contemporaneamente, le vendite costituiscono il 5% dell’export complessivo di settore.
Nel 2010 sono stati venduti in Italia più di 215 milioni di litri di olio per un valore di 859 milioni di Euro con un incremento dell’1,4% rispetto al 2009. L’extra vergine è la categoria più venduta con il 72% del fatturato e 155 milioni di litri, mentre sullo stesso livello si attestano l’olio di oliva con il 14% e l’olio con il marchio “100% italiano” con un quota del 12%.
In Italia vi sono attualmente 17.632 aziende che certificano oli Dop con un superficie investita pari a 84.512 ettari. Le classifica delle Regioni più virtuose per le Dop sono la Toscana con il 65% delle superfici olivicole sul totale nazionale (60% in termini di aziende). Seguono Puglia e Sicilia con il 7% e le regioni Lazio e Umbria con il 5%.
In campo internazionale l’Italia rappresenta il 26% del totale delle superfici coltivate a bio. Di queste l’8% riguarda la superficie investita ad oliveto pari a 86 mila ettari della SAU biologica italiana. La superficie olivicola biologica risulta concentrata per oltre il 75% nelle aree meridionali e le regioni più virtuose in questo campo sono: Puglia (27%), Calabria (25%) e Sicilia (11%). Nel 2010, infine, prezzi in leggero rialzo. L’aumento medio è stato del 4% rispetto al 2009.
Dr Antonio G. Lauro